PUERICOLTURA .Storia
PUERICOLTURA (dal lat. puer "bambino" e colo, "coltivo, curo"; fr. puériculture; sp. puericultura; ted. Kinderschutz; ingl. children welfare).
Storia. - Ricercando attraverso i tempi come la vita del bambino sia stata nel passato considerata e protetta, e come si sia venuta svolgendo la vasta opera di difesa della vita infantile, si constata che solo assai tardi e saltuariamente la società umana già organizzata abbia difeso nei nuovi rampolli il proprio avvenire e la propria costituzione. Solo nel sec. IV-V d. C. cominciano ad apparire nei codici le parole d'origine greca "orfanotrofio e brefotrofio" per indicare istituti che si diffusero dapprima nell'Impero d'Oriente mentre in Italia il primo di tali istituti sembra aver avuto le sue origini in Milano solo sul finire del 700. Le disposizioni legali dell'imperatore Giustiniano a favore dell'infanzia dovettero limitarsi ancora alla proibizione d'impadronirsi dei bambini esposti o abbandonati, e anche quelle di Carlo Magno nel 789 attestavano ancora di grandi miserie dei bambini. Solo dopo il 1000 e negli ultimi secoli del Medioevo si può dire che la carità cristiana riuscì a far penetrare più largamente nella vita sociale sensi di pietà e di protezione per i fanciulli e così sorsero in molte città, specie nell'Italia settentrionale e centrale, numerosi ospizî per gli esposti, che accoglievano insieme bambini poveri, orfani e abbandonati e che spesso poterono continuare l'opera loro attraverso tutte le vicende dei secoli successivi.
Ma neppure fra gli splendori del Rinascimento la salute e la cura del bambino dovevano destare grande interesse, se un trattato di malattie dei bambini della seconda metà del 500 De morbis puerorum di Gerolamo Mercuriale da Forlì porta nell'introduzione una lunga giustificazione dell'argomento scelto, privo d'interesse pubblico e la curiosa trattazione: qui et quot sint morbi puerorum et an sint a medico curandi (quali e quante siano le malattie dei bambini e se vadano curate dal medico). Nei secoli successivi, anche in rapporto con le vicende politiche dell'Italia, poco si accrebbe nel popolo l'interesse per la vita dei bambini e solo pochi medici o apostoli della carità e filantropi elevarono di quando in quando la loro voce a difesa dell'infanzia trascurata: sono esempî isolati le prime istituzioni di guardie ostetriche per le madri povere (così nel 1765 a Firenze per opera del granduca Leopoldo), i primi "sussidî di latte" per le nutrici povere (Milano 1805), il primo presepio privato per accogliere bambini di madri costrette al lavoro (1850).
Dai primi dati statistici che si posseggono dei secoli XVIl e XVIII risulta che in Italia, come in tutta Europa, la mortalità infantile era elevatissima, sì che oltre la metà dei nati moriva prima del 5° anno d'età, ma questo appariva al pubblico "male naturale": ancora nel 1872 il 60 per cento della mortalità totale in Italia era data da bambini dei primi 5 anni.
La legislazione sanitaria italiana (1880-1885) portò certo un miglioramento anche nelle condizioni dell'infanzia, provocando una diminuzione delle malattie infettive e della mortalità nell'età della scuola, ma non fece quasi nulla per la prima infanzia ed è ancora un documento al riguardo la vibrata protesta di Giuseppe Mya contro l'ingiusta noncuranza della società per l'elevata mortalità dei bambini dei primi anni. Un vero progresso e un vanto per l'Italia è stata la legislazione sul lavoro delle donne e dei fanciulli e l'istituzione dell'Opera Nazionale per la protezione della Maternità e Infanzia (v. lavoro, XX, pp. 666-669 e maternità e infanzia, XXII, pp. 564-566). Ricordiamo ancora nel campo internazionale la dichiarazione di Ginevra dei "diritti del fanciullo" (17 maggio 1923) pubblicata in 38 lingue e accettata dai rappresentanti di tutte le nazioni civili: 1. il bambino va messo in grado di svilupparsi fisicamente e spiritualmente in modo normale; 2. il bambino che ha fame dev'essere nutrito; il bambino malato dev'essere curato; il bambino tardivo dev'essere educato, il bambino deviato richiamato; l'orfano e l'abbandonato devono essere raccolti e soccorsi; 3. il bambino dev'essere il primo a ricevere soccorso in tempo di calamità sociali; 4. il fanciullo d'ambo i sessi dev'essere messo in grado di guadagnarsi da vivere e deve essere vietato ogni sfruttamento; 5. il fanciullo dev'essere educato nel sentimento che le migliori sue energie vanno messe a servizio del prossimo.
Definizione. - Nel concetto moderno più ampio s'intende per puericoltura un vasto complesso di attività sociali, legali e mediche, rivolte alla difesa della vita del fanciullo e alla lotta contro tutte le difficoltà che si oppongono al suo normale sviluppo fisico e psichico. Quest'opera ha dunque rapporti con lo studio medico speciale del bambino (pediatria), con l'organizzazione igienica generale (igiene dell'abitazione, della provvista di acqua, di latte, di altri alimenti, profilassi generale delle malattie infettive), con la legislazione (assistenza legale della madre e del bambino, tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli, casse di assicurazioni, ecc.), con la pedagogia normale e correttiva (educazione dei fanciulli abbandonati, educazione speciale dei ciechi, dei sordomuti, dei tardivi e deficienti, degli anormali), infine con le istituzioni di beneficenza o meglio di previdenza sociale, che debbono soccorrere direttamente i bambini bisognosi.
In senso più ristretto e più profondamente medico la puericoltura ha, come fine più diretto, la difesa della prima infanzia, cioè l'assistenza del bambino nei primi tempi della vita che sono i più difficili e i più decisivi per l'ulteriore sviluppo. Essa comprende:
1. La puericoltura endouterina o assistenza prenatale. La necessità di proteggere la madre durante la gravidanza per difendere la vita del bambino è dimostrata dalla frequenza di aborti e di parti prematuri per lavori malsani o faticosi o per infezioni, come la sifilide, o per malattie varie della madre, e dalla nascita frequente di bambini deboli e di peso più piccolo del normale per le stesse cause. Tale opera si svolge per mezzo di ambulatorî ostetrici e ginecologici, gratuiti, che facciano, oltre la cura, opera di educazione, di preparazione igienica della madre; di refezioni gratuite per le gestanti come per le nutrici (cucine materne); infine, per il parto, di guardie ostetriche per soccorso d'urgenza e di asili materni che accolgano largamente le madri bisognose o malate in qualsiasi tempo della gravidanza (le maternità ora accolgono generalmente solo nell'ultimo mese o in soprapparto) e che possano trattenere la madre col suo bambino per l'allattamento (ora generalmente la madre è allontanata subito dopo la prima settimana di puerperio): perciò è necessario che gli asili materni abbiano annessi speciali laboratorî e mezzi di lavoro per le madri.
2. L'assistenza pediatrica del neonato e del lattante.
a) L'assistenza del neonato si collega in gran parte a quella della madre, ed è della massima importanza, perché le cifre più alte della mortalità infantile si hanno proprio nel primo mese di vita, non solo per le malformazioni o le debolezze congenite ma anche per l'insufficiente assistenza nel parto e nel puerperio, per la mancata difesa dalle infezioni, dal freddo, dagli errori di alimentazione (difficoltà dell'allattamento materno, allattamento artificiale mal condotto). Quest'assistenza va fatta negli asili materni dall'ostetrico e dal pediatra, e dev'essere organizzata per le madri bisognose anche a domicilio, con visite del pediatra, con l'opera di assistenti sanitarie opportunamente preparate, con distribuzione di aiuti varî; corredini igienici, refezioni, consigli per l'allattamento, ecc.
b) L'assistenza del lattante comprende tutto il primo anno che è il tempo dell'allattamento, e anche il secondo che, con gli ultimi mesi del primo, è il tempo del divezzamento, cioè del passaggio dall'alimentazione lattea alla varietà dei cibi dell'adulto. Questi primi due anni dànno un alto contributo alle cifre della mortalità infantile, soprattutto per malattie dell'apparato digerente e della nutrizione: basti ricordare che in Italia muoiono ogni anno oltre 70 mila bambini di questa età (50 mila del primo anno) per la sola gastroenterite. L'opera di assistenza si fa soprattutto per mezzo dei consultorî profilattici (non dispensarî) per lattanti, ai quali le madri portano regolarmente i loro bambini per averne consigli sul loro allevamento, sulle norme dell'allattamento materno, o quando sia necessario sulla tecnica dell'allattamento misto o artificiale, sulle norme del primo divezzamento, ecc.; i consultorî hanno essenzialmente opera di profilassi e coll'aiuto di assistenti sanitarie e per la gara stessa fra le madri, stimolate ad allevare bene il loro bambino, divengono vere scuole delle madri. Al consultorio possono essere annessi il lactarium o cucina di latte per la distribuzione di latte preparato per l'allattamento artificiale, la refezione materna, il sussidio di corredi e di premî per le madri diligenti.
Importanti sono pure per questa età le sale di allattamento, annesse agli opifici, come impone la nostra legge, purtroppo non sempre osservata, in tutte le industrie nelle quali lavorano almeno 50 operaie: esse dovrebbero rendere superflui i presepî (fr. crèches), ai quali vengono portati i bambini durante le ore del lavoro. Queste sale debbono avere direzione pediatrica e assistenza di infermiere specializzate, e fornire tutti i consigli e gli aiuti necessarî per l'allevamento.
L'assistenza si fa ancora per mezzo degli ospedali per lattanti: gli studî pediatrici dimostrano sempre più la possibilità di curare in ospedale anche il bambino di pochi mesi, quindi la necessità di tali istituti, che possano largamente accoglierli, soli o con la madre, e curarli in modo completo.
3. L'assistenza dell'età dell'asilo o periodo prescolastico: comprende la continuazione dell'opera profilattica dei consultorî e la speciale organizzazione dei giardini d'infanzia e delle case dei bambini, che, annesse a ogni gruppo di case popolari, dovrebbero accogliere i bambini fra 3 e 5 anni: in questa età sono molto importanti la sorveglianza per le malattie infettive acute e croniche e l'opera di selezione e di cure speciali per i bambini deboli o gracili (v. sotto).
4. La profilassi antitubercolare e l'irrobustimento dei bambini gracili: si connettono intimamente fra loro e finora si sono svolte specialmente in opere annesse alla scuola elementare (opere parascolastiche), ma la loro efficacia è tanto maggiore quanto più presto s'iniziano. Tali sono colonie alpine, marine, campestri ed elioterapiche e scuole all'aperto per bambini gracili, anemici o deboli, colonie marine per predisposti alla tubercolosi, sanatorî in alta montagna per bambini affetti da malaria, colonie profilattiche per isolare i bambini di famiglie con malati di tubercolosi, sanatorî speciali in montagna o al mare per bambini tubercolotici.
Solo da poco tempo ha cominciato a svolgersi l'importante opera di profilassi antitubercolare dei lattanti di madre tubercolotica, con l'allontanamento del bimbo dalla madre che può infettarlo; tale opera si può fare con la raccolta dei bambini in asili speciali o nidi di lattanti, ma anche meglio con l'istituzione di centri di allevamento a sorveglianza pediatrica di bambini affidati per l'allevamento a famiglie sane della campagna.
5. L'assistenza speciale del bimbo solo (orfano, abbandonato): essa si collega con l'assistenza della madre sola (ragazza, vedova, abbandonata, divorziata). Poiché questi bambini pagano ancora il più largo tributo alla morte precoce, al pauperismo e alla delinquenza, la loro assistenza richiede una considerazione a parte, per la necessità di particolari disposizioni legali (ricerca giuridica di entrambi i genitori, tutela effettiva da parte di patroni responsabili e veramente capaci), e di soccorsi speciali: asili materni con laboratorio, per qualsiasi tempo della gravidanza e dell'allattamento, case famiglia per madri e bambini in luogo del vecchio brefotrofio, centri d'allevamento sorvegliati, in campagna, per i casi di mancanza o malattia o indegnità della madre, infine opera di assistenza morale ed economica per le madri e per i bambini.
Le varie istituzioni di cui s'è fatto un cenno sono alcune già in piena organizzazione, altre appena avviate, e con varietà di intendimenti e di mezzi: tutte però dimostrano l'importanza grande della vasta e complessa opera, a cui legge, scienza medica, pedagogia e pietà debbono contribuire, per la difesa e l'armonico sviluppo delle giovani vite, che rappresentano la promessa e l'avvenire della società umana.
Per altri particolari riguardo allo sviluppo storico delle discipline scientifiche che si riferiscono all'infanzia, v. pediatria; nipiologia. Nozioni pratiche riguardanti la fisiopatologia infantile sono date alle voci allattamento; bambino; lattante; neonato. Un cenno delle caratteristiche e delle cure particolari (incubazione, ecc.) che si riferiscono ai nati prematuri, è dato nella voce prematuranza.