Collettivo punk composto da almeno una decina di artiste e attivo nella città di Mosca nel più stretto anonimato. Le loro performance estemporanee sono spesso volte a contestare e criticare alcuni aspetti della vita politica e sociale russa, in particolare le discriminazioni ai danni delle donne e la violazione delle regole democratiche. Nel marzo 2012, a seguito di un’esibizione non autorizzata all’interno della Cattedrale di Cristo Salvatore, nella quale era stata suonata una “preghiera punk” in cui il gruppo si rivolgeva alla Madonna chiedendo di cacciare V. Putin dal potere, tre componenti del collettivo sono state arrestate e sottoposte a un processo che ha avuto vasta eco internazionale. Cinque mesi più tardi le tre donne sono state dichiarate colpevoli di “teppismo motivato dall’odio religioso” e condannate a due anni di reclusione, senza la condizionale; la pena è stata confermata nel mese di ottobre nel processo di appello per due delle artiste, mentre la terza si è dissociata dal gruppo ed è stata rilasciata. Il gruppo ha conosciuto nuova popolarità nel 2022, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, contro cui ha organizzato il Pussy Riot antiwar tour, performance ospitata da varie capitali europee. Tra gli albumi pubblicati dal collettivo si citano Kill the sexist! (2012); Won't get fooled again (2016); In Riot we trust (2017).