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Tertulliano, Quinto Settimio Florente

Dizionario di filosofia (2009)
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Tertulliano, Quinto Settimio Florente


Apologeta e scrittore cristiano (n. Cartagine tra il 155 e il 160 - m. 230 ca.). Ricevette un’educazione classica completa, comprendente anche una buona conoscenza del greco. Datosi presto allo studio della giurisprudenza, ne divenne assai esperto; tanto che si era supposta una sua identificazione con l’omonimo giurista di cui si hanno frammenti nel Digesto. T. fu probabilmente anche a Roma (ma si ignora quando e quante volte). La conversione al cristianesimo venne, tra il 190 e il 195, rapida e definitiva; da allora T. fu il più duro e pugnace combattente per la nuova fede, a vantaggio della quale impiegò tutte le risorse della sua vasta cultura e della sua dialettica, vigorosa se non sempre rigorosa. La severità della sua concezione etico-religiosa e le tenaci preoccupazioni escatologiche lo portarono attorno al 207 ad avvicinarsi al montanismo, cui successivamente aderì. In questo egli era coerente, poiché il suo cristianesimo aveva sempre portato l’impronta d’uno spirito nettamente realistico e d’una ferma fede nei valori escatologici originari. T. visse assai a lungo, ma sono ignoti il luogo e la data esatta di morte. Con T. la cristianità dell’Africa occidentale romana, che ebbe poi una parte decisiva nella storia del cristianesimo e dell’Impero, entra nella piena luce della storia. Con lui si fa cominciare la teologia latino-occidentale, che andava progressivamente differenziandosi dalla grande speculazione teologica greco-orientale. T. dette a questa teologia l’impronta della sua fede, dominata dalle questioni della vita della comunità e dai problemi etici. Così, notevole fu il contributo di T. al problema trinitario, da lui risolto in senso antimonarchiano, con una concezione dell’unità divina come molteplicità di ipostasi, ognuna in corrispondenza di un dato momento dell’evoluzione religiosa dell’umanità (e T. usava per primo, gettando i fondamenti della terminologia teologica latina, i termini trinitas, substantia, persona). Contro Marcione e gli gnostici, difendeva fortemente l’idea dell’unità di Dio e della sua rivelazione nelle Scritture, compreso l’Antico Testamento. Contro gli gnostici in partic., rigettava l’idea della salvezza come esperienza personale del credente nell’insegnamento di Cristo, riaffermando energicamente la redenzione attraverso l’incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù, preludio alla resurrezione dei morti e all’instaurazione del regno. Il contributo di T. alla definizione del dogma è tutto permeato di forte realismo, contrario a ogni versione puramente speculativa dei valori religiosi e teologici: nella considerazione dei problemi dell’anima e di Dio, egli portava questa sua ansia del concreto, parlando di corporeità dell’anima e di corporeità sui generis di Dio. Aspra e robusta, l’apologetica di T. rivendicò contro la persecuzione imperiale i fondamenti stessi del diritto romano, la giustizia e l’equità, violate dai giudici pagani, iniqui e parziali con i cristiani. Ma l’atteggiamento di T. verso le persecuzioni non è solo di difesa e di critica, ma soprattutto di sfida: di fronte alla battaglia egli non si trae indietro né cerca un accomodamento, bensì rivendica il pieno diritto alla vita della nuova fede, che egli sente come ricapitolazione della spiritualità precristiana, pienamente legittima di fronte alla filosofia, alla ragione, alla moralità e allo stesso diritto positivo. Incerta è la cronologia delle opere di Tertulliano. Tra le prime sono l’Ad nationes e l’Apologeticum (197: si discute se precedente o seguente all’Octavius di Minucio Felice, ma probabilmente precedente); un gruppo di trattatelli morali che affrontano i problemi della comunità cristiana, tranne l’Ad martyres (197 se non 202-203), si estende tra il 200 e il 212: De baptismo; De oratione; De patientia; De poenitentia; De idololatria; De virginibus velandis; De cultu feminarum. Scritti di polemica teologica e antiereticale sono il De praescriptione haereticorum (200 ca.); l’Adversus Hermogenem (206 ca.); l’Adversus Valentinianos (211 ca.); l’Adversus Marcionem (ne possediamo la 3a ed., in 5 libri, scritta tra il 207-208 e il 211); il De carne Christi; il De resurrectione carnis (211 ca.). Al periodo montanista appartengono ormai (212-222): De fuga in persecutione; Adversus Praxean; De monogamia; De ieiunio; De pudicitia. Si ricordano inoltre: Adversus Iudaeos; De pallio; De exhortatione castitatis; De corona militis; Scorpiace; Ad Scapulam. Non ha più seguito l’attribuzione a T. delle parti redazionali della Passio Ss. Perpetuae et Felicitatis. Scrittore di grandi doti, T. fu il vero creatore del latino ecclesiastico e uno dei più grandi scrittori della letteratura latina, nella quale la sua opera rappresenta una svolta decisiva.

Vedi anche
Marcióne Marcióne (gr. Μαρκίων -ωνος; lat. Marcio -onis). - Eretico (n. Sinope 85 d. C. circa - m. 160 circa). Di agiata condizione, si trasferì a Roma; quando espose le sue tesi sulla totale inconciliabilità tra Nuovo e Vecchio Testamento fu subito scomunicato. Dalla sua predicazione sorse un movimento religioso, ... gnosticismo Complesso di dottrine e di movimenti spirituali, sviluppatosi in età ellenistico-romana e fiorito a fianco del cristianesimo antico. Si tratta di un insieme assai vario di sistemi e di scuole, privi di direzione comune, ai quali conferisce unità lo sforzo di soddisfare esigenze proprie dell’ambiente ... risurrezione Ritorno in vita dopo la morte. 1. risurrezione della carne Nella storia delle religioni l’idea secondo cui il defunto risuscita a una nuova esistenza – sia che si ritenga che con la morte egli scompaia totalmente, sia che il solo corpo muoia, mentre l’anima sopravvive per essere successivamente riunita ... persona Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale ecc., considerato sia come elemento a sé stante sia come facente parte di un gruppo o di una collettività. antropologia A partire dagli studi di L. Lévy-Bruhl, M. Leenhardt e, soprattutto, M. Mauss, la ricerca antropologica ...
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  • LETTERATURA LATINA
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    Dizionario di Storia (2011)
    Apologeta e scrittore cristiano (n. Cartagine forse tra il 155 e il 160). Dopo la conversione (190-195), mise la sua cultura e la sua dialettica al servizio della nuova fede, che difese contro le persecuzioni imperiali. T., con il quale si fa iniziare la teologia latino-occidentale, combatté le eresie, ...
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    Enciclopedia on line
    Apologeta e scrittore cristiano (sec. 2º-3º d. C.). Considerato il padre della teologia latino-occidentale, che già allora si differenziava dalla grande speculazione teologica greco-orientale, fu uno dei più grandi scrittori della letteratura latina, nella quale la sua opera rappresenta una svolta decisiva; ...
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    Enciclopedia Italiana (1937)
    Mario Niccoli Apologista e scrittore cristiano. Le scarne e malcerte notizie che la tradizione cristiana ci ha trasmesso sulla vita e sulla carriera di T., trovano un riscontro nell'avarizia di dati biografici che si possono trarre dalla stessa eredità letteraria, pur tanto copiosa, dello scrittore. ...
Vocabolario
quinto
quinto agg. num. ord. e s. m. [lat. quintus (o quinctus), der. di quinque «cinque»]. – 1. agg. Che, in una sequenza o in una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero cinque, cioè viene dopo altri quattro (in numeri...
sèttima
settima sèttima s. f. [femm. sostantivato dell’agg. settimo]. – 1. Con il valore di numerale ordinale dell’agg. settimo, ricorre in alcune denominazioni nelle quali è facilmente sottinteso il sost. femm.: la s. di Beethoven, la settima...
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