quattordici
Il numerale è adoperato alcune volte nel Convivio. In due casi ricorre a proposito della struttura dell'opera: La vivanda di questo convivio sarà di quattordici maniere ordinata, cioè quattordici canzoni, I I 14; la prima [parte di Le dolci rime] per tredici e la seconda per quattordici [capitoli] è determinata, IV XXX 1 (così anche nella '21, mentre la Simonelli pone, dopo q., la parola capitoli, testimoniata da vari codici: cfr. la nota ad locum).
Altrove il termine è in contesti di carattere astronomico: la rivoluzione del cielo Stellato si compie quasi in ventiquattro ore, [cioè in ventitré ore] e quattordici parti de le quindici d'un'altra, II III 5; analogamente in XIV 16, tre volte.