quello (quei; quigli)
Dell'aggettivo e pronome q. le attestazioni, nelle 9 forme che ha nell'opera di D., sono 2162, così ripartite secondo le edizioni seguite in questa Enciclopedia (si indicano in colonne separate quelle delle Rime e delle Rime dubbie):
‛ Que' ', ‛ quei ' e‛ quigli ' non ricorrono in prosa; ‛ quel ' è frequente nella Commedia diversamente da ‛ quello ', e analogo, anche se in termini più ridotti, è il rapporto tra le due forme nelle Rime; invece, nel Convivio è frequente ‛ quello ' e raro ‛ quel '. Il totale delle forme maschili che al singolare comprende l'uso neutro con significato " ciò ", supera di 1347 unità quello delle forme femminili, 813. La frequenza complessiva di q. è scarsa nella Vita Nuova e nelle Rrime; notevole nella Commedia e soprattutto nel Convivio.
Que'. 1. Forma scorciata di ‛ quei ', a sua volta allomorfo di ‛ quelli ' secondo l'oscillazione formale -elli / -ei, consueta nel fiorentino antico (cfr. capei/capelli; il tipo ‛ quegli ' che, con la sua esplicita palatalizzazione [v. QUIGLI], media tra i due, accolto dalla '21 in If XII 67 e Pd XXII 116, è stato normalizzato con ‛ quelli ' dal Petrocchi), è usato come pronome personale maschile singolare nell'unica attestazione della Vita Nuova (XVI 8 8) e in 5 luoghi delle Rime, ov'è seguito da ‛ che ' sia immediatamente (XCV 3 que' che vide nel fiume lombardo / cader suo figlio; LXIII 9, L 25 que' da cui convien che 'l ben s'appari) sia proletticamente, dopo altre parole interposte (XCI 105 que' la teme c'ha del mal paura), in perifrasi con le quali D. o allude per enigma - come in XCV 3, LXIII 9, L 25 - a persona determinata (rispettivamente " il sole ", " D. stesso ", " il Creatore ") o ne indica una indeterminata, secondo un uso che ricorre specialmente nei paragoni (XCI 105, citato, " il vile " in genere; CXI 6 come que' che 'n la tempesta sona).
2. Al plurale, q. è aggettivo in Rime LI 14 li uccidrò que' scanoscenti, e If VIII 115 que' nostri avversari; il sintagma nominale è a sua volta seguito da proposizione relativa in Rime dubbie VII 2 e XII 10, If XIII 148 que' cittadin che poi la rifondarno, ove la funzione di q. è più allusivo-definitoria - affine a quella dell'articolo determinativo - che deittica o enfatica; così, forse, in If XV 77 la semenza santa / di que' Roman che vi rimaner, e, più chiaramente, in Pd II 16 Que' glorïosi che passaro al Colco, e XX 14 que' flailli, / ch'avieno spirto sol di pensier santi!
2.1. È pronome, seguito da ‛ che ', in If XI 18 e XIX 17 men ampi né maggiori / che que' [Mad quel] che son nel mio bel San Giovanni. Il risalto ritmico di q. pronome si oppone anche qui alla protonia di q. aggettivo.
Quei. 1. Come pronome, al singolare, in posizione enfatica, garantito anche dal risalto ritmico, in Vn XIX 10 38 quando trova alcun che degno sia / di veder lei, quei prova sua vertute; If VIII 46 Quei fu al mondo persona orgogliosa, e XIV 68; XXVIII 126 com'esser può, quei sa che sì governa, XXXII 132, Pg II 40. Ha funzione di contrasto, e significa " quell'altro ", " lui a sua volta ", in Rime CVI 113 [vertù] gitta 'l pasto ver' lui... / ma quei non v'apre l'ale; If VIII 89 Vien tu solo, e quei sen vada; XXI 36, XXII 125, 129 quelli andò sotto, / e quei drizzò volando suso il petto, e 135, XXV 91; e specialmente nelle introduzioni alle repliche, 7 volte nell'Inferno (IX 19 Questa question fec'io; e quei..., e 86 volsimi al maestro; e quei fé segno; XII 31 e 113, XVIII 118, XXII 47, XXIII 25) e una nel Purgatorio, XXI 40.
1.1. Al plurale, q. è pronome in Rime LXVII 17 diceano a li occhi miei / quei de la bella donna, e If XXI 70, XXV 147 non poter quei fuggirsi tanto chiusi, XXXII 44, Pd II 71. È seguito spesso da specificazione spaziale o di origine: If XI 70 quei de la palude pingue; Pg I 99 quei di paradiso; III 145, XXIX 81, Pd XVI 126.
2. Nella maggior parte delle attestazioni il pronome q. è seguito, anche non immediatamente, da ‛ che ', sia con connotazione di determinatezza pur attraverso l'enigma (per il singolare, cfr. Rime LXVII 45 quei che fu sua guida [" Amore "]; al v. 70 e in Pg II 95 si allude a Dio, e così anche in III 120, Pd I 62; If II 104 quei che t'amò tanto, Dante; Pg XXIV 82 quei che più n'ha colpa, Bonifacio VIII; VII 123, Pd XVII 3, XVIII 109, XIX 131, XXXII 127), sia in contrasti e repliche (If IV 51 comincia'io:.. / E quei che 'ntese... / rispuose; IX 43, XXIX 114, Pg XIV 24, XVIII 130), sia con indeterminatezza denotativa, specialmente in paragoni paradigmatici (Rime XLII 11; CII 12 per man di quei [" uno che ", " chi "] che me' intagliasse in petra; Cv III Amor che ne la mente 27, ripreso in VI 9; If I 22 E come quei che con lena affannata, e 55; 11 37, X 100 come quei c'ha mala luce; XII 15, XXIV 25, Pg XI 116, XV 105; XXII 67, Pd IV 123, XIII 131, XVI 42, XX 91, XXII 25, XXIII 49), o in domande (Pg XI 120 ma chi è quei di cui tu parlavi ora?).
2.1. Al plurale ‛ quei che ', con funzioni analoghe a quelle sopra osservate (v. 2.) per il singolare, ricorre in Vn XXXIV 11 12 Ma quei che n'uscian for con maggior pena, anticipato al § 6; Rime LXXXIII 42, Cv IV Le dolci rime 16 e 115, If II 114, VIII 9, XXVII 136, Pg VI 84, VII 34, XI 33, XVI 22, XXII 4 (traduzione di " qui diligunt iustitiam "), XXX 92, Pd VIII 28, XI 3, XVI 48, 105 e 109, XVII 93, XXXII 24 e 27. La generale indeterminatezza di queste perifrasi si concreta nei sintagmi ampliati di Rime XXXIII 25 a quei cotanti c'hanno canoscenza (" soltanto ai pochi illuminati "), Pd VI 97 quei cotali / ch'io accusai di sopra, " Guelfi e Ghibellini " (cfr. v. 33).
3. Nelle poche attestazioni aggettivali, q. ha nella Commedia per lo più valore deittico o enfatico-celebrativo (If XIII 26 tra quei bronchi; Pg X 119 quei sassi; XIV 59; in Pd VIII 25, X 73, XIII 29, XIX 100, XXIII 124, XXVI 82, l'assenza della deissi rafforza l'enfasi della rievocazione), anche se il sintagma nominale è seguito da proposizione relativa (If V 74 quei due che 'nsieme vanno; Pg XXIX 77, XXXII 98, Pd XXXII 127, XIV 101, XXVI 55; IX 77, XXIII 68).
Quel. 1. Le attestazioni di q., sebbene per ovvi motivi metrici siano concentrate nella Commedia (ove la deissi corposamente tragica dell'Inferno e quella allusivamente estatica del Paradiso lo rendono più frequente, con 133 e 160 ricorrenze contro 85 del Purgatorio), non sono funzionalmente diverse nelle altre opere. Come aggettivo, q. è attributo di sostantivi che indicano per lo più entità cronologiche, come ‛ giorno ' (Vn IX 7, If V 138, XXXIII 53 tutto quel giorno), ‛ tempo ' (Cv III XI 3, IV II 5, XXIV 2, Pg XI 114, Pd XVI 46), ‛ caso ' (Pg X 66), ‛ punto ' (XIX 112, Pd XVIII 13, XXVIII 41); o spaziali, come ‛ loco ' (If IV 72, XX 89, Pd XXI 121), ‛ lito ' (If III 116), ‛ limbo ' (IV 45), ‛ pantano ' (VII 110), ‛ muro ' (IX 26), ‛ burrato ' (XII 10), ‛ bulicame ' (XII 117), ‛ precinto ' (XXIV 34), ‛ cinto ' (Pd XXIX 5), ‛ vivagno ' (If XXIII 49), ‛ mare ' (XXVI 105), ‛ cammino ' (XXXIV 133), ‛ lato ' (Pg IV 48), ‛ seno ' (VII 76), ‛ chiostro ' (XV 57, Pd XXI 118), ‛ girone ' (Pg XVIII 94), ‛ mezzo ' (Pd XXXI 130), ‛ segno ' (Pg XIV 33), ‛ monastero ' (XVIII 122), ‛ cielo ' (Pd V 95).
1.1. Quando q. non si riferisce a elemento prima ricordato, la funzione deittica e di ripresa cede di fronte a quella enfatico-evocativa, in Vn XXXIX 10 13 quel dolce nome di madonna; Pd XXVIII 14, XXXI 15 nulla neve a quel termine [" tale ", " siffatto "] arriva. La funzione deittica coesiste con quest'ultima in If V 9 (quel conoscitor de le peccata), X 83 (cfr. Pg III 67) e 128, XXXIII 2, XXX 32, Pg XXI 72, XXXII 155, Pd XI 85 (quel padre e quel maestro, s. Francesco), IX 7, e XV 31, XVIII 63 e 108, If V 42, XII 125, IX 75.
1.2. Anche quando il sintagma nominale introdotto da q. è seguito da proposizione relativa, la funzione di q. è drammatico-evocativa più che deittica: oltre a collegare gli elementi del dettato narrativo q. contribuisce a renderne alcuni più plastici, differenziandosi così nell'uso dall'articolo determinativo. Q. ricorre in designazioni di tempo (‛ [in] quel punto che ', Vn XII 15 44 e XXXIV 8 3, uniche attestazioni di questa funzione di q. nell'opera: ma cfr., in prosa, XXIII 13 entro in quello punto ch '; Rime LXVII 37 [cfr. XCI 78], Cv IV XIV 5, XV 17, If I 11, X 107, XXXIV 93, Pd XVI 34 Da quel dì che fu detto ‛ Ave ', Pg XXIII 76) e di modo(If XXX 26 correvan di quel modo / che 'l porco, Pg XXIV 53); nei luoghi in cui non si riferisce a persona od oggetto prima indicati (cfr. Pd XXXIII 135 [il geomètra] non ritrova / ... quel principio ond'elli indige), q. istituisce allusivamente un riferimento, formalmente prolettico, a ciò che si presume noto: analogo a quello di Rime LVII 1 Madonna, quel signor che voi portate / ne gli occhi (e cfr. LXXX 15, LXXXV 6 quel signor che le donne innamora, Cv IV Le dolci rime 18 quel signore / ch'a la mia donna ne li occhi dimora) e LXVII 7 entro 'n quel cor che i belli occhi feriro (è il cuore di D. stesso, e q. vale " mio "), è l'uso di q., talvolta in enigmi perifrastici dall'ovvia soluzione, in Rime LXVIII 15 Quel dolce nome, che mi fa il cor agro, CII 33, Rime dubbie XI 10, XXVII 6, Cv III XV 2; If III 37 quel cattivo coro / de li angeli che non furon ribelli, IV 95, VII 3, VIII 103, XIV 46, XXI 103, XXIV 20, XXVIII 85, Pg I 129, V 112, VII 103, XVI 5, XVIII 7, XXXIII 45, Pd III 1, XXII 106, XXIV 115; in XXX 133 quel gran seggio a che tu li occhi tieni, al valore deittico si associa quello celebrativo.
1.3. Q. ricorre, inoltre, in indicazioni - funzionalmente allusive - geografiche e astronomiche: Rime LXXIII 4 ove si fa 'l cristallo in quel paese (con inversione e prolessi dotta della proposizione relativa), e C 7; Cv III V 10 quel dosso del mare Oceano che è... opposto a Maria; Pd VIII 61, VI 53, If XVIII 7, Pg I 4, V 68, Pd IX 84, XIII 7 e 10, XXII 37, XXVIII 43. E in citazioni: Cv III XV 1 quel verso che comincia; IV XIX 7, Pg XIX 136.
1.4. Nei paragoni la funzione di q. è genericamente allusiva: cfr. If VI 28 Qual è quel cane ch'abbaiando agogna; XII 22 Qual è quel toro che si slaccia; XVI 94, XXI 67, Pd I 101, III 86, XXVII 28.
1.5. Per l'uso di fronte a nomi personali e a perifrasi nominalistiche, cfr. Cv IV V 19 quel benedetto Scipione, e XX 7; If I 73 e 79, IV 127 quel Bruto che cacciò Tarquino, ove q. ha valore celebrativo, analogo al latino ille. Ma si ricordi il dieretico quel Giovanni / che prender vuoti (il Battista o l'Evangelista) di Pd IV 29; e cfr. inoltre Pg XXI 125, XXIX 137, Pd X 107, XII 137.
1.6. Per la mancanza di riferimento contestuale, il valore di q. non è deittico ma enfatico in If X 95 quel nodo / che qui ha 'nviluppata mia sentenza; XVI 124 quel ver c'ha faccia di menzogna, Pg V 85; in VIII 67 quel singular grado / che tu dei a colui (Dio), la funzione enfatica è esplicitata dall'aggettivazione; cfr. anche il v. 83, XVI 47 e 101, XXVII 115, XXXI 128, XXXII 111. Quest'uso è soprattutto frequente nel Paradiso: X 11 e 115, XIII 45 (quel valor che l'uno e l'altro fece) e 104, XIX 37, 50 e 113, XXI 92, XXII 47, 80 e 136, XXVIII 27, XXXII 124 e 131.
2. Soltanto in poesia q. è pronome che indica cosa o persona prima ricordata: 2 volte nelle Rime (LXVI 8 qualunque vuoi di me, quel vo' che sia, e LXXI 11), una nelle Rime dubbie (III 9 20 quel sen dà men cura) e una ventina nella Commedia (cfr. XXIX 112 e quel tanto sonò; Pg XVI 102 di quel [bene] si pasce; If XIII 128, XIV 49 quel medesmo... / gridò, XXI 46).
2.1. Limitate sono le attestazioni - egualmente in poesia - di ‛ q. di, da ' e ‛ q. + avverbio di luogo o di tempo ', a indicare origine o appartenenza o caratteristica personale (If XX 68 'l trentino / pastore e quel di Brescia; XXXII 116 e 119; XXXIII 119 quel da le frutta del mal orto; Pg V 69 tra Romagna e quel di Carlo, 77 e 104 quel d'inferno; VI 17, IX 10, XII 135, XVIII 80, XXIV 35; Pd XV 115 quel d'i Nerli e quel del Vecchio; XVI 56, 92 e 100, XIX 125, XXX 148) e contrasto locale (If XII 81 quel di retro; XXXIV 58 quel dinanzi; Pg V 5 quel di sotto), a volte esplicitato dal contesto (If XIII 118 Quel dinanzi... / E l'altro; XII 70 quel di mezzo... / quell'altro; Pd XII 13 nascendo di quel d'entro quel di fori; 117 quel dinanzi a quel di retro gitta).
Il nesso ‛ q. che ' ricorre 3 volte nella Vita Nuova, in poesia (XXI 4 12 Quel ch'ella par, XXXI 16 64 e XXXIV 8 4), 16 nelle Rime (4 volte nella canzone CIV, ai vv. 7, 18, 92 e 105 e altrettante nella cvr, vv. 91, 130, e 157 quel che tu se' e quel per ch'io ti mando) e 4 nelle Rime dubbie; 9 volte nel Convivio (di cui 6 nella canzone Amor che ne la mente, vv. 8, 10, 12, 32 e 44 e nelle citazioni in III IV 3, XIII 10); ricorre invece 44 volte nell'Inferno, 27 nel Purgatorio e 77 nel Paradiso.
Nelle Rime e nalla Commedia, oltre a significare " ciò che ", " egli che ", e a introdurre una perifrasi verbale corrispondente spesso a un sostantivo astratto o processuale (cfr. If III 32 che è quel ch'i' odo?; V 94, Pd XIII 49, XII 123, XIX 57, XXVII 66, XXXIII 107 e 122, XX 138, XXI 63 qui non si canta / per quel che Beatrïce non ha riso [" per il motivo per cui "]: v. QUELLO 1.), ‛ q. che ' si riferisce, pur raramente, a sostantivo precedente (Rime XCI 33 Ben è verace amor quel che m'ha preso; If V 132 solo un punto fu quel che ci vinse; XXXIV 133, Pg XV 19, Pd III 18, XII 9, XIV 107) o successivo (If XVI 3 simile a quel che l'arnie fanno rombo) o a persona per lo più determinata pur nell'enigma (Rime LXVIII 34 quel ch'ogni ragione intende; Pd XXVII 138 la bella figlia / di quel ch'apporta mane e lascia sera; XIX 120), ma anche indeterminata (If XXIV 112 qual è quel che cade, e non sa como, ove alcune tradizioni recano quei, que', più frequenti in questa struttura).
4. ‛ Quel... e quel ' indica " l'uno... l'altro " in Pd XIII 142 quel può sorgere, e quel può cadere, e XX 105 in ferma fede / quel d'i passuri e quel d'i passi piedi.
Quell'. 1. La grafia ‛ quell' ' è preferita dagli editori in un luogo della Vita Nuova (XXIV 9 13-14 Quell'è Primavera, / e quell'ha nome Amor; cfr. If IX 28 Quell'è 'l più basso loco, XXX 37 e Pg XVIII 26 quell'è natura), 4 del Convivio (II VIII 4 amando quello, salva quell'altro, ove il contrasto tra i due q. è rafforzato dal nesso con ‛ altro '; III Amor che ne la mente 20 e la citazione del passo in VI 2; IX 8) e 55 della Commedia: per lo più di fronte a parola iniziante con a- (in 33 luoghi, a sostantivo femminile), sia singolare che plurale.
2. Fra i sintagmi enigmatici, tipici dal punto di vista semantico, cfr. Pd VII 26 quell'uom che non nacque (Adamo) e XIV 28 Quell'uno e due e tre che sempre vive / e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno (Dio), ove q. ha valore enfatico-allusivo.
Quelli. 1. È pronome maschile singolare in 9 attestazioni su 12 della Vita Nuova: in 5 luoghi è seguito da ‛ che ' (cfr. III 14 io era quelli che li avea ciò mandato, con XII 12 18 quelli che mi manda a vui); dei 4 restanti sono simili tra loro XII 4 e 5 E quelli mi dicea, per cui cfr. E quelli (a me) in alcuni luoghi del solo Inferno (IV 76, VI 64 e 85, VII 70, IX 127, X 10, XV 31, XXII 66; e v. XVI 65 rispuose quelli). Nelle Rime, in CIII 62 fare'l volentier, sì come quelli / che ne' biondi capelli / ... metterei mano (una delle due attestazioni di q. nelle Rime, e unica di ‛ q. che ' seguito da verbo a una persona diversa dalla terza; per il valore indeterminato in paragoni, cfr. Cv I III 1 sì come quelli che fosse mandato a partire una rissa); nel Convivio, in 38 luoghi (per il valore determinato cfr. I X 10 come fece quelli che transmutò lo latino de l'Etica - ciò fu Taddeo ipocratista), tra i quali non è seguito da ‛ che ' in III V 3, IV VI 11, XX 5 non... quelli de li Uberti... né quelli de li Visconti e XXIX 3 quelli da Santo Nazzaro... e quelli de li Piscitelli.
Nella Commedia l'uso è più intenso nell'Inferno (19 casi su 23) che nel Purgatorio (3 su 7) e nel Paradiso (5 su 15), ove non è attestato se non di fronte a pronome relativo.
1.1. Tra le attestazioni simili si ricordino quelle in inizio di proposizione di If IV 88 quelli è Omero poeta sovrano; XII 67, XVIII 86, Pg XI 121 Quelli è... Provenzan Salvani.
Q. alterna con ‛ quei ' in If XXII 128 quelli [Mad quelo, Po chelli: varianti ovviamente bisillabiche, come richiede il verso] andò sotto, / e quei [Laur e Co que'] drizzò... suso il petto.
2. Al plurale q. subisce la concorrenza di ‛ quei ' (v.) non tanto, data la rarità delle attestazioni, nella Vita Nuova (ove 2 casi di ‛ quei ' su 3 sono al plurale), nelle Rime (3 su 8; ‛ que ' ' è plurale una volta su 6 nelle Rime e nelle due attestazioni delle Rime dubbie) e nel Convivio (2 su 3), quanto nella Commedia, ove 45 attestazioni di ‛ quei ' su 98 sono al plurale, e altrettanto le 7 attestazioni di ‛ que ' ' (v.), mentre il plurale ‛ quelli ' ricorre in 4 luoghi dell'Inferno, 4 del Purgatorio e 10 del Paradiso, con una percentuale opposta a quella del singolare (v. 1.). ‛ Quelli ' ricorre di fronte a parola iniziante con vocale (Pd XX 131, XXX 44 quelli aspetti; X 76, XXVIII 103 Quelli altri) e con s- implicato (spirti, Pg I 65 [Urb quei], XVIII 113 [Mad quei], Pd V 121 [Mad e Po quei], XIV 32; stolti, Pd XIII 127 [Urb quei]; splendori, IX 13 [Mad quei]).
Quello. l. Le quattro forme flesse non apocopate di q. ne costituiscono la maggior parte delle attestazioni nella Vita Nuova e nel Convivio, mentre nella Commedia soltanto ‛ quella ', con 227 ricorrenze, si distacca dalle altre forme perché, diversamente da q. e ‛ quelli ' che subiscono la concorrenza di ‛ quel ', ‛ quei ', ‛ que ', non ha allomorfi; lo stesso dicasi di ‛ quelle ', le cui attestazioni nel complesso sono, però, assai più scarse.
1.1. Q. è particolarmente frequente nel nesso con ‛ che ' o con altro pronome relativo, con valore neutro di " ciò ". Nella Vita Nuova i casi ne sono 32 su 52 attestazioni complessive; meritano, però, considerazione a parte XXIII 5 venni a quello ch'io non sapea ove io mi fossi, ove q. è prolettico rispetto alla proposizione dichiarativa successiva; XVIII 4 Amore... ha posto... la mia beatitudine in quello che non mi puote venire meno, ove q. si riferisce al ‛ saluto ', e XXVIII 2 non è convenevole a me trattare di ciò, per quello che [" per il motivo che ", " perché ", con funzione quasi di congiunzione; v. QUEL 3.], trattando, converrebbe essere me laudatore di me medesimo. Nelle Rime, le 5 attestazioni di q. sono nel nesso con pronome relativo, 4 volte al neutro (XCI 11 questo è quello ond'io prendo cordoglio, e cfr. CIII 81 e CVI 87; C 71 Saranne quello ch'è d'un uom di marmo) e una al maschile (CVI 64 Chi è servo è come quello ch'è seguace / ratto a segnore).
1.2. Nel Convivio ‛ q. che ' ricorre al neutro ben 175 volte su 403 complessive di q., anche in locuzioni nominali che esprimono perifrasticamente un dato concetto (cfr. I VI 3 lo contrario di quello che vogliono [" della loro volontà "] e fare quello ch'è mestiere [" il necessario "]) o danno a questo un particolare rilievo (I XI 17 biasima quello che è materia [" proprio la materia "] de la sua opera), e 10 volte al maschile. Tra le forme tipiche si ricordino il sintagma introduttore di asserzioni (E) questo è quello (per) che (I IV 11 [due volte], II I 3 e 5, XI 5, XIII 21, III X 3, IV IX 16, XII 10, XXIV 7), le formule di citazione e riepilogo (I IX 2 quello che di sovra è ragionato; II XV 8 contro a quello che detto è di sopra; III V 20, VIII 20, IV X 8 [due volte], XV 10, XX 1 e 9 quello che dinanzi detto è; XX 3, XXII 18, XXVI 5, XXIX 3), le prolessi pur di diversa struttura (IV XXII 9 quello che massimamente è dilettoso a noi, quello è nostra felicitade, e III VIII 5 [quello] è perpetuo, ché non può... essere questo) e le perifrasi con ‛ tutto ' (II X 11 tutto quello che in questa canzone dico). L'ellissi di ‛ che ', accuratamente evitata da D. nonostante l'ampio uso nella prosa del '300, affiora in I X 9 quello elli di bontade avea (" quello che egli aveva ") e III XV 10 conoscere di Dio e di certe altre cose quello esse sono (" quello che sono ").
Al femminile singolare, l'unica attestazione del nesso è in IV VI 19 a nulla terra si può dire quella [parola] che seguita: " Beata la terra...! ").
1.3. Nella Commedia ‛ q. che ' con valore neutro ricorre soltanto due volte nell'Inferno (VIII 11 e 112), 3 nel Purgatorio (XXII 58, XXV 41, XXXIII 77 'l te ne porti dentro à te per quello / che si reca il bordon di palma cinto) e, nel Paradiso, in XXV 87; riferito a persona, in Pd VIII 125 quello / che, volando... il figlio perse, XVIII 35 e XXVIII 37.
2. Come pronome di ripresa, le attestazioni di q., sia maschile che neutro, una sola nella Vita Nuova (XXVI 1 tanta onestade giungea nel cuore di quello) e nessuna nelle Rime, sono invece circa 130 nel Convivio, compresa la trentina di attestazioni dell'uso sostitutivo di fronte a ‛ di ', ‛ da ' nelle indicazioni di origine, appartenenza o qualificazioni cronologica o spaziale (cfr. II III 7 lo quinto [cielo] è quello di Marte; lo sesto è quello di Giove; lo settimo è quello di Saturno; l'ottavo è quello de le Stelle; I XI 14, II VIII 4, IV IV 7 dee... ogni... comandamento da quello di costui prendere vigore; probabilmente partitivo ‛ q. di ' in XXIV 14 Non ti possano quello fare di lusinghe né di diletto li peccatori, ove la '21 integra allettamento dopo q.), e la ventina nell'indicazione di titoli di libri (cfr. II III 2 la sentenza del Filosofo in quello de li Animali; VIII 9 Aristotile in quello de l'Anima... Tullio, spezialmente in quello libello de la Vegliezza; I XII 3, III IX 10 oppinione... riprovata... dal Filosofo in quello del Senso e del Sensato; cfr. il costrutto relativo di IV XXIII 8 in quello dove tratta di Giovinezza e di Vecchiezza). L'uso di q., che alterna con quello della particella pronominale ‛ lo ' in III III 8 stringendo quello [Caco] e levatolo da la terra, tanto [Ercole] lo tenne, ed è frequente in proposizione coordinata (I II 1 prendere lo pane... e quello purgare da ogni macula; III VI 10) e oggettiva (I II 13 la perpetuale infamia del suo essilio, mostrando quello essere ingiusto; III V 5, 15 e 17), in molti casi può ritenersi stilisticamente più intenso di ‛ lo ' (III X 7 l'amico conosce che vergogna crescerebbe al suo amico quello ammonendo; IV III 1, XXIX 14).
2.1. Con questa funzione, ‛ quella ' è appena attestato nella Vita Nuova (4 volte, di cui 3 di fronte a ‛ di ': cfr. XXV 4 in lingua d'oco e in quella di sì) e nelle Rime (LI 5 e LXIX 10; Rime dubbie XXX 10 Chi è quella?), mentre nel Convivio ricorre circa 160 volte, compresi 18 casi di fronte a ‛ di ' (cfr. IV XXVII 2 una via semplice è quella de la nostra buona natura).
Nel plurale, ‛ quelli ' non è attestato mai nella Vita Nuova e nelle Rime, ma lo è una trentina di volte nel Convivio (cfr. IV XV 7 chiama quelli tutti figli d'Adamo; XVI 10 A li frutti loro conoscerete quelli; IV 5). ‛ Quelle ' è pronome nella Vita Nuova soltanto in XXX 2, ma una settantina di volte (su 123) nel Convivio (cfr. I I 18 per allegorica esposizione quelle [le canzoni predette] intendo mostrare; VIII 4 vedemo li ponitori de le leggi... a li più comuni beni tenere confissi li occhi, quelle componendo; IV XXIII 3, XVII 5: in questi casi sembra ovvia l'enfasi ritmico-sintattica di ‛ quelle ').
2.2. Tra le 4 attestazioni di ‛ quella che ' nella Vita Nuova si confronti XXXI 13 45 'l penero ne la mente grave / mi reca quella che m'ha 'l cor diviso, con le 7 ricorrenze delle Rime (LII 10 quella ch'è sul numer de le trenta; LXVIII 2 e 14, LXXI 3 e 8, XCI 67) ove, come in quelle delle Rime dubbie (VII 2, VIII 9, XXVIII 2, e 14 quella che 'l tu' cor brama), ‛ quella che ' apre una perifrasi che emblematicamente indica la donna amata.
2.3. Nella Commedia ‛ quella ' è pronome di richiamo 17 volte nell'Inferno, 13 nel Purgatorio e 12 nel Paradiso, nonostante le attestazioni di q. siano più numerose nella terza (86) che nella prima cantica (74). Tra i casi notevoli, oltre al contrasto tra due q. e con ‛ questo ' (If XXV 98 quello in serpente e quella in fonte / converte poetando, e XXXIV 14; Pg IV 12 questa è quasi legata e quella è sciolta, e XXXIII 58) e l'uso collegato all'indicazione della distanza (Pd XXXI 91 Così orai; e quella, sì lontana / come parea, sorrise), si ricordi il sintagma che indica concomitanza temporale nel passato, ‛ in q. ', " allora ", in If VIII 16 vidi una nave... / venir ... verso noi in quella; XV 53, e XII 22 quel toro che si slaccia in quella / c'ha ricevuto già 'l colpo mortale, ove fa parte di nesso congiunzionale con significato " allorché ", " mentre ".
2.4. ‛ Quello ' ricorre, con questa funzione, 6 volte nell'Inferno, 2 nel Purgatorio e 4 nel Paradiso. In tre soli luoghi è riferito a persona (If XII 26 e quello [Virgilio] ... gridò [ma varie tradizioni recano quelli, quell' e quel], XXV 98 e Pg VI 7 el non s'rresta, e questo e quello intende). Altrove si riferisce a elemento della realtà esterna (If XIV 81, XVIII 102, XXV 24, Pg XV 144, XXIX 134, Pd VI 101 e 104, " il segno imperiale ") e astratto (If XXIII 11 nacque di quello [penser] un altro; Pd IV 130 e 112).
2.5. ‛ Quelle ' vi ricorre 13 volte (cfr. If XXXIV 50 Non avea penne, ma di vispistrello / era lor modo; e quelle svolazzava; Pg I 27 oh settentrïonal vedovo sito, / poi che privato se' di mirar quelle!; XXVI 45) e ‛ quelli ' 2 volte nell'Inferno (XV 10 a tale imagine eran fatti quelli; XVIII 13 tale imagine quivi facean quelli) e 2 nel Paradiso (XIV 135, in rima come alcune delle attestazioni di ‛ quelle ', e XXI 17).
3. Come aggettivo, q. ricorre nella Vita Nuova 5 volte nel maschile singolare (In quello punto, II 5 e 6; quello giorno, III 2; quello tempo, § 9), 12 nel femminile singolare (V 3 quella gentilissima Beatrice; X 2, XII 6, XXIII 8, XXIV 5, XXVIII 1, XXXV 3 e 8 13, XXXVIII 1 e 10 13, XL 3; il valore enfatico-celebrativo di questi luoghi è confermato dalla citazione di II 8 quella parola del poeta Omero), e una volta nel femminile plurale (XLI 6 quelle benedette anime). Non altrettanto semanticamente differenziate e unitarie di queste sono le attestazioni di q. in cui al sintagma nominale segue una proposizione relativa, 10 volte per ‛ quello ' (cfr. IX 5 quello cuore che io ti facea avere a lei, io l'ho meco), 9 per ‛ quella ' (cfr. I 1 In quella parte del libro de la mia memoria dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere) e 12 su 16 per ‛ quelle ' (riferito a ‛ cose ' in XXVI 14; a ‛ parole ' in II 10, VII 7, XXX 2).
3.1. Nelle Rime il maschile non è mai usato come aggettivo; il femminile singolare in 15 casi su 24; una proposizione relativa non segue il sintagma nominale in LXXX 19 a quella guisa retta donna face, e CIII 30 l'acqua è donna / in quella parte; per l'altro costrutto, cfr. LXVII 91, e 74 quella virtù che ha più nobilitate; XCI 9 e CXIII 8. Nelle Rime dubbie, 11 ne sono le attestazioni su 19 (cfr. II 3 quella bella donna; XXVI 1 quella gentil mia dama). ‛ Quelle ' è aggettivo in L 44 quelle cose che a voi onor sono / dimando e voglio.
3.2. Nel Convivio, ‛ quello ' precede un sintagma nominale in 30 luoghi (cfr. III IX 10 interpongono di quello colore tra 'l vetro e 'l piombo; IV IV 10, XXIII 11, XXVIII 13, II III 9, VII 4), che è seguito a sua volta da proposizione relativa in 29 luoghi (cfr. I I 11 quello pane ch'è mestiere a così fatta vivanda; III VII 3, IV IV 11). ‛ Quella ', rispettivamente in 53 luoghi (cfr. I VII 15 tutta quella dolcezza; con ‛ parte ' in I VIII 15, XI 17, II IX 5, XIV 6, IV X 1, XXIII 16 [due volte], XXV 10, III IV 2, II II 3, VI 7, VIII 7 e 16, VII 8; III III 12 e IV I 11, per l'uso enfatico con superlativi) e in 52 luoghi (cfr. I III 1, XI 20 con quella misura che l'uomo misura se medesimo, misura le sue cose; II II 1 quella Beatrice beata che vive in cielo... quella gentile donna, cui feci menzione ne la fine de la Vita Nuova; I V 13, con uso prolettico). ‛ Quelli ', rispettivamente 5 volte (cfr. IV IX 10 subietti al prencipe e al maestro di quelle, in quelli mestieri ed in quella arte) e 6 volte (cfr. IV VI 6 tutti quelli mestieri che a l'arte di cavalleria sono ordinati). ‛ Quelle ' rispettivamente in 6 luoghi (cfr. II X 11 quelle intelligenze celestiali) e 29, di cui 16 nel nesso ‛ q. cose che ' (cfr. III XIV 15, VIII 15).
3.3. Nella Commedia ‛ quello ' è seguito da sintagma nominale in If XIV 119, Pg IV 14, VIII 22 quello essercito gentile, e 110 tutto quello assalto; XVII 111, XXI 86, Pd XV 12 e XXIV 82 quello amore, XVII 35, XVIII 2, XXV 80. Il sintagma nominale è a sua volta seguito da proposizione relativa 5 volte nell'Inferno (cfr. XV 61), 8 nel Purgatorio e 6 nel Paradiso. In tutti questi casi, il sostantivo o l'aggettivo che seguono q. iniziano con vocale o con s- implicato (cfr. quello spirto, in Pg IV 14 e XXI 86; quello specchio, IV 62 e Pd XVIII 2), tranne in If I 131 quello Dio, ove varie tradizioni recano, però, Id(d)io. Per il maschile plurale, v. QUELLI.
Al femminile singolare questi usi di q. ricorrono rispettivamente nelle singole cantiche 14, 17 e 16 volte (cfr. If IV 86 Mira colui con quella spada in mano; Pg XX 102, Pd XXXI 127) e 26, 23 e 37 (cfr. If IV 148 quella fede che vince ogni errore; Pg XX 39, Pd XXVI 19). ‛ Quelle ', rispettivamente 7, 9 e 12 volte (cfr. If XIV 31 in quelle parti calde / d'India, per l'uso allusivo; Pg I 42 quelle oneste piume; Pd XIII 87 quelle due persone, per l'uso celebrativo) e 6, 6 e 5 volte (If XIII 8 quelle fiere selvagge che 'n odio hanno / ... i luoghi cólti; Pg V 47, Pd XX 127).
Quigli. Soltanto in Rime LXVIII 46 la luce di quegli [" quelli "] / che mi fan tristo, ma si tratta di forma ricostruita dagli editori, v. RIMA.
Nel Fiore ‛ que ' è più frequente al singolare (cfr. CLXXXVIII 10 que' che n'è sì amoroso) che al plurale (CIII 12 tutti que' ch'oggi manucar pane). Rari sono ‛ quel ' (CCIII 8 i' non son or quel ch'i' esser solea, con cui cfr. Pd XII 123 I' mi son quel ch'i' soglio) e ‛ quell' ' (XXXVIII 14 quell'è quel che molto m'assicura). Per ‛ quello ', cfr. XLV 11 quello che la gente blezza; ‛ quella ', CCXV 13 Quella sì tosto in ginocchie s'è messa; LIV 1 quella ch'ami; CCII 9 Quella mi disse; ‛ quelle ', LVIII 5 quelle che si mostran più umane.
Nel Detto ‛ que' ' è pronome singolare ai vv. 284 que' che no ll'ha cara (cfr. per antifrasi If II 104 quei che t'amò tanto), 402 e 457: ‛ quel ' è aggettivo ai vv. 107 e 451, pronome al v. 116 quel ched i' t'ho porto; ‛ quella ' è pronome ai vv. 35, 319 e 420, aggettivo ai vv. 191 e 210 (e, in forma apocopata, al v. 280 quell'entrata). ‛ Quelli ' è pronome plurale al v. 169 Cape' d'oro.., / paion... / quelli che porta in capo.