quasi-mercato
(quasi mercato), s. m. Modello economico molto prossimo a quello del libero mercato, del quale si propone di ridurre o eliminare gli aspetti più negativi.
• Un test nazionale standard permetterebbe anche di mettere ordine nella attuale giungla di borse di studio nazionali e regionali e nel creare meccanismi efficaci per assegnare i prestiti d’onore. Si potrebbe creare un piccolo «fondo per il merito» in cui i 1.000 migliori studenti riceveranno una ricca borsa di studio per andare a studiare nelle migliori università. Ciò creerebbe un meccanismo di «quasi mercato» per capire finalmente quali sono le università migliori a cui dare più fondi: sono quelle dove vanno gli studenti migliori. (Roger Abravanel, Corriere della sera, 12 ottobre 2009, p. 12, Idee & opinioni) • Secondo i dati Istat riportati nel dossier, tra il 2000 e il 2011 sono state emesse nella nostra regione 1427 condanne definitive per il reato di corruzione e 246 per concussione. L’analisi mette anche in guardia sul processo definito di «de-pubblicizzazione di importanti settori basati sul cosiddetto “governo attraverso aziende”» che prevede la delega di alcune funzioni ai privati coinvolti in aziende a capitale misto. «Ciò configura ‒ rileva lo studio della Fondazione Res ‒ filiere locali di produzione di beni e servizi basate su meccanismi di quasi-mercato, protetto e incentivato dalla spesa pubblica. Un contesto ‒ si legge ancora ‒ che può tradursi in monopoli gestionali a cavallo tra interessi privati, aziende speciali ed élite politica locale». (Dario Del Porto, Repubblica, 17 dicembre 2016, Napoli, p. IV).
- Composto dall’avv. quasi e dal s. m. mercato.