FULVIO Flacco, Quinto (Quintus Fulvius Q. f. M. n. Flaccus)
Figlio maggiore del precedente, ottenne nel 184 a. C. l'edilità curule, e nel 182 la pretura, da esercitarsi nella Spagna citeriore. Raggiunta la provincia, cominciò con l'assediare la città di Urbicina, sulla Turia, e dopo un accanito combattimento coi Celtiberi venuti a soccorrerla, la prese. Nel 181, in cui l'imperium gli fu prorogato, avendo i Lusonî tentato di procacciarsi sedi migliori nel paese dei Carpetani, soggetto all'influsso romano, F., rafforzate fortezza di Contrebia, in cui i superstiti si erano rifugiati. Nella primavera dell'anno successivo, mentre si accingeva a consegnare al successore, T. Sempronio Gracco, il suo esercito, assalito di sorpresa dai Celtiberi in una stretta montuosa, riuscì a stento a sconfiggere il nemico. Tornato a Roma, mentre attendeva il trionfo sui Celtiberi, fu designato console per il 179 col fratello L. Manlio Acidino Fulviano. Riportò un successo sui Liguri, che gli fece ottenere, certo a buon prezzo, un secondo trionfo. Censore con A. Postumio Albino nel 174, svolse notevole attività edilizia, terminando tra l'altro il tempio della Fortuna equestre. Morì nel 172.
Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 246 segg.; H. Nissen, Kritische Unters. über die Quellen der 4. und 5. Dekade des Livius, Berlino 1863, p. 236 segg.; G. De Sanctis, St. dei Romani, IV, i, Torino 1923, p. 460 segg.; A. Schulten, Numantia, I, Monaco 1914, pp. 304 e 327.