DESTORRENTS, Ramon
Pittore barcellonese documentato dal 1351 al 1385.Nel marzo del 1351 D. risulta aver percepito 9 libbre e 3 soldi per la decorazione di un salterio per il re Pietro III il Cerimonioso; il 28 agosto dello stesso anno il pittore firmava una quietanza nella quale si autodefiniva illuminator e cittadino di Barcellona. Il 26 marzo 1353 il monarca ordinava che si pagassero 10 libbre a D., pittore di Barcellona, per i retabli che gli erano stati commissionati per le cappelle reali di Maiorca e Valencia: è questa la prima menzione dell'artista come pittore di retabli al servizio del re.Tra i riferimenti documentari relativi a D. fino al 1362 appaiono di grande importanza quelli dell'8 ottobre 1356 e del 14 aprile 1357 per collocare l'artista nella corrente italianizzante della pittura trecentesca catalana. Nel primo il re ordinava il pagamento di 12 libbre a D. per l'esecuzione della coperta per il retablo della cappella del castello di Lérida; poiché il retablo era stato commissionato dallo stesso monarca a Ferrer Bassa, che vi aveva lavorato tra il 1343 e il 1345, vengono attestati i legami che univano i due pittori tanto da permettere a D. di ereditare un incarico reale che non era stato interamente portato a termine da Ferrer Bassa, principale pittore della corte di Pietro III fino al 1348. Nel secondo documento D. appare come il maestro di Pere Serra, che svolse per quattro anni il suo apprendistato presso l'artista e che fece parte in seguito, a partire dal settimo decennio del Trecento, della principale bottega di produzione di retabli attiva a Barcellona.A partire dal 1362 la documentazione si interrompe per diciotto anni. D. compare di nuovo, in due notizie del 1380 e del 1385, come miniatore proveniente dalla città di Barcellona, ma poiché si tratta di due atti privati riguardanti la compravendita di una schiava tartara, non vi sono precisi riferimenti alla sua attività artistica. Il pittore morì probabilmente prima del 22 maggio 1391, quando Llorença, la vedova dell'artista, compare in un atto come tutrice dei suoi figli.Il lungo lasso di tempo intercorso fra il primo e il secondo gruppo di notizie riguardanti D. e il fatto che negli ultimi anni non risultino incarichi di lavoro a suo nome hanno condotto parte della critica a ritenere che gli artisti citati nelle due serie di documenti siano identificabili con due diverse persone: l'artista che compare nei documenti del 1380 e del 1385 sarebbe il figlio omonimo del pittore e miniatore di corte attestato nei documenti precedenti (Gudiol Ricart, Alcolea i Blanch, 1986, p. 51).Il documento del 1353 fa riferimento molto probabilmente al retablo della cappella di Santa Anna del castello dell'Almudaina di Palma di Maiorca. Di tale opera lo scomparto principale, con i corrispondenti montanti, è attualmente a Lisbona (Mus. Nac. de Arte Antiga); l'iconografia con S. Anna e la Vergine, così come la presenza delle insegne reali catalano-aragonesi e degli emblemi di tre delle spose di Pietro III (Maria di Navarra, Eleonora di Portogallo, Eleonora di Sicilia) ne confermano la provenienza dall'unica cappella reale catalana dedicata a s. Anna; in precedenza, tra il 1343 e il 1345, quest'opera era stata commissionata a Ferrer Bassa, che però forse non diede neanche inizio al lavoro. A Palma (Mus. de Mallorca) si conserva l'altra parte superstite: si tratta di una tavola con la Crocifissione e con le insegne reali che, per analogie dimensionali e tecniche e per similitudini stilistiche, è da ritenersi il coronamento del corpo principale del retablo.La critica ha attribuito a D. altre opere: il retablo dedicato a s. Marta della chiesa parrocchiale di Iravals in Alta Cerdanya e quello delle Ss. Marta e Margherita (Barcellona, Mus. de la Catedral); il polittico dedicato alla Vergine (Lille, Mus. des Beaux-Arts; Cracovia, Mus. Narodowe; Barcellona, Mus. d'Art de Catalunya); tre retabli eseguiti tra il 1356 e il 1359 e donati da Enrique de Trastámara al santuario di Nuestra Señora di Tobed, presso Saragozza, dedicati rispettivamente alla Vergine (Saragozza, coll. privata), a s. Giovanni Battista (Madrid, Mus. del Prado; Barcellona, Mus. Diocesano; Sitges, Mus. Maricel de Mar) e a s. Margherita (Madrid, Mus. del Prado); il corpo centrale del retablo di s. Vincenzo, proveniente dalla chiesa del borgo di Sant Celoni, presso Barcellona (Barcellona, Mus. Diocesano) e un piccolo retablo da oratorio con la Pentecoste (Barcellona, Mus. Diocesano); quattro scomparti di un retablo con la Passione (Saragozza, Santo Sepulcro) e infine un piccolo retablo da oratorio con la Vergine della Misericordia (Madrid, Mus. del Prado).La figura artistica di D., identificata inizialmente dalla critica con il Maestro di Iravals e poi con il Maestro dei Fratelli Serra, è stata definita solo grazie all'attribuzione della tavola con S. Anna e la Vergine (Verrié, 1944).Dal punto di vista stilistico le opere di questo artista propongono un adattamento dei modelli italianizzanti di Ferrer e Arnau Bassa; D. conserva i loro schemi compositivi, ma li semplifica attraverso un più marcato ricorso alla simmetria, privilegiando i valori del disegno e il contrasto delle superfici dai colori piuttosto piatti.
Bibl.:
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