qualità geotecniche
Insieme delle proprietà fisiche, chimiche e idrologiche che caratterizzano da un punto di vista geotecnico un sito, in base alle quali viene classificata la sua idoneità ad applicazioni ingegneristiche, quali, per es., la realizzazione delle fondazioni di opere edilizie. La classificazione avviene per categorie che esprimono una scala indicativa di qualità (per es., scarsa, scadente, media, buona, ottima). La tipica analisi geotecnica prevede la definizione nell’area d’interesse delle condizioni del basamento roccioso e, dove presente, del suolo, al fine di determinare la loro interazione con l’opera ingegneristica proposta. L’analisi può anche includere la stima del rischio derivante da fenomeni naturali (per es., terremoti, frane e tsunami) a cui sono esposte le persone fisiche, le proprietà e l’ambiente. Il suolo è costituito dai sedimenti non consolidati ovvero dai depositi delle particelle solide risultanti dalla disintegrazione del basamento roccioso; esso viene considerato un materiale trifase, composto da uno scheletro solido (le particelle di minerale, dette granuli) in cui gli spazi vuoti al suo interno (pori) sono riempiti da liquidi e gas. Le proprietà del suolo sono influenzate da quattro fattori principali: la tipologia delle particelle minerali che lo compongono; la loro dimensione predominante; la distribuzione delle dimensioni dei grani (granulometria) e le quantità relative di minerale, acqua e aria presenti nella matrice. Le principali proprietà geotecniche del suolo sono: il peso specifico, la resistenza al taglio, la coesione, la porosità e la permeabilità. Tali proprietà determinano le qualità fondamentali, quali la capacità portante (la capacità di sostenere il carico derivante da un’opera realizzata sul suolo), la spinta delle terre (la risultante delle pressioni esercitata da un prisma di terra contro un’opera di sostegno) e la stabilità del pendio (l’analisi statica e dinamica di un pendio). I metodi per la determinazione dei parametri geotecnici possono includere tradizionalmente rilevamenti geologici, analisi in laboratorio su campioni e prove di caratterizzazione in situ. Tra queste ultime va menzionata, per la sua diffusione, la prova penetrometrica standard (SPT, Standard penetration test), che consiste nel far penetrare nel terreno un campionatore standardizzato sotto i colpi di un maglio (con peso standard di 140 libbre) da un’altezza prefissata di 30 pollici (ca. 1 piede, ossia 75 cm). In tempi recenti, i metodi geofisici di esplorazione hanno assunto una crescente importanza per la caratterizzazione geotecnica di un sito, in particolare quelli basati sullo studio delle onde sismiche di superficie, che consentono di stimare la velocità di propagazione delle onde di taglio in un suolo, e quindi la sua risposta dinamica, anche da misure di rumore ambientale.