Emerson, Ralph Waldo
Scrittore e filosofo statunitense (Boston 1803 - Concord, Massachusetts, 1882). Nato in un’antica famiglia di rigorosa tradizione puritana, rimasto orfano con sei fratelli nel 1811, fu educato con gravi sacrifici dalla madre e dalla zia (Mary Moody Emerson). Frequentò la Harvard University (1817-20) e insegnò per tre anni nella scuola privata del fratello (1820-23); poi, su consiglio della zia, riprese gli studi per dedicarsi al sacerdozio. Divenuto nel 1829 pastore della Chiesa Unitaria di Boston, affrontò con scrupolo ed entusiasmo i propri doveri fino al 1838, quando fu costretto a cedere a dubbi sempre più gravi sullo stato del clero e sulla vitalità della Chiesa. Predicò occasionalmente fino al 1847, ma abbandonò la carriera ecclesiastica. Nel 1832-34 era stato in Europa, dove incontri con W.S. Landor (a Firenze), S. Coleridge, T. Carlyle e W. Wordsworth l’avevano confermato nella strada da prendere. Nel 1834 si stabilì a Concord dove rimase per il resto dei suoi giorni, dedito allo studio e alla meditazione, guadagnandosi da vivere come conferenziere. Due suoi discorsi, The american scholar (1837) e l’Address alla «senior class in divinity college» di Cambridge (1838), contengono i temi di rinnovamento religioso e culturale che avrebbero ispirato il gruppo trascendentalista. I più insigni membri del gruppo (A. Bronson Alcott, H.D. Thoreau, N. Hawthorne e M. Fuller) furono suoi buoni amici e si riunirono spesso nella sua casa. E. tuttavia non volle mai accettare la definizione di trascendentalista. Quando gli fu offerta, accettò a malincuore la direzione (1842-44) della loro rivista The dial, alla quale contribuì con alcuni articoli. Le conferenze gli procurarono ampia popolarità, ma il «profeta di Concord» continuò a vivere in solitudine. Aveva pubblicato nel 1836 un volumetto, Nature (trad. it. Natura ed altri saggi), dove sono contenuti in nuce ed espressi in un’intensa prosa lirica i temi dei suoi saggi, quasi tutti ispirati alle sue conferenze che a loro volta attingevano alle note di diario (Journals, 1909-14; trad. it. Diario), preziosissima fonte per chi voglia seguire l’evoluzione del suo pensiero. E. infatti non costruì un vero e proprio sistema filosofico; piuttosto seppe avvertire ed esprimere le aspirazioni morali, politiche, letterarie e religiose di un’America che cominciava a prendere coscienza di sé come nazione. Muovendo dall’idealismo tedesco, assimilato attraverso i pensatori inglesi, seppe cogliere e rendere vive nel proprio paese idee largamente diffuse nella cultura europea, e più o meno direttamente connesse alla filosofia idealistica, contribuendo così potentemente alla formazione di una coscienza nazionale. E. conservò sempre viva la passione romantica, esaltando contro il materialismo le forze morali e contro il positivismo l’interiorità della coscienza religiosa e di ogni verità umana. Grande prosatore, nella sua opera si nota un’evoluzione stilistica dal denso lirismo di Nature, primo invito a una nuova spiritualità, alla matura chiarezza degli Essays (first series, 1841, second series, 1844; trad. it. Saggi), Representative men (1850; trad. it. Gli uomini rappresentativi), The conduct of life (1860; trad. it. La guida della vita), Society and solitude (1870; trad. it. Società e solitudine), fino alla più stanca prosa degli ultimi saggi riuniti in Letters and social aims (1876), cui si aggiunsero, postumi: Lectures and biographical sketches (1884), The senses and the soul (1884), The natural history of intellect (1893). Le sue poesie, ricche di alta spiritualità ma non sempre poeticamente vive, sono raccolte in Poems (1847) e Mayday and other pieces (1867).