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SCIPIONE, Publio Cornelio

di Alfredo Passerini - Enciclopedia Italiana (1936)
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SCIPIONE, Publio Cornelio (P. Cornelius L. f. Scipio)

Alfredo Passerini

Console nel 218. Ebbe l'incarico di arrestare nella Gallia Transalpina Annibale; ma dei contrattempi gl'impedirono di giungere a tempo in Provenza. Saputo della presenza di Annibale sul Rodano, risalì il fiume sulla destra, ma giunse al campo cartaginese quando Annibale già era passato sulla sinistra e si allontanava lungo la riva del fiume. Con fredda e abile decisione, inviato il fratello Gneo in Spagna con l'esercito, tornò in Italia. Con due legioni scontrò Annibale presso il Ticino (a Lomello?), ma i Romani furono sconfitti (settembre 218). S. stesso fu ferito: alla Trebbia poi ebbe il comando Ti. Sempronio Longo. S. nel 217 fu inviato in Spagna con rinforzi, e in qualità di proconsole, con abile diplomazia e audace ma prudente strategia, conquistò ai Romani il predominio nella Spagna: la vittoria più importante fu quella di Dertosa, città sull'Ebro. Ma nel 211, in primavera, mentre gli alleati spagnoli disertavano dai Romani, i due S. furono affrontati separatamente da tre eserciti cartaginesi nella vallata del Baetis: la loro prudente difensiva non li salvò dalla sconfitta; prima Publio, e poi il fratello perirono combattendo. Ma Annibale non aveva potuto godere delle risorse della Spagna proprio quando, dopo Canne, più ne abbisognava.

H. Genzken, De rebus a P. et Cn. Corneliis in Hispania gestis, diss., Gottinga 1879; J. Frantz, Die Kriege der S. in Spanien, diss., Monaco 1883; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, col. 1434 segg.; G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, ii, Torino 1917, p. 243 segg.

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