QYZIL
. Località del Turkestan cinese nella provincia di Sinkiang, a settentrione del medio corso del fiume Tarim. Quivi giacciono le rovine dette dei "Mille Buddha", esplorate da A. Grünwedel, dal Le Coq e dal Pelliot. I templi sono caverne scavate nella roccia. Generalmente ad un atrio con vòlta a botte segue una cella quadrata o rettangolare, ma si trovano anche costruzioni a cupola di tipo persiano. Le immagini del culto sono generalmente in stucco dipinto; pareti e soffitti sono affrescati. I monumenti di Qyzil vanno dal secolo V all'VIII. Nelle opere plastiche gli elementi ellenistici così caratteristici per l'Asia Centrale si rivelano nella modellazione del viso, negli ornamenti e nel drappeggio; è invece cinese il taglio obliquo degli occhi sottili. La fusione artistica è particolarmente evidente nelle numerose pitture parietali. Vi sono nudi muliebri mossi da un ritmo decisamente indiano. Nelle figure dei committenti si scorge l'influsso persiano o bizantino. Specialmente i cavalieri con veste a cintura e larghi risvolti, con la spada lunga e diritta, il corto pugnale scita, la lancia, con il caratteristico viso rotondo e i piccoli baffi, ricordano le miniature dell'Asia occidentale. Lo schematismo del paesaggio può derivare tanto dall'India quanto dalla Cina. Gran parte delle pitture di carattere religioso furono staccate e si trovano ora al Museum für Völkerkunde di Berlino. I colori turchino, verde, bruno, arancione vi sono ancora freschi. I metodi artistici sembrano più indiani che cinesi; il pittore unisce ai contorni la modellazione, ma senza dare a questa lumi particolari. La tecnica cinese si affermò più tardi, quando Qyzil era già abbandonata.
Bibl.: A. Gründwedel, Altbuddhististische Kultstätten in Chinesisch-Turkestan, Berlino 1912.