Sovrano della dinastia persiana degli Ziyaridi (m. 1012); salì al trono nel 976, ma nel 981 perdette il regno che poté recuperare solo dopo diciassette anni d'esilio (998). La sua violenza e crudeltà provocarono una rivolta militare, durante la quale rimase ucciso. È soprattutto noto per il manuale etico-didattico (Qābūs Nāme) da lui composto per il figlio Gīlānshāh, una delle più interessanti opere del genere nella letteratura persiana. Il suo sepolcro (Gunbadh-i Qābūs), sulle rive meridionali del Mar Caspio, è uno dei più caratteristici monumenti architettonici del Medioevo persiano.