METELLO, Quinto Cecilio (Q. Caecilius Metellus)
Figlio di quel L. Cecilio M. che fu console nel 251 a. C., fu pontefice nel 216 a. C., tribuno nel 209, magister equitum alla fine del 207 di M. Livio Salinatore, la cui vittoria sul Metauro ebbe la ventura di annunciare in Roma, allorché questi fu eletto dictator comitiorum habendorum causa. Fu console nel 206, con L. Veturio Filone, e comandò col collega le forze romane che nel Bruzio fronteggiavano Annibale, ma senza operazioni militari degne di nota. Nel 205, M. fu a sua volta dittatore per i comizî. Nel 204, discutendosi in senato i fatti di Locri, sostenne Scipione, provocò la nomina d'una commissione d'inchiesta, e ne fece forse parte egli stesso. Da allora fu fervido fautore della politica degli Scipioni. Nel 186 fu a capo d'una missione senatoria in Macedonia, e poi nel Peloponneso. Cicerone lo ricorda come oratore, ed è conservato un passo di una sua fmmosa orazione funebre per il proprio padre (Plinio, Nat. Hist., VII, 139-141). È lui il console M. che fece incarcerare il poeta Nevio, per gli attacchi alla sua famiglia e agli Scipioni.