PULLARIO (pullarius)
Era un ministro inferiore o inserviente che, nell'antica Roma, al servizio degli auguri aveva cura dei sacri polli, con i quali si pretendeva di predire l'avvenire secondo la maniera con cui beccavano o rifiutavano il mangime.
Il pullarius li trasportava al luogo prestabilito per prendere gli auspici entro una gabbia (cavea) retta da una maniglia. Gli auspici (auspicia pullaria) si prendevano osservando se i gallinacei ingoiavano con piacere le pallottole di offa pultis che loro si lanciavano. Se nel divorarle lasciavano cadere qualche briciola l'auspicio era lieto; il rifiuto da parte dei pennuti di mangiarle era segno di triste presagio. Al seguito dei magistrati e dei capi di esercito vi era sempre il pullario pronto, quale supplente ordinario degli auguri, a prendere gli auspici. Si sceglievano per lo più fra uomini liberi e formavano una corporazione o decuria presieduta da un primo pullario.
Bibl.: Corp. inscr. Lat., VI, 1008, 1097, 2198-2200; A. Bouché-Leclercq, Hist. de la divination, Parigi 1881, IV, p. 274; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 532.