MONEO, Rafael
Architetto spagnolo, nato a Tudela il 9 maggio 1937. Ha conseguito la laurea presso la Scuola di Architettura di Madrid (1961), lavorando dal 1958 al 1961 insieme con F. J. Saenz de Olza e successivamente, nel 1961-62, con J. Utzon a Hellebaeck in Danimarca. Fondamentale per la formazione culturale di M. è stata l'esperienza condotta a Roma negli anni 1963-65, come borsista ospite dell'Accademia di Spagna. Il suo ritorno a Madrid ha segnato l'inizio della duplice attività di progettazione e d'insegnamento presso la Scuola di Architettura. Progettazione e insegnamento per M. esprimono nel modo più completo e articolato i molteplici rapporti esistenti nell'ambito del dibattito architettonico; questi due aspetti, infatti, si confrontano e interferiscono reciprocamente e costantemente alimentando di nuovi stimoli e temi la sua attività professionale e la sua riflessione teorica. Nel 1970 ha ottenuto la cattedra di Elementi di composizione alla Scuola di Architettura di Barcellona, dove è rimasto fino al 1980; nel 1974 ha fondato, insieme ad altri, la rivista Arquitecturas - Bis. In questo stesso periodo, la sua attività didattica si è sviluppata a livello internazionale presso le università di New York, Losanna e l'Harvard University, dove dal 1985 dirige la Graduate School of Architecture. M. vanta inoltre un'attività internazionale di seminari a Bruxelles, Londra, Roma, Venezia, Zurigo. Dal 1980 insegna presso la Scuola di Architettura di Madrid.
La migliore interpretazione delle opere architettoniche di M. è da lui stesso offerta quando afferma: "Riteniamo sia necessario accettare la peculiarità e singolarità di ogni caso, nella convinzione che dal modo di intendere l'architettura e dalla flessibilità della disciplina, e non da concetti aprioristici, possa nascere la soluzione del problema" (in Lotus International, 32 [1981], 3, p. 31). Dai suoi progetti principali, pur così versatili e ricchi di forme nel loro adeguarsi ai diversi contesti e ai vari temi architettonici, è possibile enucleare caratteri ricorrenti e tipici del suo operare: massima attenzione per lo spazio di uso pubblico ed estrema semplicità della sua stessa organizzazione, come prerogative essenziali del progetto, ancor prima della destinazione d'uso della sua architettura (Banco de España a Jaén, 1984); rapporti di scala diversi, esistenti nello stesso edificio, ognuno dei quali in relazione con i diversi aspetti del contesto immediato ottenuti con orditure e volumi a varie dimensioni (''Bankinter'', Madrid, 1972-76); interventi per accostamento di forme forti e decisamente definite (ampliamento del Municipio di Logroño, 1973-81); creazione di spazialità nuove mediante elementi della tradizione antica (Museo d'Arte Romana a Merida, 1980-85). L'attività di M. oscilla quindi tra invenzione e memoria; tra forme rinnovate e materiali, tecnologie e strutture tradizionali.
Oltre ai già citati lavori, altri suoi progetti sono: Fabrica de Estre, Saragoza (1965-67); ampliamento della Plaza de Toros, Pamplona (1966-67); El edificio Uremea, San Sebastian (1969-71); Istituto d'assicurazione della Previdenza Spagnola, Siviglia (1987); ampliamento della stazione di Atocha a Madrid (1989); il nuovo aeroporto di Siviglia (1992). Sono da segnalare inoltre: il progetto del Concorso per Cannaregio a Venezia (1978) e quello per il Concorso del Palazzo del Festival a Santander (1984). Vedi tav. f.t.
Bibl.: Lotus International, 23 (1979), 2; 27 (1980), 2; 32 (1981), 3; 35 (1982), 2; numero monografico di El Croquis, 20 (aprile 1985); The Architectural Review, 1071 (maggio 1986); Techniques et Architecture, 371 (aprile/maggio 1987); Domus, 718 (luglio/agosto 1990) e 736 (marzo 1992).