quetzal
L’uccello sacro dei Maya
Le bellissime penne verdi del quetzal venivano usate dagli antichi Maya per fabbricare diademi che soltanto le persone più importanti avevano il privilegio di portare sul capo. L’ordine dei Trogoniformi, cui il quetzal appartiene, comprende una sola famiglia, con 6 generi e 39 specie diffuse in quasi tutte le foreste tropicali del mondo. Si tratta di uccelli di medie dimensioni, dotati di un piumaggio vivacemente colorato, con riflessi metallici
I Trogonidi, 39 specie in tutto, comprendono 3 specie in Africa, 11 in Asia e tutte le altre nell’America Centrale e Meridionale. Sono uccelli assai tranquilli che passano molto tempo fermi, posati su un ramo ai margini delle radure in mezzo alle foreste tropicali. Durante le ore diurne si nutrono di frutti carnosi e bacche che abbondano nel loro ambiente, mentre nel pomeriggio avanzato si riposano in attesa che qualche animale arrivi alla loro portata. I Trogonidi catturano poche prede al giorno ma si tratta di bocconi abbastanza sostanziosi, che essi possono permettersi di ingurgitare grazie alla base larga del becco. Grossi coleotteri, relativamente lenti nel volo, bruchi, raganelle e talvolta lucertole sono il cibo quotidiano di questi uccelli.
Come i pappagalli e i rapaci notturni, i Trogonidi possiedono due dita del piede rivolte in avanti e due verso l’indietro, adattamento che comporta una notevole stabilità nella posizione di riposo ed è tipico di uccelli che trascorrono molto tempo fermi su un ramo. Nei Trogonidi, tuttavia, le dita rivolte in avanti sono il 3° e il 4° mentre nei pappagalli e nei rapaci notturni sono il 2° e il 3°.
Altra caratteristica in comune con i pappagalli e con altri uccelli è la nidificazione in cavità dei tronchi, spesso scavate da picchi e allargate da loro stessi. La femmina depone generalmente 2 uova (talvolta 4) e la prole viene accudita da entrambi i genitori, che formano una coppia monogamica. La parentela dei Trogoniformi è oggetto di discussione: un tempo si pensava che fossero vicini ai Coraciformi, ma recenti studi sul DNA mostrano una relazione stretta con i Coliiformi (gli uccelli topo africani) e forse anche con i Cuculiformi.
I quetzal (genere Pharomachrus) sono forse i più belli di tutti i Trogonidi e vivono nell’America Centrale e Meridionale. Sono interamente verdi con riflessi dorati e hanno il ventre rosso scarlatto. La specie più appariscente è Pharomachrus mocino, il cui corpo misura circa 35 cm di lunghezza (dalla punta del becco alla base della coda). I maschi, inoltre, possiedono una lunghissima coda che può arrivare a 90 cm. Questa specie è diffusa dal Messico a Panama e vive prevalentemente nelle foreste di montagna, sopra i 1.300 m di altitudine, dove di notte la temperatura scende notevolmente nonostante si tratti di aree tropicali. In queste foreste, spesso avvolte dalle nebbie e popolate da felci grandi come alberi, l’apparizione di un quetzal che attraversa in volo una radura è uno spettacolo magico.
Per molti secoli, il quetzal ha avuto un ruolo assai importante tra i popoli indigeni dell’America Centrale, ed è stato associato al dio del vento Quetzalcoatl. Le lunghe penne verdi della coda erano considerate dagli Indios una caratteristica derivata dai rettili e il quetzal rappresentava quindi una sorta di anello di congiunzione tra un uccello e un serpente: un serpente con le piume, sacro agli dei. Durante le lotte contro gli Spagnoli, il quetzal è diventato il simbolo della libertà e dell’indipendenza, e ancora conserva questo significato ufficiale in alcuni paesi, come il Guatemala, dove figura sulla bandiera, sui francobolli e nel nome della moneta locale. Secondo una leggenda, il colore rosso del suo ventre è dovuto al fatto di essersi macchiato con il sangue di un capo Maya mentre questo cadeva ucciso dagli Spagnoli.
A parte le leggende, oggi questo uccello è un’attrazione turistica e viene spesso tenuto in gabbia per i visitatori negli alberghi.