RADOM (A. T., 51-52)
Città della Polonia centrale, capoluogo di circondario nel voivodato di Kielce. È situata presso il margine settentrionale dei rilievi della Piccola Polonia sulla riva destra della Mleczna, affluente della Radomka, che è un tributario della Vistola, a 182 m. s. m. Aveva 61.627 ab. nel 1921 e 78.072 nel 1931, per circa ⅓ Ebrei. È il più importante centro polacco dell'industria del cuoio, e ha pure industrie metallurgiche, meccaniche e chimiche; vi passa la linea ferroviaria Dgblin-Kielce, che prosegue poi per la Slesia.
Storia. - È conosciuta fino dal sec. XII. Deve il suo sviluppo specialmente al re Casimiro il Grande che, nel sec. XIV, fortificò la città e le concesse privilegi. La sua posizione di punto di incrocio d'importanti strade fece sì che Radom sviluppò il suo commercio e fu sede di congressi politici e di diete. Quivi nel 1401 i Polacchi firmarono uno degli atti dell'unione con la Lituania, e nel 1505 una dieta proclamò la cosiddetta costituzione "nihil novi" che costituì la pietra angolare del parlamentarismo polacco. Nel sec. XVII Radom divenne sede del tribunale delle finanze. Nella terza spartizione della Polonia del 1795 Radom venne in possesso dell'Austria; negli anni 1809-1815 appartenne al principato di Varsavia, dal 1815 al "regno di Polonia". Sotto il governo russo negli anni 1845-1914 fu capoluogo di governatorato. Radom ha alcune chiese antiche, di cui una, la parrocchiale, del sec. XIV, un'altra dei bernardini (minoriti dell'osservanza) del sec. XV.
Confederazione di Radom. - Fu un'intesa, attuata nel 1767 per opera della Russia, dalla parte più conservatrice della nobiltà polacca, contraria alle riforme che il re Stanislao Augusto appoggiato dal partito dei Czartoryski, voleva realizzare per trasformare la Polonia in uno stato dalle istituzioni moderne. A una riforma dell'organizzazione polacca era contraria anche la Russia, temendo che insieme con le antiche istituzioni del regno venisse meno anche l'influsso della Russia basato sull'anarchia che s'era insinuata in Polonia nella prima metà del sec. XVIII. Capo della confederazione formata a Radom nel 1767 divenne il principe Carlo Radziwiłł, ma in realtà essa era diretta dall'ambasciatore russo in Polonia N. Repnin. I fini ufficiali della confederazione erano la difesa del cattolicismo e della libertà, ma effettivamente essa mirava a spodestare il re. Quando però il re, sentendosi minacciato, si ridusse a patti con Repnin, questi costrinse i confederati a dichiararsi per il re, terrorizzò la dieta allora convocata facendo rapire e deportare in Russia tre senatori (tra cui il vescovo di Cracovia, Sołtyk) e impose alla dieta degli impegni che non erano desiderati né dal re né dai confederati e ridondavano ad esclusivo vantaggio della Russia. Si tratta dei cosiddetti diritti cardinali del 1768 che sancivano le vecchie istituzioni tra le quali: il liberum veto che dava a ogni singolo deputato il potere di frustrare i lavori della dieta; il diritto de non praestanda oboedientia di fronte al re; e la libera elezione del re, che apriva l'adito agl'influssi stranieri. La tutela di questi diritti e del territorio polacco fu assunto dalla Russia che con ciò ridusse la Polonia alla sua dipendenza, rendendole impossibile di realizzare, senza il proprio consenso, una riforma dell'organizzazione statale.