Roy, Ram Mohan
Riformatore socio-religioso indiano (Radhanagar, Hugli, 1772-Bristol 1833), considerato il padre dell’India moderna. Di benestante famiglia brahmana bengalese, si dedicò allo studio delle lingue e delle letterature religiose. Impiegatosi nella East India company (1804-14), nel 1815 si dimise per dedicarsi alla riforma dell’induismo, allora messo sotto accusa da missionari cristiani e pensatori liberali in quanto ricettacolo di credenze idolatriche e superstizioni retrograde. R. propose il ritorno all’antico monismo di Veda e Upanishad e il rigetto delle «incrostazioni» accumulatesi nel corso dei secoli: per propagare questo ideale fondò la prima associazione per la riforma socio-religiosa indiana, il Brahmo samaj. Si occupò inoltre della condizione femminile (per sua iniziativa venne bandita nel 1829 l’usanza della sati, l’immolazione della vedova sul rogo del marito) e presentò diverse petizioni in difesa dei diritti degli indiani. Fu ardente ammiratore della Rivoluzione francese e di ogni movimento per la libertà dei popoli. Nel 1830 si recò in Inghilterra a rappresentare, presso il governo britannico, un’istanza dell’imperatore Mughal Akbar II (1806-37), dal quale ricevette il titolo di raja.