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PUBERTÀ

di Giuseppe MARIANI - Nicola PENDE - Raffaele CORSO - Enciclopedia Italiana (1935)
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PUBERTÀ (dal lat. pubertas, da puber "maturo per le nozze"; fr. puberté; sp. pubertad; ted. Mannbarkeit; ingl. puberty)

Giuseppe MARIANI
Nicola PENDE
Raffaele CORSO

Periodo di durata variabile (entro termini massimi dagli otto ai quindici anni) entro il quale si determina uno sviluppo generale più rapido dell'organismo e un completamento armonico dell'individualità sessuale. La maturazione delle cellule riproduttive con le prime corrispondenti manifestazioni funzionali, il risveglio proliferativo dei tessuti endocrini specifici e la coordinazione nervosa interormonica, la comparsa o l'accentuazione e affermazione definitiva di tutto il complesso dei caratteri sessuali secondarî proprî, il prevalente aumento corporeo in lunghezza, tutto ciò costituisce il complesso progressivo dei fenomeni puberali. L'evoluzione puberale attraversa varie fasi di equilibrio neuroormonico prima che sia raggiunto l'assestamento definitivo; né sempre l'equilibrio viene raggiunto, persistendo stati arretrati di sviluppo, deviazioni o facili perturbamenti funzionali che costituiscono la base di molte sindromi neuropsichiche.

Anomalie della pubertà. - Le anomalie della pubertà più considerevoli consistono in una sua comparsa precoce e intempestiva o in un ritardo o mancanza. Nella macrogenitosomia precoce d'origine corticosurrenale la crisi puberale avviene anche a pochissimi anni d'età e insieme con lo sviluppo esageratamente precoce del corpo costituisce il sintomo più saliente. Analogamente sono ricordati casi di rapido e completo sviluppo genitale, scheletrico e psichico in relazione a iperfunzione testicolare od ovarica dovuta allo sviluppo di tumori (epitelioma testicolare, sarcoma ovarico). Anche uno stato di iperplasia ovarica costituzionale ereditaria può spiegare la pubertà precoce riscontrabile in fanciulle ove non esiste traccia di tumore. La ghiandola pineale pare anch'essa interessata nella patogenesi della pubertà precoce. In questa gli arti inferiori presentano, rispetto al tronco, una lunghezza deficiente per una precoce saldatura delle epifisi. La parziale insufficienza delle ghiandole genitali, oltreché con altri sintomi a carico soprattutto dello scheletro, si manifesta con i disturbi puberali. Manca o è incompleta la poussée puberale negli eunucoidi, analogamente a quanto accade negli ipotiroidici nei quali appunto la mancanza di caratteri sessuali puberali contrassegna, insieme con gli altri sintomi, l'infantilismo. Gravi disturbi, con l'arresto dello sviluppo sessuale e ipogenesia degli organi genitali, si hanno negli stati ipopituitarici e particolarmente nella sindrome di Frölich. Anche nei soggetti con stato timico può aversi un ritardo nella crisi puberale.

Etnologia. - La pubertà presso i popoli primitivi è oggetto di pratiche e cerimonie diverse, le quali hanno lo scopo, in parte, di proteggere l'organismo nel suo sviluppo dai creduti malefizî; e in parte, poi, di provarlo ai cimenti che dovrà subire nella nuova età e nella nuova vita. All'apparire dei primi segni (nell'uomo la barba, il cambiamento del timbro della voce, e nella donna la mestruazione), i fanciulli e le fanciulle vengono sottoposti a particolare regime, segregati dalla famiglia e costretti a prove che si ritiene ritemprino il corpo e l'anima. In varî luoghi i puberi dei due sessi sono divisi affinché quelli dell'uno non contagino moralmente quelli dell'altro, e soprattutto affinché le donne non rendano con la loro presenza, deboli ed effeminati gli uomini (Cafri, Kurnai, ecc.). La separazione può essere fatta isolando i fanciulli e le fanciulle in capanne speciali (Loango) o confinandoli in speciali villaggi e località (Nuova Britannia, Nuova Irlanda). Esistono, a tale scopo, luoghi di educazione, dove i ragazzi sono affidati alle cure di precettori o di esperti, per ricevere i rudimenti della nuova classe alla quale sono destinati, e soprattutto per ricevere le istruzioni relative alla vita coniugale. Siffatti collegi sono comuni nell'Africa nera, e specialmente nella Guinea e nel Congo. In quest'ultima regione il fua kongo, che è riservato alle donne, ha il suo opposto nello nkimba, che è per gli uomini, e quando i fanciulli e le fanciulle lasciano questi asili debbono mostrare o far finta di nulla ricordare del passato e, perfino, di non riconoscere i loro genitori. Comincia per loro una nuova esistenza: lasciano il vecchio nome, per assumerne un altro, che è l'emblema della nuova personalità (Yoruba, Ainu, Irochesi), e a queste norme anche le donne vanno soggette (Sierra Leone, Nias, ecc.); subiscono pratiche purificatorie e rigenerative (suffumigi, lavacri, depilazione, tosatura, mutilazioni varie). Tra le mutilazioni più frequenti e comuni sono l'amputazione di qualche dito (il dito mignolo tra i Mandan) o di qualche falange; l'incisione delle labbra (del labbro inferiore fra gl'Indiani dell'America di NO.) per appendervi anelli e cilindri; la perforazione delle cartilagini del naso, per infilarvi pezzetti di osso o di legno (Eschimesi dell'America, Australiani, ecc.); l'estrazione di qualche dente (Africa, Australia), o la limatura (Arcipelago Malese) o l'annerimento di tutti i denti (Nuova Britannia, isole Palau, Colombia di NO). Rito caratteristico della pubertà è, in molti paesi, la tosatura generale o parziale, che talora è limitata ai fanciulli maschi (Ainu); talaltra è estesa alle femmine. Gli isolani di Samoa recidono i capelli per intero; i Caraibi della Guiana Britannica bruciano la capigliatura alle fanciulle che raggiungono la pubertà; i Beciuana lasciano soltanto una piccola treccia.

Non di rado figurano tra le cerimonie rituali di tale età la circoncisione, l'escissione della clitoride, la subincisione, la deflorazione artificiale (v. prelibazione), ed altre pratiche, di cui non sempre sono chiari l'origine e il significato.

Particolare carattere hanno le costumanze della pubertà, quando si tratti di fanciulle. Rinchiuse nella casa (Zulu) o in una cella di essa (Borneo) o in una capannuccia appositamente costruita (Ceram, Isole Caroline), ovvero in gabbie (Nuova Irlanda), esse non possono vedere il sole, il cielo, il fuoco, il sangue; non debbono toccare la terra coi piedi, non avere relazioni; debbono astenersi da alcuni cibi, portare speciali indumenti, ecc. Alla fine di questo periodo, che può comprendere settimane o anni, le fanciulle ritornano alla vita normale. Gl'Indiani dell'Alaska bruciano i loro vestiti e celebrano la festa del labbro, che incidono in quell'occasione. In generale le cerimonie che si riferiscono alla pubertà rientrano nella categoria dei riti iniziatici, in quanto servono ad operare il distacco del fanciullo dalla classe infantile e ad aggregarlo, successivamente, alla classe degli adulti, e cioè degli uomini atti alla caccia, alla guerra, al matrimonio, e via dicendo.

Bibl.: H. Ploss, Das Weib in der Natur- und Völkerkunde, 8ª ed. a cura di M. Bartles, Lipsia 1905; J. G. Frazer, The Golden Bough, 3ª ed., Londra 1907; E. Crawley, The mystic rose, Londra 1902; A. van Gennep, Les rites de passage, Parigi 1909.

Vedi anche
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Vocabolario
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pubertàrio
pubertario pubertàrio agg. [der. di pubertà]. – Lo stesso, ma molto meno com., che puberale.
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