SILLA, Publio Cornelio (Publius Cornelius Sulla)
Figlio di un fratello del dittatore Silla, fu console designato con P. Antonio Peto per il 65 a. C., e fu processato e condannato per ambito, su accusa di L. Aurelio Cotta e di L. Manlio Torquato. La condanna, fondata sulla recente legge Calpurnia del 67 a. C., rendeva impossibile il suo avvento al consolato e lo escludeva pure dal senato. La stessa sorte aveva subito anche L. Sergio Catilina: il consolato toccò a L. Cotta e al padre del secondo suo accusatore L. Torquato.
S. e Antonio Peto, con altri, fra cui forse anche Catilina, parteciparono a un tentativo, noto sotto il nome di "prima congiura catilinaria" per assassinare i nuovi consoli all'atto del loro ingresso alla carica, al 1° gennaio del 65. S. e Peto avrebbero così potuto assumere, malgrado la condanna, la dignità consolare. La congiura non riuscì perché scoperta in tempo, ma nessuna azione giudiziaria fu tentata contro i cospiratori per l'intervento di un tribuno. Più tardi vi fu anche un tentativo tribunizio per amnistiare S. e Antonio Peto. È dubbio che abbia partecipato direttamente alla congiura catilinaria del 63 a. C.: certamente, nel 62, accusato de vi da L. Torquato, figlio del console del 61 e già suo accusatore nel precedente processo, fu difeso dallo stesso Cicerone, con l'orazione pro Sulla, e da Ortensio. I capi d'accusa erano relativi a fatti di partecipazione alla preparazione militare del moto catilinario: al processo S. fu assolto. Durante la guerra civile fra Cesare e Pompeo fu cesariano, ed ebbe da Cesare comando di truppe a Durazzo, alla battaglia di Farsalo e poi in Italia. Morì nel 45 a. C. durante un viaggio.
Bibl.: Drumann-Groebe, Geschichte Roms, II, Berlino 1902, pagina 437 segg.; E. Ciaceri, Cicerone e i suoi tempi, Milano 1926-30, I, pagina 141 segg.; II, pagina 7 segg.