QANDAHAR (A. T., 92)
Città dell'Afghānistān meridionale, a 31° 27′ di lat. N. e 65° 43′ di long. E., a 1050 m. s. m., con una popolazione di 50.000 ab. nel 1905, di 60.000 nel 1928, posta tra i fiumi Tarnak e Argand-āb, in una pianura ben coltivata. È nodo stradale importante sulla grande via commerciale che unisce la Persia all'India e che quivi si biforca verso Quetta e Kābul.
Qandahār ha la forma di un parallelogramma allungato da N. a S., del perimetro di 5 km. e mezzo, cinta di mura fortificate e turrite, con una cittadella sul lato N.; è tagliata da due grandi viali alberati che s'incontrano in una piazza centrale. Le sue viuzze, assai strette, s'incontrano ad angoli retti. Le case, salvo qualche dimora agiata con cortili e giardini, sono di argilla, basse, con tetti piatti. Qandahār è divisa in trenta quartieri occupati da quattro grandi tribù e dalle loro suddivisioni. Principale centro commerciale dell'Afghānistān, ha bei bazar, fiorente artigianato, è piena di traffico e di movimento. Esporta seta e feltro, tabacco, frutta secca, cavalli e bovini pregiati; vi passa il commercio della Persia con l'India. Il suo clima è temperato e ventoso. Principale monumento il mausoleo di Aḥmed Shāh Durrānī, che ne fece nel 1740 la sua capitale.
Poco si sa delle origini di Qandahār, che deve forse il suo nome all'immigrazione, avvenuta probabilmente verso il sec. V, di popolazioni provenienti dal regno indiano di Gandhāra (o al re Gondophares). Prese importanza nella storia dell'Afghānistān solo nei secoli XII e XIII, e fu più volte ricostruita in località prossime all'attuale, ove rimangono rovine (v. anche afghānistān: Storia).