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ARMELLINI, Quirino

di Giorgio Boatti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)
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ARMELLINI, Quirino

Giorgio Boatti

Nacque il 31 genn. 1889 a Legnaro (Padova) da Antonio, coltivatore diretto, e Maria Basso. Dopo aver completato brillantemente i corsi presso l'Accademia militare di Modena partecipò alla guerra di Libia e alla prima guerra mondiale. Nel corso del ventennio successivo gli fu affidato il comando di reparti stanziati in patria e nelle colonie dell'Africa orientale. In particolare, dopo aver avuto il comando delle truppe stanziate in Somalia, rivestì - a partire dal 28 nov. 1935 - l'incarico di capo dell'ufficio operazioni del Comando superiore in Africa orientale, diventando uno dei più stretti collaboratori di Badoglio durante la guerra d'Etiopia.

Alla guerra condotta dalle forze italiane contro l'esercito e la guerriglia etiopici l'A. dedicò un volume di memorie (Con Badoglio in Etiopia, Milano 1937) pubblicato con un'enfatica prefazione di Badoglio. Il libro fu redatto sotto forma di cronaca minuziosa e per molti aspetti apologetica dell'opera di comando svolta giorno dopo giorno da Badoglio durante il semestre di permanenza in Etiopia.

Lo stretto rapporto di collaborazione tra l'A. e il maresciallo venne ribadito nel giugno del 1940 quando, all'entrata in guerra dell'Italia, l'A. assunse la carica di generale addetto presso lo Stato Maggiore Generale (poi Comando Supremo) affidato a Badoglio.

Nel periodo immediatamente successivo alla sostituzione di questo con il nuovo capo di Stato Maggiore Generale, generale Ugo Cavallero (6 dic. 1940), il generale Guzzoni - al quale fu affidato l'interim del comando durante l'assenza di Cavallero, impegnato sullo scacchiere greco - rimosse l'A. dall'incarico. Generale addetto allo Stato Maggiore Generale fu promosso Giovanni Magli, già comandante della divisione Centauro, mentre l'A. passò al comando della divisione La Spezia e successivamente del XVIII e IX corpo d'armata.

Il 25 luglio 1943, in seguito alla caduta e all'arresto di Mussolini e al conferimento della carica di capo del governo a Badoglio, questi affidò all'A. la delicatissima carica di comandante della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN).

Nel corso dei primi giorni di agosto Badoglio pensò all'A. come possibile incaricato delle trattative di armistizio con gli alleati; ma la permanenza del generale al comando della MVSN - permanenza che l'A. utilizzò per neutralizzare i reparti più accesamente antimonarchici operando contemporaneamente per lo scioglimento dell'intera organizzazione - impedì che gli fosse affidata la delicata missione.

All'annuncio dell'armistizio, sembrò esser stato incaricato, sulla base di indicazioni espresse da Badoglio, di reggere il comando di Roma "città aperta" sotto l'occupante tedesco. Ma questo ruolo, nelle ore convulse che fecero seguito alla fuga da Roma verso Pescara del re e del governo, venne assunto invece dal generale Carlo Calvi di Bergolo mentre l'A., allontanatosi dalla capitale, raggiunse il convoglio dei fuggiaschi, quando questi, già a bordo della "Baionetta", erano in procinto di salpare verso la Puglia. Tuttavia all'A. non venne permesso di salire a bordo e di unirsi ai partenti.

Nei mesi successivi l'A. partecipò alle attività della resistenza monarco-badogliana e il 24 genn. 1944, quando lo sbarco alleato ad Anzio faceva prevedere la liberazione della capitale entro brevissimo tempo, assunse l'incarico di comandante del Fronte clandestino di Roma. Dopo la Liberazione resse i comandi territoriali di Udine e di Palermo e quindi fu nominato presidente del Consiglio Supremo delle Forze armate.

Nel dopoguerra pubblicò due opere (La crisi dell'esercito, Roma 1945 e Diario di guerra. 9 mesi al Comando Supremo, Milano 1946) nelle quali, procedendo ad una vasta opera di ricostruzione delle vicende italiane relative al secondo conflitto mondiale, cercò di scagionare da ogni responsabilità sull'entrata in guerra e sulla direzione del conflitto i vertici militari ed in particolare lo Stato Maggiore.

Contro questa tesi che l'A. andò sostenendo anche su diversi periodici, ed in particolare sulla Rivista militare, non mancarono di alzarsi nette e giustificate note di polemica e di dissenso.

Decorato, nel corso della carriera, dell'Ordine militare d'Italia e di quattro medaglie al valor militare, nel 1952 fu collocato nella riserva per raggiunti limiti di età.

L'A. morì a Roma il 13 genn. 1975 dopo aver svolto per diversi anni una vivace attività pubblicistica quale collaboratore, su temi di politica militare, di vari quotidiani e settimanali.

Fonti e Bibl.: Oltre ai tre volumi dell'A. citati nel testo, di particolare interesse per inquadrare i suoi rapporti con Badoglio è la prefazione di quest'ultimo al libro del 1937. Le tesi sostenute circa il ruolo dello Stato Maggiore italiano nel corso del secondo conflitto mondiale si trovano, tra l'altro, negli articoli: L'alto comando e la preparazione dei quadri, in Rivista militare, III (1947), pp. 615-618; Le basi per la ricostruzione dell'esercito, ibid., IV (1948), pp. 353-362; Il grave problema dei quadri, ibid., pp. 1084-1091. Riferimenti all'attività svolta dall'A. al fianco di Badoglio in L. Ceva, Le forze armate, Torino 1981, ad Indicem; cfr. anche: Id., La condotta italiana della guerra, Milano 1975, ad Indicem. Sulruolo intricato e complesso giocato dall'A. nel corso degli eventi che vanno dal 25 luglio 1943 alla liberazione di Roma si vedano: G. Bianchi, 25 luglio crollo di un regime, Milano 1963, ad Indicem; R. Zangrandi, L'Italia tradita. 8 sett. 1943, Milano 1971, ad Indicem.

Vedi anche
Ugo Cavallèro Cavallèro, Ugo. - Generale italiano (Casal Monferrato 1880 - Frascati 1943); partecipò alla guerra di Libia, e nella prima guerra mondiale rivelò qualità notevoli durante l'offensiva austriaca nel Trentino (1916) e nel corso della ritirata di Caporetto. Fu nominato capo dell'ufficio operazioni del Comando ... Pietro Badòglio Badòglio, Pietro. - Generale italiano (Grazzano Monferrato 1871 - ivi 1956). Capo di S. M. generale sin dal 1925, condusse la vittoriosa campagna in Etiopia (1935-36). Si dimise durante la seconda guerra mondiale dopo l'insuccesso in Grecia. Chiamato dal re a sostituire B. Mussolini (25 luglio 1943), ... Roberto Bencivènga Bencivènga, Roberto. - Generale e uomo politico italiano (Roma 1872 - ivi 1949). Prese parte alla guerra libica e alla prima guerra mondiale (1917: comandante della brigata "Aosta"). Lasciato nel 1919 il servizio attivo ed entrato nel giornalismo, prese posizione contro il fascismo e nel 1924 fu deputato ... Roatta, Mario Generale italiano (Modena 1887 - Roma 1968). Partecipò alla prima guerra mondiale e fu poi addetto militare a Varsavia, Riga, Tallinn, Helsinki. Comandò il corpo di spedizione italiano in Spagna (1936-39) e nel 1939 fu inviato a Berlino come addetto militare. Capo di S.Roatta, Mario (1941), nel sett. ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Storia
Tag
  • MILIZIA VOLONTARIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE
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  • AFRICA ORIENTALE
Altri risultati per ARMELLINI, Quirino
  • Armellini, Quirino
    Enciclopedia on line
    Generale (Legnaro, Padova, 1889 - Roma 1975); dopo la caduta del governo fascista (luglio 1943), ricoprì la carica di comandante generale della M.V.S.N., che provvide a sciogliere; quindi assunse a Roma il comando del Fronte clandestino di resistenza. Fu presidente del Consiglio superiore delle FF. ...
Vocabolario
quirino
quirino (e Quirino) agg. e s. m. [dal lat. Quirinus]. – Propriam., nome di una divinità (v. quirinale), leggendario eponimo dei Romani antichi (che furono detti perciò Quiriti), così chiamato perché, secondo alcune interpretazioni, dio...
armellinato
armellinato s. m. e agg. [der. di armellino1]. – In araldica: 1. s. m. Varietà dell’armellino con uno o ambedue gli smalti diversi dall’argento e dal nero. 2. agg. Attributo delle figure caricate di moscature.
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