radicalpopulista
(radical-populista), s. m. e f. e agg. Chi o che sostiene posizioni politiche che idealizzano in modo radicale il popolo come depositario di valori etici e sociali.
• L’esperienza del passato, quando le crisi hanno fatto avanzare l’Europa, serve fino ad un certo punto. Questa volta, un rinnovato impulso fronteggia opinioni pubbliche incerte, un allentamento della coesione comunitaria, il fastidio per un’integrazione percepita come una camicia di forza, la moltiplicazione di movimenti radicalpopulisti che esaltano il localismo, il separatismo (risultato delle elezioni in Belgio) ed anche tanta colpevole indifferenza. (Antonio Puri Purini, Corriere della sera, 21 giugno 2010, p. 15, Idee) • Nel bel mezzo dell’eurocrisi, mentre la Francia affronta un pericoloso declino, l’Italia spera di risparmiarsi crisi di governo e la Germania non ha ancora un nuovo esecutivo, nasce un nuovo polo, assertivo e pericoloso per i partiti tradizionali: ovunque, da Parigi a Vienna, i radicalpopulisti antieuropei hanno saputo pescare consensi a valanga tra elettori democristiani-centristi o socialdemocratici. (A[ndrea] T[arquini], Repubblica, 13 novembre 2013, p. 12, Politica estera) • Marine Le Pen ha molti motivi per proclamarsi comunque largamente soddisfatta, perché queste consultazioni amministrative rappresentano l’ennesimo record, e consegnano alla sua destra radical-populista almeno 10 punti percentuali in più del voto locale del 2011 (quando arrivò al 15%). (Massimiliano Panarari, Giornale di Brescia, 23 marzo 2015, p. 1, Prima pagina).
- Composto dagli agg. radicale e populista.
- Già attestato nel Corriere della sera del 25 gennaio 1966, p. 3 (Enzo Bettiza).