Skinner, Quentin
Politologo e storico britannico, nato a Oldham, nel Lancashire, nel 1940. Dopo avere insegnato scienze politiche e storia moderna a Cambridge, dal 2008 è professore di studi umanistici presso la Queen Mary University di Londra. Nel pionieristico studio The foundations of modern polit ical thought, pubblicato nel 1978, S. sostiene che, nel Principe, M. segue, e al tempo stesso sottopone a una critica radicale, la tradizione umanistica dei trattati sui doveri e sul comportamento dei principi. Contro l’opinione che vede nel Principe un libro sui generis, per S. il significato rivoluzionario dell’opuscolo consiste nell’esplicito attacco rivolto alla dottrina degli umanisti, secondo la quale il principe che intenda conservare il proprio Stato e ottenere gloria perenne è tenuto a seguire le virtù politiche, giustizia, magnanimità, fortezza, prudenza e temperanza, e a esercitare le virtù morali richieste al buon principe, vale a dire clemenza, liberalità, lealtà (mantener fede ai patti). A giudizio di M., invece, per mantenere lo Stato, il principe deve sapere adattare il suo comportamento e le sue strategie politiche ai mutevoli venti della fortuna, e possedere eccellenti virtù militari con le quali formare e comandare truppe a lui leali. Come S. ha chiarito in uno studio più recente, per M. «lo scopo fondamentale del principe dev’essere quello di mantenere lo stato, mantenere il potere e l’assetto di governo esistente»; e insomma, afferma ancora S. citando direttamente M., «di introdurvi forma [di governo] che facessi onore a lui e bene alla universalità delli uomini» (Visions of polities, 2002, trad. it. 2006, pp. 186-87).
Per S., il Segretario fiorentino ha operato nei suoi scritti una vera e propria ridefinizione del significato del concetto di virtù politica in quanto ha sostenuto la «sovversiva ipotesi» che «ciò che è utile nelle questioni dell’arte di governo possa non avere alcuna connessione con ciò che è onesto in senso pieno» (Reason and rhetoric in the philosophy of Hobbes, 1996, trad. it. 2012, p. 44). Virtù politica diventa quindi sinonimo di abilità nel modificare strategie e modi di agire per adattarli al mutare dei tempi e delle circostanze. Sul piano della teoria politica, S. si è rifatto a M. come teorico di una libertà ‘repubblicana’, possibile alternativa alle contrapposte prospettive liberale e comunitaria (si veda su ciò Liberty before liberalism, 1998, trad. it. 2001).
Bibliografia: The foundations of modern political thought, Cambridge 1978 (trad. it. Le origini del pensiero politico moderno, a cura di M. Viroli, 2 voll., Bologna 1989, in partic. 1° vol., pp. 143-318); Machiavelli, Oxford 1981 (trad. it. a cura di A. Colombo, Bologna 1999); Reason and rhetoric in the philosophy of Hobbes, Cambridge 1996 (trad. it. a cura di M. Ceretta, Milano 2012); Visions of politics, 2° vol., Renaissance virtues, Cambridge 2002 (trad. it. Virtù rinascimentali, a cura di C. Sandrelli, Bologna 2006).