QUERÉTARO (A. T., 148)
Capitale dello stato omonimo nel Messico centrale (32.000 ab. nel 1930), sulla ferrovia da Città di Messico a San Luis Potosí e Laredo. Posta in una valle assai fertile, ai piedi del Monte Sagremal, gode di un clima caldo e secco. Già centro degli Otomí, fu conquistata nel 1531 da Fernando de Tapia, che sottomise gli indios e li convertì al cristianesimo. Crebbe come centro di una regione agricola e pastorale, ma ebbe vita assai modesta fino al principio del secolo XIX, quando acquistò importanza politica come primo focolare delle insurrezioni per l'indipendenza. Da allora la storia del Messico registra numerosi atti assai importanti che si svolsero nella città, la quale, durante l'infelice guerra del 1847-48, oppose resistenza agli eserciti nordamericani e fu sede provvisoria del governo della repubblica quando la Città di Messico fu occupata dagl'invasori: a Querétaro poi si svolse l'ultimo atto della tragedia dell'imperatore Massimiliano.
Circondata da giardini e da orti, ben costruita con piano regolare, con le numerose cupole e campanili delle sue chiese e i suoi estesi sobborghi, offre nell'insieme un bel panorama. Centro della città sono la Piazza Zenea e la vicina Alameda, magnifico parco assai frequentato. Numerosi gli edifici pubblici tra cui il teatro Iturbide e il Palazzo federale, opera del celebre architetto Francesco Tresguerras (1765-1835) a cui si deve anche la chiesa di Santa Rosa, grande costruzione nel cui interno trionfa la profusione propria dello stile churiguerresco. Belle e degne di ricordo anche le altre chiese come la cattedrale, Santa Chiara e Sant'Agostino e i conventi di San Francesco e delle cappuccine, ma soprattutto il tempio e convento di La Cruz che ebbe notevole importanza nelle vicende storiche e militari della città. Nei dintorni ricordiamo il Cerro de las Campanas sul quale mnne fucilato l'imperatore Massimiliano insieme con i due suoi generali M. Miramón e T. Mejía e dove a cura del governo austriaco nel 1901 venne eretta una cappella espiatoria.
Lo Stato di Querétaro. - Stato del Messico centrale, limitato a N. dallo stato di San Luis Potosí, a E. da quelli di Hidalgo e di Messico, a S. dal Michoacán e a O. dal Guanajuato, ha una superficie di 11.480 kmq. e una popolazione, nel 1930, di 234.386 abitanti (densità 20,4 ab.). Il territorio, tutto compreso nell'altipiano meridionale, si presenta prevalentemente montuoso verso N., dove è attraversato da E. a O. dalla Sierra Gorda che spinge i suoi contrafforti fino al centro dello stato; è invece pianeggiante a mezzogiorno, dove possiede terreni ottimi e profondi i quali fanno parte del bajío che si estende da Querétaro a Celaya e la cui fertilità è dovuta alla presenza di una falda acquifera sotterranea, a piccola distanza dalla superficie. Il clima è temperato, con una temperatura media annua nella capitale di 17°,1 (20°,8 in maggio e 13°,5 in gennaio). La piovosità, prevalentemente estiva, raggiunge appena i 430 mm., onde Querétaro fa parte dei paesi semiaridi d'altipiano. Le foreste, piuttosto scarse, forniscono legname da lavoro e piante medicinali, ma l'agricoltura è bene sviluppata grazie anche agl'impianti per l'irrigazione artificiale, nonostante sia ostacolata dalle condizioni della proprietà, giacché prevalgono i grandi latifondi. I prodotti agricoli sono abbastanza varî, e tengono il primo posto i cereali, segue il pulque e in minore quantità la canna da zucchero, il tabacco, il caffè e i legumi. Importanti sono le piantagioni di ixtle che forniscono la nota fibra tessile.
La ricchezza mineraria è pure notevole e sono segnalati giacimenti di oro, platino, argento, rame, piombo, antimonio e pietre preziose (opali). I distretti minerarî più produttivi sono quelli di Cadereyta e di Tolimán.
Oltre alla capitale si ricordano come centri principali San Juan del Río, Landa, Ahuacatlán, Jalpán, e Tolimán, quest'ultima famosa per la produzione e la lavorazione di opali.