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QUIETISMO

di Giuseppe De Luca - Enciclopedia Italiana (1935)
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QUIETISMO

Giuseppe De Luca

. La voce, non risulta con quanto fondamento, si fa risalire all'arcivescovo di Napoli, Innico Caracciolo, che se ne sarebbe servito per primo in una lettera a Innocenzo XI (30 gennaio 1682); in realtà, nel periodo più acuto della controversia, si adoprò di preferenza il termine "orazione di quiete", "la nuova contemplazione", e simili. Le dottrine che sotto questo nome si comprendono sono varie, e vanno desunte dalle condanne che specialmente nel corso del secolo XVII furono emanate dal Sant'Uffizio, in materia di preghiera e di stati spirituali (cfr. De Guibert, Documenta ecclesiastica, Roma 1931, p. 252 segg.).

Le origini del movimento non sono ancora studiate. Chi ha voluto connetterlo con gli alumbrados ha giudicato a occhio; in realtà, sino dagli ultimi anni del Cinquecento incominciano a far capolino, un po' dappertutto e sin nei libri dei santi, alcune espressioni che poi, avulse dal contesto, prese alla lettera e portate a conseguenze estreme, divennero una nuova dottrina. La mistica, com'è noto, in tutto il Cinquecento ebbe una vigorosa vita nella Chiesa e produsse non soltanto una letteratura insigne, ma quasi un rivolgimento universale in molte case religiose. La riduzione della preghiera liturgica fu compensata da un'intensità, a volte paurosa, della preghiera privata. Nessuna meraviglia che sulla fine del Seicento quel movimento, già in decadenza, sboccasse in deformazioni. Inoltre, le dottrine dell'amore, che tanto favore avevano avuto nel Cinquecento sia tra i profani sia tra i religiosi, creando una casuistica molteplice, appaiono nel secolo del Barocco molto divulgate, ma insieme esasperate. Esempio tipico di predecessore innocente, il gesuita Achille Gagliardi col suo Compendio, che nel sec. XVII ebbe diffusione grandissima in tutta l'Europa, sui primi del Settecento fu posto all'Indice e poi ne fu tolto. Ma i casi tipici furono altri, nettamente caratterizzati, e noti col nome di "prequietismo": tali i pelagini di Lombardia, condannati il 1° marzo 1657; alcuni centri liguri, dal 1671 al 1676; il sacerdote Lombardi, nelle Marche, morto nel 1673, e condannato nelle sue dottrine il 1675; e ancor prima Suor Giulia, a Napoli, nel 1611; Ricasoli e Fantoni a Firenze, nel 1641; Francesco Borri a Roma nel 1661. Intanto, verso la metà del secolo, veniva tradotto dallo spagnolo il Falconi (morto nel 1638) e dal francese il Malaval, laico di Marsiglia. Il Petrucci, oratoriano e poi cardinale vescovo di Iesi, già nel 1674 ha tutta una sua dottrina formata. Nel 1675 usciva la Guja espiritual di M. Molinos a Roma, in spagnolo e in italiano: frutto di molta esperienza e di accorta e lunga riflessione, e insieme libro di battaglia, che aveva il merito e la disgrazia di porre chiaramente tutti o quasi i problemi del nuovo movimento. Suscitò, infatti, una controversia feroce, nella quale presero parte principalmente i gesuiti, ma non essi soltanto, e che ebbe sorti oscillanti. Tra il 1681 e il 1682 parve trionfasse l'orazione di quiete col suo maggior teorico; ma nel luglio 1685 le cose erano a tal punto, che Molinos fu fatto prigione dal Santo Uffizio; e nel 1687 fu condannato. Il 30 settembre di quell'anno egli fece l'abiura alla Minerva. Nel 1687-88 avvenne il processo, la condanna e la ritrattazione del Petrucci; seguito dalla condanna del Leoni. Molti altri casi del genere, seppure di minore importanza, accaddero poco dopo, in Italia, Spagna e Francia, dove il caso più celebre è appunto quello del padre Lacombe, di Madame Guyon, del Fénelon, ma non è il solo.

La dottrina che forma il fondo del quietismo sta nella preferenza eccessiva data alla mistica sull'ascesi, e quindi alla contemplazione sulla meditazione; sul disprezzo della penitenza e delle vie ordinarie della perfezione, in vista di rendere comuni e generali le forme più alte della preghiera; e soprattutto nel cosiddetto "silenzio" delle potenze, o, come pure dicevano, "annichilamento" delle attività tutte, interiori ed esteriori, salvo l'atto d'abbandono assoluto, o, essi dicevano, di puro amore, in Dio. Amore "puro", cioè del tutto incurante così della legge come della sanzione. Tra le eresie antiche, notevole somiglianza offrono alcuni passi gnostici, e soprattutto, intorno al 1000, l'esicasmo; dopo, i fraticelli, e i frati del libero spirito; infine, gli alumbrados di Spagna.

Bibl.: P. Dudon, Le quiétiste espagnol Michel Molinos, Parigi 1921, che riassume e discute tutta la bibliografia preecdente, e studia la controversia su documenti nuovi. Per la Spagna: M. Menéndez y Pelayo, Historia de los Heterodoxos Españoles, V, 2ª ed., Madrid 1928, pp. 205 segg. Per la Francia: H. Brémond, Histoire du sentiment religieux en France, XI, Parigi 1933, tutto sui precedenti dottrinali della controversia Bossuet-Fénelon. Per l'Italia: nuovi documenti, dopo il Dudon, in F. Nicolini, Sulla vita civile, letteararia e religiosa napoletana alla fine del Seicento, Napoli 1929. Per i paesi del Nord: A. R. Macewen, Antoinette Bourignon quietist, Londra 1910. Su conseguenze sociali: E. Seillière, Du quiétisme au socialisme romantique, Parigi 1926. Una storia completa del movimento in Europa, manca, per seguire gli studî, cfr. Revue d'Ascétique et de Mystique, Tolosa 1920 segg.

Vedi anche
Miguel de Molinos Molinos ‹-lì-›, Miguel de. - Teologo spagnolo (Miniesa de Aragón, Saragozza, 1628 - Roma 1696). Sacerdote (1652), dottore in teologia, dal 1663 visse a Roma, circondato da amici e ammiratori. Ivi pubblicò il Breve tratado de la comunión cotidiana (1675) e la famosa Guía espiritual que desembaraza el ... Guyon, Jeanne-Marie, nata Bouvier de La Motte Mistica (Montargis 1648 - Blois 1717). Una delle figure principali del quietismo francese. Rimasta vedova (1679), si diede a una intensa vita spirituale, che il suo direttore negli anni 1681-88, il barnabita Fr. Lacombe (a sua volta influenzato da Guyon, Jeanne-Marie, nata Bouvier de La Motte de Molinos ... beato Innocènzo XI papa Innocènzo XI papa, beato. - Benedetto Odescalchi (Como 1611 - Roma 1689). Cardinale dal 1645, successe (1676) a Clemente X. Il suo pontificato fu caratterizzato dalla condanna del nepotismo e dagli sforzi di moralizzazione dei costumi ecclesiastici e laici. In campo dogmatico avversò il probabilismo ... gesuiti Religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù (Societas Iesu), ordine di chierici regolari fondato da s. Ignazio di Loyola. Gli inizi della Compagnia risalgono al 1534 quando s. Ignazio con P. Fabro, Francesco Saverio, D. Laínez, A. Salmerón, S. Rodríguez, N. Bobadilla, gettò a Parigi le prime basi della ...
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Altri risultati per QUIETISMO
  • quietismo
    Enciclopedia on line
    Complesso di dottrine a sfondo mistico diffuse nel 17° sec., incentrate sull’affermazione della necessità della preghiera di quiete, di un atteggiamento cioè di totale e puro abbandono contemplativo in cui deve porsi il fedele di fronte a Dio, per adorarlo, amarlo e servirlo, senza alcuna produzione ...
  • quietismo
    Dizionario di Storia (2011)
    Complesso di dottrine cristiane diffusesi nel 17° sec. che sostenevano la necessità della «preghiera di quiete», cioè un atteggiamento di abbandono contemplativo del fedele di fronte a Dio, annullando qualsiasi attività. Il q., contrastato dalle autorità ecclesiastiche, anche perché portava a negare ...
Vocabolario
quietismo
quietismo s. m. [der. di quiete, e più precisamente dall’espressione preghiera (o orazione) di quiete]. – 1. Termine introdotto alla fine del sec. 17° per indicare un complesso di dottrine che sostengono la prevalenza della mistica sull’ascesi...
quietistico
quietistico quietìstico agg. (pl. m. -ci). – Del quietismo, o tipico dei quietisti: dottrine q.; atteggiamenti q. e rinunciatarî.
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