PUBIOTOMIA (dal lat. pubis "pube" e dal gr. τέμυω "taglio")
Questa operazione, intesa a sostituire la sinfisiotomia, fu per il primo proposta da J. A. Stoltz, poi abbandonata e risuscitata da L. Gigli, che la qualificò anche con il nome di taglio lateralizzato del pube. L'obiettivo è sempre quello della sinfisiotomia, di permettere cioè l'allargamento temporaneo del bacino viziato; lo scopo, anziché col taglio della cartilagine pubica, viene raggiunto segando nel suo spessore una delle ossa del pube. A questo scopo il Gigli ideò il suo ingegnoso filo-sega, che ha larga applicazione in chirurgia. I vantaggi che il Gigli si riprometteva dalla sua operazione, in confronto alla sinfisiotomia, erano quelli di lasciare intatta la pericolosa regione della clitoride, e i rapporti normali della vagina, dell'uretra e della vescica, ma soprattutto quello di sostituire alla ferita articolare una semplice ferita ossea. L'operazione ebbe discreta voga in Italia e fuori, ma ora, seguendo press'a poco le sorti della sinfisiotomia, è stata, per lo meno in Europa, quasi completamente soppiantata dal taglio cesareo.