PUNTAMENTO.
- È il complesso delle operazioni che si compiono per disporre una bocca da fuoco in modo che, sparando, la traiettoria media passi per la posizione presunta del punto che si vuol colpire (segno). Per questo occorre che la bocca da fuoco assuma una certa direzione rispetto al segno e una certa inclinazione sull'orizzonte. Tali dati si deducono dalle tavole di tiro, tenendo conto di tutte le cause che possono influire sulla traiettoria (stato d'uso dell'arma, condizioni atmosferiche, vento, ecc.). Per il puntamento, tutte le armi da fuoco sono munite di apparecchi o strumenti di puntamento, più o meno complicati e perfezionati, che in genere consistono di elementi destinati a determinare una visuale, linea di mira, e a disporre detta linea di mira rispetto all'asse dell'anima, in modo che dirigendo la linea di mira al segno, con lo spostamento dell'arma, questa risulti puntata, ossia assuma la posizione voluta. Per la sola direzione, può essere sufficiente un piano di mira; per la sola inclinazione, può essere sufficiente un quadrante a livello o strumento analogo. Tutti gli affusti delle artiglierie e i sostegni delle mitragliatrici sono inoltre muniti di congegni di punteria, in altezza e in direzione, che permettono di far assumere alla bocca da fuoco la posizione voluta, con rapidità, esattezza e stabilità.
Definizioni. - Linea di tiro (v. tav., n. 1) è il prolungamento dell'asse dell'anima quando il pezzo è puntato. La direzione della velocità iniziale, ossia la linea di proiezione, non coincide con la linea di tiro, perché l'arma, durante il percorso del proietto nell'anima, subisce una leggiera e rapida deviazione (angolo di rilevamento, ρ), che in genere è positiva, e contenuta nel piano di tiro, ossia nel piano verticale che contiene la linea di tiro e quindi anche la linea di proiezione. Angolo di tiro o inclinazione (i), l'angolo che la linea di tiro fa con l'orizzonte del pezzo.
Linea di sito è la retta che congiunge l'origine della traiettoria col segno; angolo di sito (ε) l'angolo che la linea di sito fa con l'orizzonte del pezzo. Piano di direzione è il piano verticale che contiene la linea di sito; questo piano, in conseguenza della derivazione, fa col piano di tiro un angolo di direzione (β), la cui piccolezza consente di ammettere che l'angolo di sito sia uguale alla sua proiezione sul piano di tiro. Angolo di elevazione o semplicemente elevazione (α) è l'angolo che la linea di tiro fa con la proiezione della linea di sito sul piano di tiro. Si ha quindi che ϕ = α + ε + ρ = i + ρ.
Linea di mira è la visuale determinata dallo strumento di puntamento; piano di mira, il piano verticale che contiene la linea di mira; angolo di mira, o alzo, l'angolo che l'asse dell'anima fa con la proiezione della linea di mira sul piano di tiro quando il pezzo è puntato. Scostamento (S), l'angolo che il piano di mira fa con il piano di tiro. Linea di mira naturale, è la posizione della linea di mira corrispondente all'alzo minimo concesso dalla conformazione del materiale; nelle armi moderne, in genere, la linea di mira naturale risulta parallela all'asse dell'anima.
In tutte le armi da fuoco, salvo i fucili e le pistole, la linea di mira passa lateralmente all'asse dell'anima, e non lo incontra; però data la piccolezza delle dimensioni dei materiali in confronto della distanza del segno, in pratica, si considera la linea di mira come passante per un punto dell'asse dell'anima, più o meno in prossimità degli orecchioni, e tale punto viene assunto come origine della traiettoria. In tal modo (v. tav., n. 2) la linea di mira diretta al segno coincide con la linea di sito, l'angolo di mira o alzo è uguale all'elevazione, e lo scostamento uguale all'angolo di direzione.
Dato quanto sopra è evidente che, essendo conosciuta o presunta la posizione del segno S, rispetto al pezzo O, il pezzo stesso sarà puntato, quando l'inclinazione sia i e la direzione OT. Ora l'inclinazione (i = α + ε), può esser data sia misurandola direttamente con un livello o strumento analogo, p. es. un archipenzolo, rispetto all'orizzontale (puntamento indiretto in altezza), sia dirigendo la linea di mira al segno, dopo aver disposto la linea di mira stessa all'elevazione α rispetto all'asse dell'anima (puntamento diretto). Così pure la direzione OT può esser data sia dirigendo la linea di mira al segno, dopo averle fatto segnare lo scostamento S, sia dirigendo la linea di mira ad un punto ausiliario, detto falso scopo, di cui si conosca la posizione rispetto al segno, dopo aver fatto segnare allo strumento l'angolo azimutale S + δ, essendo δ (direzione) determinato con procedimenti topografici speditivi.
Strumenti o apparecchi di puntamento. - Quadranti a livello. - Sono costituiti da un livello a bolla d'aria, sistemato in una scatola o su un regolo, imperniato su un basamento, rispetto al quale può esser fatto ruotare di un angolo qualsiasi, misurato da una graduazione angolare, lungo la quale scorre un indice della scatola o regolo, provvisto di nonio ordinario o a tamburo (tav., n. 3 e 4). Dopo aver fatto segnare dall'indice sulla graduazione l'inclinazione da darsi al pezzo, si applica lo strumento alla bocca da fuoco e, agendo al congegno di punteria in altezza, si centra la bolla. I quadranti a livello moderni sono in genere a doppia graduazione (tav., n. 5), ossia la scatola può esser fatta ruotare rispetto al basamento, da due meccanismi, i cui movimenti si sommano algebricamente, e a cui corrispondono due graduazioni, una per l'elevazione, l'altra per l'angolo di sito.
Per le artiglierie in postazione fissa, che sono sistemate su un piano perfettamente orizzontale, s'impiegano anche gl'indicatori delle inclinazioni, costituiti da un indice fissato a un orecchione della bocca da fuoco e scorrente lungo una graduazione angolare fissata a un fianco dell'affusto, con lo zero corrispondente alla posizione orizzontale della bocca da fuoco. Anche in questo caso si possono avere due graduazioni, una di sito e una di elevazione.
Cerchi di puntamento. - Sono costituiti da un piatto circolare con graduazione angolare lungo tutto l'orlo e che può disporsi orizzontalmente sul pezzo (tav., n. 7). Sul centro del piatto è imperniata un'alidada, o uno strumento ottico (cannocchiale o collimatore) con un indice che scorre lungo la graduazione, e che si fa coincidere con la graduazione di direzione (S + δ) voluta. Dirigendo il piano di mira o l'asse del cannocchiale al segno o al falso scopo, agendo al congegno di punteria in direzione, o spostando il pezzo sul terreno, questo viene ad assumere la direzione voluta. Anche per questi strumenti sono utili due graduazioni, una per le correzioni individuali necessarie per ogni pezzo, l'altra per la direzione che è comune a tutti i pezzi di una batteria (parallelismo e direzione), In questo caso il cerchio di puntamento è costituito da due piatti, uno girevole sull'altro (tav., n. 8). Nelle artiglierie moderne il cerchio di direzione è in genere sostituito con cannocchiale panoramico, che viene applicato agli strumenti di puntamento detti alzi. Anche i cannocchiali panoramici possono essere a graduazione semplice (tav., n. 9) o a graduazione doppia (tav., n. 10 e 11).
Per le artiglierie in installazione fissa, le operazioni possono essere accelerate, disponendo sul terreno della piazzola o sull'orlo del pozzo, in cui è installato il pezzo, una graduazione circolare, orientata su un caposaldo al quale si riferisce la misurazione dell'angolo di direzione del segno, e munendo l'affusto o il sottaffusto di un indice, al quale si fa segnare la graduazione necessaria, facendo ruotare tutto il pezzo (tav., n. 12).
Alzi. - Sono strumenti che servono per il puntamento in altezza e per il puntamento in direzione, e possono essere organizzati in modo da servire, sia per il puntamento indiretto sia per il puntamento diretto.
Alzo rettilineo. - È un tipo antiquato, che però è ancora abbastanza usato per i fucili e per le mitragliatrici. La linea di mira è determinata da due punti, uno anteriore, fisso alla bocca da fuoco in forma di punta o di cresta o di sferetta, l'altro posteriore in forma di tacca, di anello, di incrocicchio di fili, ecc., e portato da un'asta rettilinea, che è fissata e può scorrere rispetto alla bocca da fuoco sempre in direzione normale all'asse dell'anima (tav., n. 13). Nelle armi portatili, l'asta dell'alzo detta ritto è imperniata per un'estremità e può essere sollevata per il tiro o abbattuta per il maneggio; sul ritto scorre il cursore, che porta la tacca di mira, e che può esser fissato in varie posizioni individuate da una graduazione di alzo segnata sul ritto. In genere per queste armi si ha una correzione fissa per la derivazione, determinata da un conveniente spostamento laterale di uno dei punti di mira rispetto all'asse della canna (tav., n. 14). Per le artiglierie invece, in genere, l'asta dell'alzo è scorrevole in un tallone dell'alzo (tav., n. 15), a mano o mediante un ingranaggio di rocchetto e dentiera, e può esser fissata in una posizione voluta, individuata da una graduazione d'alzo segnata sull'asta. Per lo scostamento, che in tali armi da fuoco deve essere sempre corrispondente alla derivazione da correggere, la tacca di mira è scorrevole lungo un regolo trasversale, normale all'asta (tav., n. 16). Lo zero delle due graduazioni, di alzo e di scostamento, determina una posizione della tacca di mira, che dà la linea di mira parallela all'asse del pezzo. Per l'alzo rettilineo, anziché essere misure angolari, sono misure lineari, e precisamente si ha che H = I tang α, e S = L tang β, essendo L la distanza tra i due punti mira nella linea di mira naturale.
Alzo quadrante. - In questi alzi l'asta ha forma di arco di circolo col centro nel mirino (tav., n. 17). Per non avere aste troppo lunghe si impiegano alzi con guaina, cioè composti di due parti, una scorrevole dentro l'altra (tav., n. 17 a e b). Gli alzi quadrante hanno il vantaggio di poter ricevere sulla loro testa un livello, e di poter funzionare quindi anche come quadranti a livello per il puntamento indiretto in altezza (tav., n. 18 a e b); possono avere anche un cerchio di puntamento, per il puntamento indiretto in direzione. Nel primo caso, sull'asta dell'alzo deve essere portata l'inclinazione e non soltanto l'elevazione, che si porta invece per il puntamento diretto. Il livello, inoltre, può essere sistemato in una scatola graduabile, e allora se si fa segnare all'asta dell'alzo la elevazione, e al livello l'angolo di sito, centrando la bolla, si ha l'intera inclinazione (tav., n. 19 a e b).
Alzi a sbarra. - Per evitare aste di grande lunghezza, e anche per rendere più agevole e protetta la posizione del puntatore, avvicinandola agli scudi, che di solito sono disposti in prossimità degli orecchioni, l'alzo quadrante può essere organizzato a sbarra (tav., n. 20 a e b), e cioè il mirino anziché esser fisso alla bocca da fuoco, è sistemato all'estremità di una sbarra più o meno lunga, imperniata per la parte mediana o posteriore, ad un sostegno fissato alla culla del pezzo; la sbarra, all'estremità posteriore è solidale con l'asta dell'alzo, ad arco di circolo con centro nel perno di rotazione della sbarra e guidata da un tallo fisso alla culla. Di solito, in questi alzi, che sono applicati a materiali abbastanza moderni, il movimento dell'asta nel suo tallone è ottenuto mediante ingranaggi, comandati da un bottone, che comanda anche un disco o tamburo portagraduazioni, che serve a misurare, moltiplicandoli, gli spostamenti dell'asta, e permette per le sue dimensioni, di avere graduazioni molto chiare, o anche multiple, se occorre.
Alzo con cannocchiale o con collimatore. - Se all'alzo quadrante si applica alla testa un cannocchiale, in modo che l'asse ottico risulti parallelo alla retta che unisce lo zero della graduazione col centro dell'asta, si è realizzato un alzo con cannocchiale che presenta, rispetto agli alzi con linea di mira ordinaria, grandissimi vantaggi nei riguardi dell'esattezza del puntamento, perché oltre a evitare la fatica dell'occhio, che non può osservare simultaneamente tre oggetti posti a distanze molto differenti ed è quindi obbligato a un continuo lavoro di adattamento, favorisce la visione del segno, con l'ingrandimento. Invece del cannocchiale può essere applicato un collimatore, col quale però si evita soltanto la fatica dell'occhio, senza migliorare la visione del segno. L'alzo con cannocchiale si presta a numerose applicazioni secondo le necessità che impone l'impiego del materiale nei riguardi della comodità, della celerità delle operazioni, e della protezione. I numeri 22 e 23 a b della tav. rappresentano due forme caratteristiche di alzo, ad asta con piccolo raggio, e a tamburo. Il n. 24 dà lo schema di un alzo applicato all'affusto e comandato dalla bocca da fuoco mediante una trasmissione.
Graduazioni degli strumenti di puntamento. - L'ordinaria graduazione in gradi sessagesimali è oramai quasi totalmente alhbandonata, per la graduazione in gradi millesimali, o millesimi, che meglio dell'altra si presta a operazioni trigonometriche. Un millesimo è la millesima parte del raggio della circonferenza su cui è segnata la graduazione, quindi la circonferenza dovrebbe contenere 1000 π divisioni, ossia 6283 divisioni; ma in pratica, specialmente per le graduazioni che interessano l'intera circonferenza, questa viene divisa in 6400 parti, che vengono chiamati millesimi convenzionali. Le graduazioni sono in genere segnate di 100 in 100 millesimi (ettogradi) e i millesimi si leggono su un nonio a tamburo, che è applicato al bottone di comando dell'ingranaggio che fa muovere la parte mobile rispetto alla parte fissa.
In molti casi, quando la bocca da fuoco fa uso di un solo proietto e di una sola carica e non è impiegata con angoli di sito molto forti, le graduazioni di elevazione o di alzo, anziché esser numerate in gradi o millesimi, sono numerate in distanze, ossia in corrispondenza di una data elevazione è segnata la distanza per la detta elevazione: naturalmente si scelgono elevazioni a cui corrispondono cifre rotonde di distanza (ettometri e mezzi ettometri).
Correzione dello sbandamento. - Quando l'asse degli orecchioni è inclinato lateralmente, risultano pure inclinati, cioè non verticali, sia il piano che contiene l'asta dell'alzo e la linea di mira naturale sia il piano in cui ruota l'asse del pezzo, e per conseguenza, quando la linea di mira è diretta al segno con una certa elevazione, il piano di mira naturale e il piano di tiro non sono paralleli e allora, sparando, i colpi risultano spostati dalla parte dell'orecchione più basso, in misura tanto maggiore, quanto maggiore è l'elevazione e lo sbandamento. Si ha pure un errore in gittata, perché l'elevazione non è misurata in un piano verticale; ma in genere questo errore è trascurabile, mentre l'altro deve essere corretto. La correzione si ottiene o calcolandola con formule approssimate, o, nei materiali moderni, con una disposizione speciale, che permette la correzione continua ed esatta. La scatola dell'alzo è sistemata in modo da poter ruotare attorno ad un perno parallelo all'asse del pezzo, ed è munita di un livello trasversale, e di un congegno a ingranaggio comandato da un bottone, in modo da poter essere mantenuta continuamente, durante le operazioni di puntamento, in un piano verticale (tav., n. 22 e 23). In tal modo, poiché il piano che contiene l'asta dell'alzo e la linea di mira naturale è verticale e contiene una retta parallela all'asse del pezzo (cioè alla linea di tiro, quando il pezzo è puntato), detto piano è parallelo al piano di tiro, e perciò, se il piano di mira è diretto al segno, i colpi cadranno nella giusta direzione.
Correzione della derivazione. - Poiché la derivazione è una funzione della distanza, e lo scostamento è una funzione dell'elevazione, si sono realizzati diversi sistemi per ottenere la correzione della derivazione automaticamente, senza dover fare alcuna particolare operazione per dare lo scostamento. Il sistema più usato per la sua semplicità, sebbene sia il meno approssimato, è il sistema dell'alzo inclinato, il cui effetto può dedursi dall'osservazione dello schema della tav., n. 25. Col variare dell'elevazione, si viene a far deviare più o meno la linea di mira dal piano di tiro. Il sistema dell'alzo inclinato è sempre abbinato con la correzione dello sbandamento; in tal caso il livello trasversale è applicato alla scatola dell'alzo in modo da determinarne, anziché la verticalità, una certa leggiera inclinazione costante, quando la bolla sia sempre mantenuta centrata. È meglio che il livello sia applicato alla testa dell'alzo anziché alla scatola perché dà correzioni più approssimate.
Linea di mira indipendente. - È una sistemazione del congegno di punteria in altezza che permette di dare alla bocca da fuoco contemporaneamente il sito e l'elevazione per parte di due serventi diversi, di cui uno non fa che dirigere la linea di mira al segno, o tener centrato il livello di sito, e l'altro ha la funzione di far segnare su apposita graduazione la sola elevazione. Il sistema è rappresentato schematicamente dalla tav., n. 26. La linea di mira non è portata dalla culla, ma da un organo intermedio, braccio di puntamento, che può esser mosso rispetto all'affusto con un congegno di punteria, e porta a sua volta un altro congegno di punteria per la culla, con un indicatore delle elevazioni. In tal modo, se il braccio di puntamento assume una posizione corrispondente all'angolo di sito, e la culla la elevazione rispetto al braccio di puntamento, la culla in definitiva assume l'inclinazione voluta. Il sistema di linea di mira indipendente è assolutamente necessario per il puntamento diretto delle artiglierie contro aerei, in cui devono variare continuamente, in relazione alla posizione del bersaglio, sia il sito sia l'elevazione.
Alzo indipendente. - Nelle artiglierie di grosso calibro, per le quali è necessario disporre la bocca da fuoco in una data posizione di caricamento, allo scopo di accelerare le operazioni, compiendo il puntamento nello stesso tempo che si eseguisce la carica, è stata adottata la sistemazione rappresentata schematicamente dalla tav., n. 27. Un braccio di puntamento, comandato da un congegno di punteria dell'affusto, porta, anziché una semplice linea di mira, un vero e proprio alzo, in modo da poter assumere, indipendentemente dalla bocca da fuoco una posizione corrispondente all'inclinazione. Basta poi, quando è ultimata la carica, portare la bocca da fuoco, mediante un altro congegno di punteria, per lo più a funzionamento rapido, in posizione da far coincidere un suo indice, con altro indice del braccio, per avere il pezzo puntato.
Con questa sistemazione, le variazioni di elevazione che eventualmente debbono apportarsi dopo che il pezzo è puntato, obbligano a spostare la linea di mira, e quindi a rieseguire il puntamento, ciò che può essere evitato col sistema di alzo indipendente a linea di mira indipendente, che è la combinazione delle due sistemazioni sopra esposte.
Puntamento contro aerei. - Il puntamento delle artiglierie contro aerei è effettuato coi dati relativi al punto futuro (v. artiglieria, p. 719), comunicati alla batteria dalla stazione centrale, dove vengono determinati con procedimenti grafici o con speciali macchine calcolatrici. Il puntamento può essere diretto o indiretto. In questo ultimo caso i pezzi possono anche non vedere il bersaglio, e assumono colpo per colpo, la inclinazione e la direzione relative al punto futuro, misurandole su graduazioni applicate all'affusto. I colpi vengono fatti partire a comando al momento opportuno.
Per il puntamento diretto, invece, i puntatori dei pezzi devono seguire continuamente il bersaglio colla linea di mira (sito e direzione del punto attuale), ma all'asse del pezzo deve esser data l'elevazione relativa al punto futuro (dipendente dalla distanza reale e dal sito), le correzioni di sito e di direzione, per tener conto dello spostamento del bersaglio durante il tragitto del proietto, e anche la correzione della derivazione, che varia colla distanza e col sito. Il materiale, e specialmente gli strumenti di puntamento, devono avere costituzione particolare. Nel materiale italiano l'affusto è a linea di mira indipendente; il congegno di sito manovrato dal puntatore, oltre al congegno di elevazione colla bocca da fuoco, e allo strumento di mira, muove anche un indice per l'elevazione; il congegno di elevazione, manovrato da un altro servente, muove la bocca da fuoco rispetto alla linea di mira, e fa ruotare anche un disco sul quale sono segnate linee di ugual distanza, con una delle sono apportate a mano sullo strumento di mira; la correzione per la derivazione è ottenuta automaticamente.
Le due specie di puntamento hanno ciascuna pregi e difetti, che, in linea generale, inducono a preferire il puntamento diretto per le batterie mobili e quello indiretto per postazioni fisse.
Puntamento delle artiglierie navali.
Definizioni teoriche. - Alle definizioni teoriche date più sopra conviene aggiungere quelle di bersaglio sottile fittizio e di errore battuto.
Si dice bersaglio sottile fittizio qualunque bersaglio piano che raccolga lo stesso numero di colpi del bersaglio effettivo. Così per es. (fig. 1) i tre bersagli AC (verticale), AD (orizzontale), AE (sul piano di sito) sono bersagli fittizî equivalenti al bersaglio materiale S. La profondità AE del bersaglio sottile fittizio, misurata sul piano di sito, prende il nome di errore battuto assoluto, mentre la sua proiezione A1 E1 sull'orizzonte del pezzo si chiama errore battuto.
Nel caso di tiro navale (fig. 2), essendo AB = D il bersaglio contro il quale si spara da O a distanza OA il tiro sarà utile finché l'errore in distanza non sia maggiore di AC; pertanto AC sarà l'errore battuto e il suo valore S sarà:
ossia aumenterà col diminuire dell'angolo di caduta e quindi col crescere della radenza della traiettoria.
Se poi il bersaglio è una nave, occorre tener presente che esso oltre all'altezza e la lunghezza ha una dimensione l in profondità, per cui il bersaglio sottile fittizio verticale equivalente è misurato da:
Ne consegue che l'errore battuto sarà espresso dalla relazione:
Per quanto riguarda le condizioni cui deve soddisfare un congegno di mira navale, e i tipi di congegni di mira in genere, v. anche artiglieria.
Schema di punteria. - Con riferimento a quanto è detto nella voce artiglieria sui due tipi di punteria in uso nelle marine da guerra, si darà qui un'idea di come funzioni la punteria di una moderna nave da guerra.
Come è noto, nel tiro navale si deve tener conto: a) degli elementi determinativi dell'alzo; b) degli elementi determinativi dello scostamento, c) delle perturbazioni dovute al moto oscillatorio della piattaforma (nave). Nella voce artiglieria è detto come si determinano questi elementi: supponiamo pertanto di conoscerne il valore e di potercene quindi senz'altro servire per eseguire la punteria.
Nel caso di punteria asservita (fig. 3) sia A l'apparecchio di punteria generale (A.P.G.), C la centrale di tiro, I1 e I2 due impianti di artiglieria. L'apparecchio di punteria generale è costituito da un grosso e solido basamento (fig. 4) situato in posizione elevata sul mare e che porta un certo numero di sistemi ottici con cui il direttore del tiro e i puntatori in elevazione e direzione possono seguire costantemente il bersaglio anche se la piattaforma oscilla. I movimenti che i puntatori devono fare per seguire il bersaglio servono a comandare, attraverso dei trasmettitori elettrici di brandeggio e antioscillazione, degli appositi ricevitori (fig. 5) sistemati negl'impianti I1 e I2 presso i rispettivi puntatori di brandeggio ed elevazione.
Pertanto, se avremo avuto cura di inserire sulla trasmissione degli opportuni correttori di parallasse, potremo ottenere che tutti gl'impianti della nave risultino puntati contemporaneamente sullo stesso punto del bersaglio e che tutti gl'impianti ricevano contemporaneamente le indicazioni necessarie alla correzione del moto oscillatorio della piattaforma.
Ma non basta, poiché bisognerà dare ai pezzi l'elevazione (alzo) necessaria per colpire il segno. Ciò si ottiene calcolando tale valore nella centrale di tiro, come è detto alla voce artiglieria, e inviando questo elemento allo stesso ricevitore che riceve dall'A. P. G. i valori di antioscillazione.
In definitiva, quindi, in ogni impianto avremo un puntatore in direzione e uno o più puntatori in elevazione che dovmnno limitarsi unicamente a seguire (o col sistema a controindice o col sistema a riporto d'indice) i movimenti dell'indice del proprio ricevitore di punteria.
Nel caso invece della punteria diretta, ogni pezzo sarà puntato per proprio conto. In tal caso perverranno ai pezzi i valori di alzo e scostamento calcolati dalla centrale come sopra è detto, trasmessi da trasmettitori elettrici i cui ricevitori (fig. 6) sono sistemati presso ogni servente graduatore.
Per la graduazione materiale poi si potranno adottare due sistemi, e cioè: o questo servente graduatore potrà leggere tali valori sul ricevitore e introdurli nel congegno di mira graduandolo per mezzo di appositi volanti o limitarsi a copiarli con uno dei soliti sistemi a controindice che verrà ad agire in modo analogo, ma indiretto, sui volanti di cui sopra. Vi sarebbe anche la possibilità di eseguire materialmente, a distanza, questa operazione di graduazione con opportuni asservimenti elettrici, ma il sistema non ha trovato per ora impiego su vasta scala poiché le sue complicazioni sono di troppo superiori ai vantaggi.
I singoli puntatori, mediante i loro congegni di mira così graduati, seguiranno il bersaglio mantenendo puntati su di esso i loro pezzi e correggendo ciascuno per proprio conto i moti di oscillazione della piattaforma.
Il congegno di mira che viene adoperato più frequentemente nella marina italiana per la punteria è quello indicato nella fig. 7: esso altro non è se non un ottimo cannocchiale.
Congegni di mira per mitragliatrici contro aerei. - Le mitragliatrici contro aerei, sistemate a bordo di unità navali su affusti semplici o multipli, sono, nella maggior parte dei casi, armi che eseguono un tiro che può definirsi individuale, ossia sono armi ciascuna delle quali esegue il tiro e lo corregge per proprio conto.
Infatti mentre nel caso del tiro navale si fa un tiro a comando e il puntatore delle armi eseguirà punteria asservita o diretta, ossia si limiterà, come abbiamo detto sopra, o a seguire un indice sul suo orologio di punteria, o a seguire il bersaglio con la linea di mira che si orienta per effetto delle graduazioni di alzo e scostamento eseguite dall'apposito graduatore, in base ai dati manipolati e trasmessi dalla centrale, ma non eseguirà nessuna correzione, nel tiro contro aerei con mitragliatrici il puntatore eseguirà la punteria diretta mediante un congegno graduato dal graduatore con elementi ricevuti dal direttore del tiro, ma la correggerà in base alla sua osservazione diretta.
Ne viene di conseguenza che i congegni di mira per le mitragliatrici devono essere costruiti in modo da tenere conto di queste esigenze; essi saranno quindi come principio d'impiego più complessi dei congegni di punteria diretta navale, mentre per necessità anche economiche si cerca di semplificarne per quanto è possibile l'esecuzione.
I congegni di mira per mitragliatrici contro aerei devono poter essere graduati tenendo conto dell'influenza dei seguenti elementi: a) velocità e rotta dell'aereo (eventualmente sua inclinazione sull'orizzonte: volo obliquo); b) distanza sul piano di sito; c) correzioni del direttore del tiro.
Descriviamone sommariamente due tipi:
1. Tipo per mitragliatrici di piccolo calibro (fig. 8). - Consta di una linea di mira naturale individuata da alzo e mirino. Quest'ultimo è costituito da due ellissi, le cui dimensioni corrispondono allo scostamento che si deve dare all'arma per tenere conto del moto di un aereo che si sposti orizzontalmente a due distanze e velocità determinate. È chiaro che si farà passare la linea di mira per l'ellisse mirino che appare più appropriato in base agli elementi apprezzati del bersaglio.
2. Tipo per mitragliatrici di grosso calibro (fig. 9). - Consta di una linea di mira naturale individuata dall'asse ottico di un cannocchiale, suscettibile di essere inclinata in funzione della distanza, della rotta e della velocità dell'aereo: agendo su un bottone D per tenere conto della distanza misurata, su un bottone V per tenere conto della velocità apprezzata dell'aereo ed orientando una freccia R parallelamente alla rotta apprezzata dell'aereo. La somma di queste graduazioni farà sì che la linea di mira OM venga a formare con l'orizzonte OO′ e con la congiungente, OB, arma bersaglio, gli angoli ε e s che misurano rispettivamente l'elevazione e lo scostamento relativi al segno.
Un ulteriore perfezionamento nella messa a calcolo dei dati potrà aversi tenendo conto dell'eventuale inclinazione della rotta dell'aereo sull'orizzonte (volo obliquo), cosa che avviene inclinando opportunamente la freccia R.
Le correzioni del tiro in altezza e scostamento, provocate, come è detto sopra, dall'osservazione diretta del tiro da parte del puntatore (o in via eccezionale da un direttore del tiro), vengono introdotte a mezzo dei bottoni h (altezza) ed s (scostamento).
Puntamento aereo.
È il complesso delle operazioni che l'aviatore, deve compiere per colpire un determinato obiettivo terrestre, marittimo o aereo mediante armi da lancio (mitragliatrici, cannoncini, ecc.), non dissimili da quelle terrestri o marittime, o mediante armi da getto (bombe, siluri, spezzoni, ecc.), sostanzialmente diverse da quelle terrestri in quanto la loro traiettoria s'inizia, per così dire, dal vertice delle altre, con velocità propria almeno uguale a quella del velivolo (può essere superiore ove siano adoperati dispositivi che imprimano un ulteriore aumento di velocità al proietto gettato). L'uso delle prime è preponderantemente diretto contro altri aeromobili, meno frequentemente contro obiettivi terrestri o marini fermi o in moto; il contrario si dica delle seconde. Le operazioni di puntamento aereo sono assai più complicate di quelle per il puntamento delle armi terrestri o marine perché gli aeromobili si spostano con velocità di un ordine di grandezza parecchie volte superiore a quella di superficie (in ogni caso non trascurabile nei confronti della velocità del proietto), specie se si tratta di puntamento tra aereo ed aereo, ed entra in giuoco come nuovo elemento la possibilità della variazione di quota relativa tra aereo e obiettivo.
Per il puntamento delle armi da lancio si adoperano congegni di mira più o meno complicati a seconda che si tratti di puntamento di armi fisse (tiro attraverso l'elica) o di armi mobili piazzate in torretta. Nel primo caso il vettore "velocità del velivolo" viene ad avere lo stesso senso della velocità del proietto e quindi praticamente nessuna correzione dovrà essere apportata per la velocità della quale l'arma è animata: viene invece corretta quella del bersaglio anticipando lo sparo, rispetto alla linea di mira ottica, proporzionalmente alla velocità di traslazione relativa del bersaglio stesso rispetto al puntatore, non già tramite l'allineamento del bersaglio con due punti fissi piazzati sull'arma, ma iniziando il tiro quando l'immagine del bersaglio si trova dentro un cerchio di mira che nelle armi aeree tiene il posto della tacca di mira.
Per l'arma in torretta, occorre tenere conto anche della velocità propria del puntatore, poiché in generale la linea di mira fa un angolo variabile con la direzione della propria traiettoria. Questa correzione si ottiene automaticamente mediante l'azione del vento relativo che investe la mira e la sposta continuamente quando la mitragliatrice si dirige ad angolo con la traiettoria del velivolo. Attualmente si tende nei grossi aeromobili a piazzare le armi in torretta distanti dall'asse del velivolo: il puntatore segue con un cannocchiale di mira (o comunque con altro congegno di puntamento) l'obiettivo. Gli spostamenti fatti eseguire al congegno puntando vengono trasmessi alle armi in torretta che debbono quindi risultare puntate sul bersaglio. Vengono così notevolmente ridotti, se non totalmente eliminati, gli angoli morti, che nelle prime installazioni erano di grande entità.
Per il puntamento delle armi da getto è da tenere conto della velocità propria che ha tanto maggiore efficacia nell'incurvare la traiettoria quanto più questa dura, data la quota di getto e la penetranza dell'arma gettata; la velocità di caduta è dapprima accelerata e poi tende ad essere uniforme quando la resistenza dell'aria uguaglia il peso; interviene però la complicazione della crescente densità dell'aria con l'avvicinarsi alla superficie della terra. Nel puntamento contro obiettivi di superficie si deve tenere il giusto conto del moto di deriva del quale l'aereo può essere animato in seno ad una corrente aerea; l'arma gettata segue in tal caso una traiettoria a doppia curvatura: lo scostamento dal piano verticale del getto si chiama deflessione della traiettoria.
Gli strumenti di puntamento debbono permettere due operazioni distinte: a) calcolo della velocità propria rispetto al suolo (falso scopo); b) valutazione dell'angolo di tiro, tenuto conto della velocità anzidetta, della quota di lancio, della velocità del bersaglio e della più o meno buona penetrazione dell'arma gettata. Altri strumenti di puntamento consentono la determinazione dell'angolo di mira per il lancio d'un siluro contro una nave. Questi strumenti sono più complessi dei precedenti perché debbono tenere conto della velocità del siluro e dell'angolo che la rotta del bersaglio fa con quella dell'aereo.
Gli strumenti di puntamento debbono provvedere alle correzioni sopra ricordate e dare quindi il modo di calcolare la velocità del velivolo e, conseguentemente, il tempo necessario all'anticipo del getto, dopo avere modificato la rotta in modo da portarla sul punto giusto dal quale, gettata la bomba, questa deve colpire l'obiettivo tenuto conto della deriva del velivolo; apposite tavole di tiro forniscono gli elementi per correggere la ritardazione.
Gli strumenti di puntamento, fermo restando il computo della ritardazione e della deflessione, si possono in definitiva suddividere in due distinte classi: la prima basa la misura della velocità dell'aereo sul computo, a mezzo di un normale cronometro, del tempo impiegato a percorrere un determinato spazio racchiuso dalle visuali condotte secondo le linee delimitanti un angolo noto; la seconda invece su uno speciale cronometro a ritorno, che misura la differenza fra il tempo impiegato per percorrere un determinato spazio e quello di caduta, conosciuto perché è nota attraverso l'altimetro la quota nell'istante del getto.
Per evitare il calcolo della ritardazione e facilitare il puntamento (rendendo però difficili le condizioni di pilotaggio durante il tiro) è stato sperimentato il getto a tuffo; il velivolo giunto sulla verticale del bersaglio inizia la discesa lungo questa e quando è sicuro di averlo ben centrato, sgancia le bombe.