QUARANTOTTI GAMBINI, Pier Antonio (App. II, 11, p. 635)
Scrittore, morto a Venezia il 22 aprile 1965. Prima de L'onda dell'incrociatore aveva pubblicato in rivista nel 1941 (e in volume nel 1942) Le trincee, che si rivelerà parte di un disegno più vasto, il cosiddetto "ciclo di Paolo". A tale ciclo appartengono Amor militare (1955, rist. col titolo L'amore di Lupo nel 1964), Il cavallo Tripoli (1956), i racconti Alle saline e La lettera che, insieme con Le trincee, già pubblicato ma riveduto, furono raccolti nel volume I giochi di Norma (1964, premio Puccini-Senigallia), Le redini bianche (1967, il cui cap. terzo, Un mattino, corrisponde al racconto In carrozza apparso in rivista nel 1947) e La corsa di Falco (1969; questo volume comprende anche L'imperatore nemico). L'ordine dato dal fratello Alvise all'intero ciclo nella complessiva pubblicazione postuma intitolata Gli anni ciechi (1971) - in cui è incluso il romanzo Le estati di fuoco, mai pubblicato prima -, segue però l'ordine cronologico dei fatti narrati, che hanno il loro inizio ne Le redini bianche, in cui sono descritti i primi anni - antecedenti alla grande guerra - del bambino Paolo, e si protraggono ben oltre. L'autore trasfigura narrativamente in queste opere la sua infanzia e prima giovinezza istriane: l'uso della terza persona tende a produrre un certo distacco da una storia di cui l'autore è fin troppo partecipe; una sorta di recherche in cui prende forma l'educazione sentimentale ed erotica di Paolo (si consideri la sua amicizia con Norma) e, al tempo stesso, il mondo sociale e familiare, che ruota intorno alla figura del nonno, rievocato con affetto nei suoi colori e nei suoi caratteri storici autentici. In una dimensione diversa, non propriamente autobiografica, ma sempre legata alla tematica della sensualità adolescente e per di più sorretta da uno stile limpido in cui i dati più realistici non contrastano con l'innegabile tensione lirica della scrittura, si svolge La calda vita (1958), romanzo ambientato in un'isoletta della costa istriana. In esso, al tempo stesso, lo scrittore tenta di rappresentare anche un vasto quadro sociale: l'ambiente borghese triestino antecedente e seguente la prima guerra mondiale fino alle soglie della seconda. Tale operazione pure determinata dall'influenza di un'autorevole tradizione europea (si pensi a un T. Mann) non può però essere considerata del tutto riuscita. Autore di due raccolte poetiche, Racconto d'amore (1965) e Al sole e al vento (1970), Q.G. ha lasciato anche, oltre a molti rari e inediti (tra cui un romanzo epistolare giovanile e una commedia), un romanzo incompiuto, L'inferno è qui, di cui alcuni capitoli sono stati pubblicati postumi in sparse sedi, e alcuni libri non narrativi (anche se scritti con gusto di narratore): Primavera a Trieste (1951;1967 ed. accresc.), Sotto il cielo di Russia (1963), Luce di Trieste (1964), I nobili di Rovigno e delle altre città istriane (1968). Un cenno a parte merita il carteggio con U. Saba pubblicato col titolo Il vecchio e il giovane (1965).
Bibl.: E. Falqui, in Novecento letterario, IV e VI, Firenze 1954 e 1961; G. De Robertis, in Altro Novecento, ivi 1962; L. Baldacci, in Letteratura e verità, Milano-Napoli 1963; R. Scrivano, in Letteratura italiana. I contemporanei, III, Milano 1969; Autori vari, in Pagine Istriane, XXX, dic. 1970; B. Maier, in Saggi di letteratura triestina del Novecento, Milano 1972; R. Scrivano, Pagine disperse di Quarantotti Gambini per il ciclo degli "anni ciechi", in La rass. della lett. ital., 1973, I; id., Quarantotti Gambini, Firenze 1976.