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Q

Enciclopedia Italiana (1935)
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Q


- Quindicesima lettera dell'alfabeto italiano e sedicesima del latino; in entrambi si chiama qu.

Nell'alfabeto fenicio questa lettera indicava una esplosiva muta velare enfatica (pronunziata tra l'uvula e il palato molle) e aveva il nome di qōph. Gli alfabeti semitici la conservarono, come anche l'alfabeto greco primitivo, in cui ebbe il nome di qoppa; ma siccome la lingua greca mancava della consonante uvulare, la lettera ricevette il valore della corrispondente velare e si confuse perciò con il k. Nel sec. VI a. C. la lettera scomparve dall'alfabeto, rimanendo in uso nella forma Q come segno numerale col valore di 90.

I Latini nell'adottare l'alfabeto greco calcidese accettarono anche la lettera q e, come il modello, l'adoperarono avanti alle lettere o, u. Tuttavia, ben presto l'uso di questa lettera fu limitato ai casi in cui le segue un dittongo ascendente del tipo u̯ + vocale; e questo uso si è perpetuato nelle lingue europee moderne, in cui però la pronunzia ha subito notevoli variazioni. Fedeli alla pronunzia latina sono rimasti l'italiano e l'inglese; in spagnolo si sono conservate solo le scritture que, qui con la pronunzia ke, ki e negli altri casi q è stato sostituito da c (cuadro, cuestión); in francese la grafia qu + vocale si è conservata, ma la pronunzia è generalmente k, tranne in casi eccezionali in cui si ha ku̯- e anche kü̯-; infine, in tedesco nei Fremdwörter di origine latina la grafia è conservata, ma la pronunzia è kv. È notevole che a forme latine con qu corrispondono forme greche in π, τe osco-umbre in p: lat. quis, osco pís, umbro pisi, greco τίς.

Nell'ortografia italiana questa lettera presenta un'eccezione: quand'è rafforzata nella pronunzia, non si raddoppia, ma le si premette la consonante c (acqua, acquistare), tranne nella parola soqquadro.

La forma originale della lettera era un circoletto attraversato da un'asta più lunga; il greco, che adoperò questo segno per Φ, la ridusse a un circoletto con una breve asta inferiormente ???; da questa forma, per comodità di scrittura, si passò alla forma ???.

Vedi anche
grafema Nella terminologia linguistica, la minima unità grafica di un sistema alfabetico o sillabico o ideografico ecc., cioè un segno che in un determinato sistema grafico si distingue da tutti gli altri segni del sistema e pertanto è in grado di far distinguere sul piano grafico una parola da altre. consonante Ciascuno dei fonemi di una lingua che vengono pronunciati con il canale vocale chiuso ( consonante occlusive o momentanee o esplosive) o semichiuso ( consonante semiocclusive o affricate e costrittive o fricative o continue) e che non possono fare sillaba da sé, in contrapposizione alle vocali, che possono ... uvulare In fonetica, si dice di luogo dell’articolazione (e relativo fonema) situato all’altezza dell’ugola. velare In fonetica, articolazione (consonante, vocale, fonema ecc.) in cui il dorso della lingua tocca o fronteggia a distanza variabile il velo palatino. In italiano sono velari le consonanti k, ġ, ṅ (cioè n davanti a un’altra velare, per es., granchio ‹ġràṅkio›) e anche le vocali (dette anche labiovelari) ...
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Vocabolario
q, Q
q, Q (cu o qu) s. f. o m. – Sedicesima lettera dell’alfabeto latino. Nell’alfabeto fenicio e poi in quelli semitici indicava la consonante enfatica traslitterata nel presente Vocabolario come q (da altri come ḳ), e resa come Ḳ nelle trascrizioni...
Q-metro
Q-metro 〈kùmetro〉 s. m. [adattam. dell’ingl. Q-meter «misuratore di Q»]. – In elettrotecnica, strumento usato per la misura di impedenze e in partic. del fattore di merito (v. merito2, n. 1 d) o di qualità (indicato con la lettera Q) di...
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