qualità (qualítade)
Il termine designa ciò che differenzia un ente, sostanziale o accidentale, e quindi le proprietà che sono espressione della sua forma; indica anche tutto ciò che è compreso nella categoria aristotelica della qualità.
Aristotele usa ποιότης per indicare la q., e ποιόν, " quale ", per designare la realtà dotata di q.; ma talora usa il secondo termine in luogo del primo, specie quando elenca le varie categorie (cfr. ad es. Cat. 4, 1b 26 e 29; 5, 3b 19; Metaph. V 14, 1020a 33). In Cat. 8 lo Stagirita esamina l'‛accidente ' detto q. e lo definisce come ciò secondo cui alcuni sono detti ‛ quali ' (8b 25; cfr. 10a 27-b 11) e spiega i molti modi in cui il termine è usato. Innanzi tutto q. designa un possesso (ἕξις) o una disposizione (διάθεσις): si possiede ciò che si ha stabilmente e che difficilmente si perde (ad es. l'abito della scienza), mentre si è disposti a qualcosa quando nel soggetto può essere facilmente indotto il contrario (8b 27 ss.). Inoltre q. indica una' potenza (δύναμις) o un'impotenza (ἀδυναμία) a fare o a subire qualcosa (9a 14 ss.). Ancora, q. designa una ‛ passione ' (v.; tali sono caldo-freddo, dolce-amaro, chiaro-oscuro [cfr. 9a 27 ss.], pesante-leggero [Metaph. V 14, 1020b 10], ira, amore, e così via; in Metaph. V 21, 1022b 15, la passione è detta q. [ποιότης]). Infine, q. è la ‛ figura ' o ‛ forma ' di un corpo, e quindi la figura geometrica (cfr. Cat. 8, 10a 11 ss.). Nella stessa ‛ categoria ' vanno considerate le singole q. e il loro contrario (cfr. 11 b 12; ma va tenuto presente che non tutte le q. hanno un contrario). Inoltre, la q. è suscettibile di più e meno (ci sono cose che sono più bianche di altre, corpi più caldi di altri: cfr. 10b 26-11a 14).
In Metaph. V 14 invece q. è intesa, più generalmente, come ciò che a qualsiasi titolo differenzia una cosa dalle altre; è perciò in primo luogo una ‛ differenza sostanziale ', ciò che differenzia una sostanza dalle altre, e in quanto tale entra nella definizióne della sostanza stessa (1020a 33 ss.); in secondo luogo sono q. i numeri e le proprietà degli enti matematici considerati nella loro ‛ immobilità ' (1020b 1 ss.); in terzo luogo sono da considerare q. le passioni delle sostanze soggette a movimento (1020b 9 ss.); in quarto luogo la virtù e il vizio, il bene e il male (1020b 12-13). Come si può rilevare, questa classificazione è solo parzialmente riconducibile a quella proposta nelle Categorie: la seconda specie di Metaph. equivale alla quarta di Cat., la terza alla terza, la quarta alla prima; ma il primo modo di Metaph. (q. come differenza delle sostanze) non trova posto in Cat., dove si analizza la q. considerata solo in quanto accidente (cfr. Tomm. Exp. Metaph. V lect. XVI " Hunc... modum qualitatis Aristoteles in Praedicamentis praetermisit, quia non continetur sub Praedicamento qualitatis, de quo ibi agebat. Hic autem agit de significationibus huius nominis qualitas "); manca in Metaph. la seconda specie inclusa in Cat. (Tommaso d'Aquino giustifica così quest'assenza: " quia magis comprehenditur sub potentia, cum non significetur nisi ut principium passioni resistens; sed propter modum denominandi ponitur in Praedicamentis inter species qualitatis. Secundum autem modum essendi magis continetur sub potentia ", Ibid.). Perciò si può proporre un'articolazione fondamentale in due specie di q., nella prima delle quali vanno incluse le differenze della sostanza e quelle degli enti matematici (che sono in certo senso le differenze sostanziali di essi, ciò che li definisce e individua), mentre nella seconda specie vanno inclusi le passioni e gli abiti del vizio e della virtù (Arist. Metaph. V 14, 1020b 13 ss.; cfr. Alb. Magno Metaph. V III 6; Tomm. loc. cit.). In questo senso si può parlare di q. ‛ sostanziali ' o ‛ accidentali ' (cfr. Tomm. Sum. theol. I II 49 2c), cioè di q.-differenze che hanno la loro origine nella sostanza o che sono più propriamente attinenti agli accidenti, intesi come determinazioni e attuazioni della potenza del soggetto.
In D. il termine designa, generalmente, tutto ciò che può essere considerato sotto la categoria della q. in VE I XVI 2 (quemadmodum de hiis dicimus quae quantitatem et qualitatem ostendunt, de praedicamentorum quolibet, etiam de substantia, posse dici putamus), mentre si rinvia esplicitamente alla dottrina aristotelica delle Categorie in Quaestio 4 (voco... ‛ formam ' illam quam Phylosophus ponit in quarta specie qualitatis, ed è la ‛ figura '). In Cv I IV 5 l'una e l'altra qualitade sono lo bene e lo male del § 12 (e rientrano nel primo tipo di q. secondo la stessa classificazione aristotelica); ancora alla dottrina aristotelica, mediata dal Liber Sex Principiorum, secondo cui le q., come " iustitia " e " albedo ", sono in sé invariabili, mentre sono suscettibili di più o meno quando . ineriscono a un soggetto (v. FORMA; Magister Sex Principiorum), Si rimanda in Mn I XI 4 Recipiunt... magis et minus huiusmodi qualitates ex parte subiectorum quibus concernuntur.
Ma il termine talora designa le " proprietà " o ‛ virtù ' prime dei quattro elementi (v. ELEMENTO), contrarie tra loro (caldo-freddo, umido-secco), dalle quali derivano tutte le altre coppie di contrari (secondo l'insegnamento aristotelico di Gener. et corr. II 2, 329b 8 ss.); esse sono dette q. ‛ naturali ', ‛ radicali ' o ‛ innate ' (in uso generico in Cv IV IX 11 il caldo... è natural qualitade; v. CALDO); la combinazione o proporzione tra di esse costituisce la nostra ‛ complessione ' (v.); poiché le combinazioni possibili sono quattro (XXIII 12 le quattro combina[zioni] de le contrarie qualitadi che sono ne la nostra composizione), esse costituiscono il criterio in base al quale vengono identificate le quattro età della vita umana (nell'adolescenza prevale il caldo umido, nella gioventù il caldo secco, nella senettute o età matura il freddo secco, nella vecchiaia o senio il freddo umido).
Secondo l'insegnamento dei medici (cfr. B. Nardi, L'arco della vita, in Saggi di filosofia dantesca, Firenze 1967², 110-138), la vita umana è condizionata dal rapporto tra caldo e umido, l'uno q. attiva; l'altro q. passiva; dopo la terza età rimangono solo i dieci anni del senio però che lo caldo naturale è menomato, e puote poco, e l'umido è ingrossato (non per[ò] in quantitade, ma p[ur] in qualitade, sì ch'è meno vaporabile e consumabile) (XXIV 5), cioè l'umido diventa spesso e resistente solo nella sua q., e quindi si deteriora nella sua ‛ perfezione ', in quelle proprietà che lo rendono ‛ proporzionato ' al caldo naturale (cfr. XXIII 7 però che l'umido radicale [è] meno e più, e di migliore qualitade [e men buona], cioè l'umido può variare quanto alla quantità e alla perfezione); essendo alimento del caldo, l'umido condiziona la tesa dell'arco della vita (cfr. Vn XXXI 10 no la [Beatrice] ci tolse qualità di gelo / né di calore). Secondo la dottrina aristotelica (Gener. et corrupt. II 2), proprietà derivate dalle quattro q. prime sono, fra le altre, la pesantezza della terra e la leggerezza del fuoco (Mn I XV 6; ancora per il fuoco, cfr. Quaestio 84), il bianco e il suo contrario (cfr. Cv IV XXIX 9 E in questo tutto cotale si dicono essere le qualitadi de le parti così secondamente come l'essere; onde si dice una bianca massa, perché li grani onde è la massa sono bianchi: in una massa di grano, il singolo chicco ha un proprio essere, una propria essenza e proprie q.; mentre il mucchio ha essere, essenza e q. ‛ secondari ', non in senso proprio).
Tutte queste q. ‛ fisiche ' vanno ricondotte alla terza specie della classificazione aristotelica delle categorie, nella quale vanno incluse anche le ‛ passioni ' o q. dell'animo: Cv IV I 2 E però che le cose congiunte comunicano naturalmente intra sé le loro qualitadi... incontra che le passioni de la persona amata entrano ne la persona amante. In Vn XVI 7 2 le oscure qualità ch'Amor mi dona (cfr. § 2 quale Amor mi facea) sono le q. ‛ indotte ' da Amore nell'animo del poeta che lo rendono ‛ quale ', ‛ affetto ' da esse.
Più attinenti alla definizione di q. fornita da Aristotele nella Metafisica sono invece le altre occorrenze: Vn XXXV 6 6 la qualità de la mia vita oscura, la " condizione " e insieme la " specie " o il " tipo " di vita del poeta; XLI 6 (due volte) e 7 (il pensiero s'innalza fino al cielo, a considerare la sua donna, che è tanto mirabilmente onorata e splendente nella condizione di beata, che l'intelletto non può comprenderla); in Cv II VII 2 la qualitate di queste diversitadi è la " specie " o il " tipo " di pensieri, che li fa diversi; cfr. ancora III XIV 3 E ponsi la qualitade de la reduzione, dicendo: Sì come face in angelo che 'l vede, il modo in cui Dio ‛ riduce ' l'amore (‛ forma ' di Filosofia secondo il § 1) a sua similitudine: quindi q. è la " specie " di riduzione; If VI 9 regola e qualità mai non l'è nova, la norma e la " natura " della pioggia del terzo cerchio non muta mai. Poco interessa la variante qualità in luogo di equalità in Pd XV 74; cfr. Petrocchi, Introduzione 236 e ad locum.