RAIMONDO BORRELL conte di Barcellona
Succedette nel 992 a suo padre Borrell II nelle contee di Barcellona, Ausona e Gerona. Intraprese un viaggio a Roma, per mettere fine ad un conflitto esistente nel monastero di San Cugat del Vallès per l'elezione dell'abate. La sua visita a Roma però dovette avere per scopo principale la richiesta d'aiuto a papa Silvestro II contro i Saraceni i quali, con a capo 'Abd al-Malik al-Muẓaffar figlio del famoso Almansor, invasero i territorî comitali (1003). R. B. intervenne nelle lotte civili dei musulmani spagnoli: una spedizione di 3000 guerrieri catalani con a capo i conti di Barcellona e d'Urgell, accompagnati da altri magnati e vescovi, mosse verso Cordova in aiuto del principe Muhammad ibn Hishām detto il Mahdī contro il suo rivale Sulaimān ibn al-Hakam. Alle armi catalane fu dovuta la vittoria del Mahdi nella battaglia di ‛Aqabat al-Baqar; se non che poco dopo gli alleati venivano sconfitti in altro combattimento (1010). I Catalani superstiti saccheggiarono la città di Cordova. Raimondo Borrell fece anche un'incursione fortunata nei territorî catalani irredenti, ancora sotto il dominio musulmano. Morì nel 1018 pianto dal suo popolo. "Lux ingens patriae" è chiamato in un poema anonimo conservato tra i codici di Ripoll, magnifico elogio funebre Raimundi proceris patris et almi.
Bibl.: P. de Bofarull, Los condes de Barcelona vindicados, I, Barcellona 1836, pp. 197-228; S. Sanpere y Miquel, El año de los catalanes, in Revista de ciencias históricas, IV, ivi 1886, n. 3, pp. 34-55; A. Rovira i Virgili, Hist. nac. de Catalunya, III, ivi 1924, pp. 450-475.