FILIPPO, Quinto Marcio (Quintus Marcius Philippus)
Nato verso il 229 a. C., pretore in Sicilia nel 188, fu nominato console con Sp. Postumio Albino, nel 186, quando il Senato lo incaricò di procedere insieme col collega a indagini e alla repressione per lo scandalo dei Baccanali: il senatusconsultum de Bacchanalibus (Corp. Inscr. Lat., I, 2ª ed., n. 581) fu votato appunto su proposta dei due colleghi. Sul finire dell'anno di carica, venuto in Liguria, patì una grave sconfitta nel territorio degli Apuani. Mandato nel 183 ambasciatore a Perseo, lo persuase a togliere le sue guarnigioni dalle città della costa tracia. Più di un decennio dopo, decisa da parte romana la guerra contro il re di Macedonia, fu inviato di nuovo in Grecia alla testa di un'ambasceria ed ivi diede prova di grande abilità e astuzia, nelle trattative con gli Epiroti, gli Etoli, i Tessali, i Beoti e con lo stesso re, che egli persuase a firmare un armistizio molto utile ai Romani. Nominato console per la seconda volta nel 169 a. C., sbarcò ad Azio, e, preso in Tessaglia il comando, avanzò nel terriritorio dei Perrebi, ove lo incontrò un'ambasceria achea guidata da Polibio, che di lui e delle sue operazioni poté scrivere quindi con cognizione di causa. Superato l'Olimpo, F. si accampò nell'estremo lembo meridionale della Macedonia, ma non riuscì a fare ulteriori progressi, finché nella primavera del 168 dovette consegnare il comando a L. Emilio Paolo, col quale 4 anni dopo rivestì la censura.
Bibl.: Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, col. 1573 segg.; id., Die politische Vernichtung des Griechentums, Lipsia 1925, p. 63; J. Kromayer, Antike Schlachtfelder, II, p. 267 segg., 285 segg.; id., Schlachtenatlas, Römische Abteilung, p. 46 seg.; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, p. 300 segg.