puro
Aggettivo usato in ambito gnoseologico già nel 16° sec. per indicare l’attività di una funzione conoscitiva, in quanto si presenta del tutto indipendente dalle altre. Kant diede al concetto un significato più profondo, designando come «pure» quelle conoscenze a priori (➔ a priori/a posteriori) o trascendentali (➔ trascendentale) cui non sia mescolato assolutamente nulla di empirico. In questo stesso senso Fichte contrappose un «Io p.» incondizionato a un «Io empirico», determinato dall’esperienza. Avenarius verso la fine dell’Ottocento introdusse il concetto di «esperienza p.», idealmente precedente la distinzione del fisico dallo psichico e dell’oggettivo dal soggettivo.