CELLAI, Raffaello
Figlio di Giuseppe e di Assunta Monticini, nacque a Firenze il 2 ott. 1840. Studiò nella città natale e fu scultore e intagliatore, allievo prima di E. Pazzi (che aiutò a compiere il Savonarola nella piazza omonima), poi di P. Fedi (che aiutò a compiere il Ratto di Polissena per la loggia dei Lanzi). La sua attività professionale sembra iniziare nel 1864 fuori d'Italia, in Austria e in Germania. Lavorò a Wiesbaden (monumento a Guglielmo I),a Monaco, a Vienna: quivi eseguì una statua di Schubert, un gruppo colossale rappresentante l'Austria e dodici statue allegoriche per ornare la facciata del Parlamento. Non fu estraneo ad interessi patriottici, politici e sociali, occupandosi nel 1866 di assistenza al prigionieri italiani in Austria e fondando a Vienna uno dei primi circoli socialisti, nonché una Società di mutuo soccorso fra artisti di ogni nazionalità. Dal passaporto, conservato dai discendenti, appare essersi recato nuovamente a Vienna da Firenze nel 1870 con la moglie, Ester Bianchi, e i figli. Più tardi, fra il 1877 e il 1880 compiva a Firenze, su disegno di Robert Henze, cinque statue allegoriche per il monumento alla Germania di Dresda.
Morì a Firenze il 17 febbr. 1915.
Il suo lavoro non si distacca, se non in casi sporadici e marginali (il monumento al Pedrocchi a Padova, quello a Garibaldi a Città di Castello), da una pratica artigianale esecutiva, di cui a Firenze si verifica frequente richiesta nella seconda metà dell'Ottocento da parte degli scultori monumentali italiani e stranieri, alla ricerca di mano d'opera specializzata e provetta. Gli attestati molteplici (documenti presso i discendenti) di ottima esecuzione conseguiti a proposito delle statue per il monumento di Henze a Dresda ne fanno testimonianza. Il C. lavorò poi in aiuto ad A. Rivalta per il gruppo colossale della Forza per l'Altare della Patria a Roma, e ad O. Calzolari per il monumento ai Caduti di Mentana nella piazza omonima a Firenze (1902).
Il C. fu dignitario della massoneria, fondatore della Banca del popolo di Firenze, della Società operaia edificatrice di Peretola, della Società edificatrice degli scultori di Firenze, socio del Circolo degli artisti e lo si può supporre in rapporti con tutto il milieu artistico fiorentino di inizio-secolo: al funerale assistettero fra gli altri Checcucci, Focardi, A. e C. Rivalta, Sarri, Frilli, Coppedè, Carocci.
Il suo studio fu bombardato durante la seconda guerra mondiale, così che le testimonianze più significative dell'attività del C. sono andate disperse e oggi ai discendenti Cellai-Vidrich di Firenze non rimangono che pochi documenti e un ritratto dello scultore (a firma "Piccioli", olio su tela, cm 122 × 90).
Fonti e Bibl.: Pro Circolo degli Artisti, Progetto di riordin. del circolo in ordine ai postulati del nuovo Statuto, letto dal consigliere R. Cellai nella seduta di consiglio del 20 maggio 1903, Firenze [1903]; Necrologi in Il Nuovo Giornale (Firenze), 17 e 19 febbr. 1915; La Nazione (Firenze), 19 febbr. 1915; Il Caporal Terribile (Palermo), 28 febbr. 1915; L'Illustrazione italiana, 28 febbr. 1915, p. 188; Bollettino semestrale della Società protettrice dei Fanciulli (Firenze), 1° marzo 1915.