MENDIVE, Rafael María
Poeta cubano, nato il 24 ottobre 1821 all'Avana, dove morì nel 1886. Nella sua vita mite soffrì, ingiustamente, l'esilio (1868), prima a Madrid, poi a New York, dove scrisse in favore dell'indipendenza del suo popolo.
Il tono delle sue prime liriche (Pasionarias, 1847), delicate e malinconiche e tutte rivolte alla tenera intimità dello spirito o alla gentile: meditazione degli spettacoli naturali, conservò questa sua levità e schiettezza anche quando le esperienze umane e letterarie del poeta si allargarono a contatto degli ambienti intellettuali d'Europa e soprattutto di Madrid (1848-1852). Cosicché la raccolta completa (Poesías, Madrid 1860; ultima ediz., Avana 1883) risulta come un continuo commento di vita tenue e raccolta, riflessa da una luce eguale, gentile ed elegiaca, senza le incomposte esagerazioni oratorie e la torbida e non sempre sincera passionalità del tempo. L'amoroso studio di Wordsworth, Tennyson e Rossetti affinò la sensibilità del suo temperamento, che nell'"emozione espressa con serenità" trovò il suo programma estetico. La stessa temperanza d'accento il M. portò nel teatro e nei poemi drammatici (La nube negra, 1865; Los pobres de espíritu; Por la patria, ecc.). Fine e fedele la sua traduzione da T. Moore (Melodías irlandesas).
Bibl.: S. Salazar, R. M. M., Avana 1915; J. J. Remos y Rubio, Historia de la liter. cubana, Avana 1925.