MAINELLA, Raffaele
Nacque a Benevento il 31 dic. 1856 da Cesare e da Carolina Morra (cfr. Mainella, cui si rimanda se non altrimenti indicato). Ancora molto giovane si trasferì con la sua famiglia a Bassano del Grappa e, dimostrata una precoce sensibilità artistica, nel 1875 si iscrisse alla Reale Accademia di belle arti di Venezia, dove vinse un premio di 50 lire, riconoscimento assegnato annualmente da parte di alcune fondazioni private agli allievi più capaci nelle tre arti maggiori.
Tra gli insegnanti del M. era Domenico Bresolin, pittore di paesaggi che, anche grazie alla presenza a Venezia di Guglielmo Ciardi, aveva cominciato a diffondere il metodo della pittura di paesaggio en plein air. Sotto la sua direzione il M. cominciò a dipingere dal vero e a olio, mostrando però immediatamente una particolare predilezione verso atmosfere più chiare e velate ottenute con una maniera che sempre di più si avvicinava all'acquerello, tecnica cui si dedicò completamente. All'Esposizione nazionale artistica di Venezia del 1887 partecipò con l'acquerello La pescheria di Chioggia, per il quale ottenne buoni riconoscimenti di critica. Alla stessa Esposizione presentò inoltre i progetti per le quattro barche, le cosiddette "bissone", che dovevano servire per il corteo reale d'inaugurazione e che allegoricamente rimandavano alla Scultura, alla Pittura, all'Architettura e alle Arti applicate (Romanelli).
Durante gli anni di studio all'Accademia il M. aveva conosciuto la figlia del pittore Giulio Carlini, Fanny (Francesca), una delle prime donne a frequentare la scuola d'arte, che sposò nel 1884 (testimone di nozze, il comune amico Giacomo Favretto).
All'inizio degli anni Novanta la carriera del M. sembrava essere consolidata; fra i suoi numerosi acquirenti poteva annoverare, per esempio, l'imperatore di Germania Guglielmo II - al quale aveva ceduto due opere (Noce di Benevento e Regata popolare di Venezia) - o i coniugi Smith, famosi cultori e appassionati d'arte, che durante uno dei loro soggiorni veneziani avevano comprato dodici acquerelli del Mainella.
I suoi ammiratori apprezzavano soprattutto la grazia lieve delle figure e il tono elegante della composizione, ottenuti senza forzare "il vero". Anche a Bruxelles il M. era riuscito a esporre i suoi lavori riscuotendo un favore tale che la Société royale des acquarellistes gli aveva conferito, il 14 genn. 1885, il titolo di "membre honoraire" (Cuozzo, Un acquarellista, p. 173).
Una tappa importante nella vita del M. fu l'incontro con il barone svizzero Carl von Gonzenbach, storico e orientalista, che forse il M. aveva conosciuto presso lo studio fotografico Naya a Venezia nel 1890. Il barone aveva deciso di intraprendere, per motivi di studio, un viaggio lungo il Nilo e aveva individuato nel M. l'artista di cui aveva bisogno per documentare in immagini - destinate a illustrare il suo Nilfahrt (Stuttgart-Leipzig-Berlin 1890) - tutte le scoperte e le sensazioni di quel viaggio. Il M. rimase affascinato da quella esperienza e nel 1894, sempre in compagnia del barone, partì alla volta della Terrasanta, riportando ancora una volta le immagini necessarie per la pubblicazione di un secondo volume intitolato Pilgerritt. Bilder aus Palästina und Syrien, edito a Berlino nel 1895, nel quale compaiono settantaquattro illustrazioni in bianco e nero inserite nel testo e trenta tavole a colori a tutta pagina. Due anni dopo quegli acquerelli furono presentati a Berlino, al salone Schultz, e alla Mostra internazionale di Venezia. In quell'anno la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma decise di acquistare dall'artista l'acquerello con il Mercato di Chioggia consacrandone così la fama (Colasanti).
Il mestiere di illustratore gli aveva permesso di conoscere la vedova di Louis Stern, la scrittrice Ernesta Hierschel, nota anche con lo pseudonimo di Maria Star, per la quale eseguì tra l'altro le illustrazioni del volume, pure ispirato alle vestigia e alle antichità egizie, Terre des symboles del 1903, stampato dalla Gazette des beaux-arts in 310 esemplari. In quell'anno, grazie anche al fatto di essere uno dei promotori e fondatori della Biennale di Venezia, gli fu affidato l'incarico di progettare e decorare la cosiddetta "sala del Giornale", ovvero quegli spazi che si volevano riservati a giornalisti, pubblicisti e critici d'arte.
Personaggio eclettico, il M. allargò il suo sguardo a tutte le possibili espressioni artistiche. Così sperimentò e si provò indistintamente sia nella cosiddetta arte applicata (con la creazione di gioielli, posate, motivi decorativi per stoffe e parati, lampade), sia nella progettazione di statue e monumenti (come il monumento funebre per la famiglia Stern: Cuozzo, Un acquarellista, p. 173), sia nella decorazione d'interni e nella professione d'architetto. Sempre per la Stern il M. realizzò il progetto di decorazione e restauro del palazzo in stile gotico a S. Barnaba a Venezia, come si occupò della villa "Torre Clementina" a Cap Martin sulla Costa Azzurra. In breve tempo parte dell'aristocrazia italiana e parigina lo incaricò di lavori di progettazione per i propri palazzi, giardini e parchi.
Anche negli ultimi anni della sua vita il M. non smise di lavorare nonostante una grave malattia agli occhi; allestì anzi uno studio nell'albergo La Maddalena di Pellestrina, dove passava le vacanze estive.
Morì il 27 apr. 1941 al Lido di Venezia, nella casa che aveva egli stesso progettato.
Fonti e Bibl.: M. Beduschi, Arte contemporanea, Venezia 1903, pp. 65-67; A. Colasanti, La Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, Milano-Roma 1915, p. 136; N. Mainella, Il pittore R. M. nei ricordi della figlia Nora, Venezia 1955; G. Romanelli, Bissone e barche del secondo '800, in Bissone, peote e galleggianti (catal.), Venezia 1980, pp. 42 s.; Venezia nell'Ottocento. Immagini e mito (catal., Venezia), a cura di G. Pavanello - G. Romanelli, Milano 1983, p. 76; S. Fuso - S. Mescola, R. M., in L'artigianato d'arte a Venezia fine '800 inizi '900 (catal.), Venezia 1984, pp. 17 s.; Una città e il suo museo: un secolo e mezzo di collezioni civiche veneziane (catal.), Venezia 1988, p. 264; A. Cuozzo, R. M.: un progetto per la Duse, in Scritti in onore di Nicola Mangini, a cura di C. Alberti - G. Morelli, Roma 1994, pp. 41 s.; Id., Un acquarellista: R. M., in Venezia. Arti, 1994, n. 8, pp. 171-173; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, p. 577.