VEDIO ANTONINO, Publio (Publius Vedius Antoninus)
La figura storica di questo famoso personaggio dell'età degli Antonini, membro di una delle più cospicue famiglie di Efeso, è ricostruibile con una certa precisione, in base alle numerose testimonianze epigrafiche. Più che per la sua carriera politica, senz'altro rilevante (dopo aver rivestito cariche nel vigintivirato e nel tribunale della legione, ottenne la questura e il rango senatorio), egli è celebrato per le sue iniziative nel campo edilizio, che gli fruttarono il titolo di κρίστης τῆς πατρίδοσ quasi nuovo fondatore della sua città.
Alla sua benemerita attività si deve infatti attribuire la costruzione dell'Odeon e del ginnasio che da lui prende il nome (v. efeso). Entrambe queste opere si riferiscono al regno di Antonino Pio, ma i meriti di P. V. Antonino nei confronti della città sono testimoniati anche in epoca posteriore (tra il 161 e il 169 d. C.).
A P. V. Antonino è stata attribuita una testa ritratto, rinvenuta appunto nella parte termale del ginnasio da lui costruito, conservata attualmente nel museo di Smirne, che si riallaccia stilisticamente a motivi della ritrattistica dinastica dell'ellenismo, particolarmente vivi in Asia Minore nell'età degli Antonini. L'identificazione del personaggio effigiato si fonda essenzialmente sulla posizione in cui il ritratto fu rinvenuto, in prossimità dell'iscrizione che ricorda la dedica del ginnasio da parte, appunto, di P. V. Antonino; la sua collocazione, nell'ala meridionale del vasto ambulacr0, in una zona di notevole evidenza, davanti al pilastro centrale della parete O, contribuisce anch'essa a giustificare l'ipotesi che si tratti del dedicante stesso, citato nell'iscrizione.
Nel cosiddetto Ginnasio E, situato nella stessa città di Efeso, presso la porta di Magnesia, nella vasta esedra al centro dell'ala occidentale della palestra si sono rinvenute due statue-ritratto (museo di Smirne), di cui una femminile seduta, rappresentata con i figli in grembo, l'altra maschile stante,in posa da filosofo. Le due statue erano poste l'una di fronte all'altra, ai lati della nicchia centrale del lato S, riservata probabilmente alla statua di Settimio Severo, al quale è stata attribuita una testa ritratto rinvenuta poco distante; tale collocazione simmetrica al posto d'onore può far pensare alle figure di due coniugi, ricostruttori del ginnasio, e una ricerca tra le famiglie notabili dell'epoca induce ad identificarli attendibilmente proprio con la figlia di P. V. Antonino, Vedia Fedrina, e con il marito di lei, Flavio Damiano, celebrato sofista dell'epoca. In questo caso l'identificazione è incoraggiata anche da elementi della rappresentazione iconografica, quali la corona di sacerdote del culto imperiale, l'anello all'indice della sinistra, che può essere l'anulus equestris, e la cassetta dei libri ai piedi della statua, che ben si addice ad un sofista; queste supposizioni consentirebbero anche di integrare così il piccolo frammento dell'iscrizione incisa sul fregio dell'ingresso: ... [μετὰ Οὐηδίας Φαιδρείν]ης ᾿Αντω[νρίνης. Inoltre ne risulterebbe avvalorato, per analogia, il riconoscimento di P. V. Antonino nella testa ritratto del museo di Smirne, fondato in partenza sulla sola iscrizione, mancando ogni aiuto di elementi iconografici, dato il frammentario stato di conservazione.
Bibl.: A. Giuliano, La ritrattistica dell'Asia Minore dall'89 a. C. al 211 d. C., in Riv. Ist. Arch. e St. Arte, nuova serie, VIII, Roma 1959. Per P. V. Antonino: Ephesos, III, p. 167, n. 3; J. Keil, in Oesterr. Jahreshefte, XXV, 1929, Beiblatt, c. 29 D. Magie, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950, pp. 632; 657; F. Miltner, in Oesterr. Jahreshefte, XLIV, 1959, Beiblatt. c, 257, n. 3. Per Vedia Fedrina e Fl. Damiano: Philostr., Soph., p. 264 k; Suda, s. v. Δαμιανός; Ephesos, III, p. 168, nn. 7 e 8; R. Heberdey, in Oesterr. Jahreshefte, XV, 1912, Beiblatt cc. 164 ss.; J. Keil, ibid., XXVII, 1932, Beiblatt c. 40, nn. 6 e 7; XL, 1953, p. 18.