LUPO, Publio Rutilio
Retore romano, vissuto sotto Tiberio, e autore di un trattato sulle figure di pensiero (Schemata dianoeas), che più che un compendio o una traduzione abbreviata del trattato del retore Gorgia ateniese, in cui erano considerati gli σχηματα διανοίας e gli σχήματα λέξεως, è da ritenersi, secondo qualche critico recente, una vera e propria traduzione, giuntaci però incompleta (ediz. di C. Halm, in Rhetores latini minores, 1863). Non si sa con precisione chi fosse questo L.; qualcuno volle identificarlo col poeta Lupo, auctor Tantalidae reducis Tyndaridosque, che figura nel catalogo dei poeti elegiaci a lui contemporanei che Ovidio ci ha lasciato. Ma tale identificazione non ha un fondamento serio Non è improbabile che sia stato figlio di un seguace di Pompeo che si chiamava anch'egli Lupo. Quintiliano menziona L. insieme con Visellio, Comificio, Dionigi, Cecilio, i quali si occuparono anch'essi dello studio delle figure. Non mancò chi negasse a L. la paternità degli schemata dianoeas, attribuendoli invece a uno sconosciuto maestro di scuola vissuto tra la fine del sec. II e il principio del III d. C., il quale avrebbe compendiato gli scritti rutiliani. E altri ravvisò nel trattato, quale ci è pervenuto, nient'altro che excerpta dall'originale. Anche per quel che riguarda il titolo genuino del trattato vi è grande incertezza. L. si concesse qualche libertà rispetto all'originale, sostituendo gli esempî greci coi romani, ma par certo che ne mantenne integra la forma.
Bibl.: G. Dzialas, Quaestiones Rutilianae, Breslavia 1860; id., Rhetorum antiquorum de figuris doctrina, Breslavia 1869; C. Schmidt, De Rutilio Lupo, Görlitz 1865; J. Draheim, Schedae Rutilianae, Berlino 1874; Th. Krieg, Quaest. Rutilianae, in Comm. phil. Ien., VI, 1 (1896); I. Müller, De figuris quest. crit., Greifswald 1880; M. Galdi, L'Epitome nella lett. latina, Napoli 1922.