PYRGOTELES (Πυργοτέλην, Pyrgoteles)
1°. - Incisore della fine del IV sec. a. C., il solo al quale, come riporta Plinio (Nat. hist., vii, 125), Alessandro Magno avesse affidato l'incarico di riprodurre le sue fattezze su gemme, così come solo ad Apelle era consentito di riprodurre l'immagine del Macedone in pittura e a Lisippo in scultura. Nuovamente Plinio (Nat. hist., xxxvii, 8) ripete che solo da P., non dubie clarissimo artis eius, poteva essere incisa su gemme (Plinio specifica: su smeraldo) l'immagine di Alessandro, e ciò per un edictum dello stesso, il che è confermato dalle notizie di Cicerone (Ad famil., v, ep. 12), Curzio Rufo (vi, 6) e Apuleio (Florida, i, p. 7 Krüger).
Numerose sono state fino dal Rinascimento, le attribuzioni di antichi intagli a P. e poi le falsificazioni d'epoca moderna che recano la firma di P.; tutte però riconosciute, dopo qualche tempo, come opere spurie o addirittura moderne, ultima in ordine di tempo l'eccezionale pezzo del Museo Archeologico di Firenze, già identificato autorevolmente come ritratto contemporaneo di Alessandro. Completamente ignota quindi rimane per noi la personalità artistica di P., non essendo infatti probanù le ipotesi avanzate di riconoscere un riflesso dello stile di P. nelle teste di Alessandro che figurano o sul medaglione di Abukir (Dressel), o sui tetradracmi di Lisimaco (Furtwängler, Thiersch).
Bibl.: H. Brunn, Gesch. der griech. Künstle, 2a ed., Stoccarda 1889, II, pp. 320 e 428; A. Furtwängler, Gemmen, III, p. 162; H. Thiersch, in Jahrb. d. arch. Inst., 1908, p. 163; W. Müller, in Thieme-Becker, XXVII, 1939, p. 480; R. Bianchi Bandinelli, Pseudo Alexandre, Pseudo Pyrgotélès, in Archeologia e Cultura, Milano-Napoli 1961, p. 261 con bibl. precedente.