PSICOTERAPIA
. È la cura delle malattie, compiuta con mezzi psichici.
Sino dai tempi più remoti (come ancora oggi presso i popoli selvaggi) si è tentato, specialmente da stregoni e da altre persone particolarmente dedicate alla cura degli ammalati, di liberare gl'infermi dalle loro sofferenze mediante scongiuri, pratiche magiche e altri interventi spirituali, fondati sulle credenze e superstizioni del tempo (v. animismo; magia). Nell'antichità classica, oltre che a pratiche magiche, si ricorreva anche alla fede nell'aiuto divino per tentare di guarire gl'infermi; è rimasto famoso al riguardo il tempio di Esculapio in Epidauro, in cui si operavano guarigioni (v. incubazione). Anche in seguito la fede religiosa ha recato alla terapia il suo non disprezzabile ausilio.
Nei secoli IV e V d. C. la dottrina indiana dello yoga insegnò a isolare l'anima dalla materia, e ciò attraverso pratiche come la "concentrazione", la "meditazione", ecc., e valendosi anche di ausilî esteriori come la coordinazione di certi movimenti del corpo o la disciplina del respiro. Con queste pratiche si tentava, fra l'altro, di influire sulle malattie. In tempi recenti lo yoga ha formato oggetto di accurati studî anche in Occidente.
Nei tempi moderni la psicoterapia può distinguersi in "empirica" e in "sistematica". La prima, che è stata praticata in tutti i tempi, è dettata dal semplice buon senso e dall'istintivo desiderio di dare un qualsiasi aiuto e appoggio morale ai sofferenti. Essa consiste specialmente nel confortare, nell'incoraggiare gl'infermi, nel dar loro qualche spiegazione tranquillizzante, nel cercare ch'essi si confidino al terapeuta (è noto il potere benefico che in alcuni casi può avere la semplice confessione); e inoltre nel prodigare e suscitare affetto, nel raccomandare il cambiamento d'ambiente, nel consigliare distrazioni o un'adeguata occupazione, ecc.
La psicoterapia sistematica dei tempi moderni prende origine dal magnetismo animale (v.). Sincretistica e confusionaria dapprima, date le teorie metafisiche e le credenze mistiche che v'imperavano, essa ha acquistato solo a poco a poco il carattere di un procedimento scientifico. I metodi che fanno capo alla suggestione (v.) si allacciano tutti, più o meno direttamente, alle pratiche del Mesmer (v.), che al loro tempo fecero molto scalpore. Questi metodi suggestivi, commisti a fanatismo religioso, diedero, tra l'altro, impulso al movimento della Christian Science (v.), che ebbe tanta diffusione, specialmente negli Stati Uniti d'America. Va pure menzionata la metalloterapia di V. B. Burq (la primia enunciazione è del 1849). Ma anche nel campo della suggestione fu sentita ben presto la necessità di un indirizzo più rigorosamente scientifico (v. ipnotismo; suggestione).
Lo studio della suggestione, nell'ipnosi e fuori di essa, richiamò l'attenzione sul fatto che gli stessi risultati si potevano ottenere anche senza l'intervento costante dell'operatore, ossia mediante l'autosuggestione (v.). Del metodo e dell'efficacia terapeutica di un tale procedimento psicoterapico, fondato sull'autosuggestione, è stato specialmente assertore É. Coué, farmacista di Nancy. Sostenitore in sede più rigorosamente scientifica dell'azione terapeutica dell'autosuggestione è Ch. Baudouin, il quale, però, utilizza anche i metodi psicoanalitici (v. appresso).
Ch.-P. Dubois, di Berna (1848-1918), sostenne di poter influire sugli ammalati attraverso il ragionamento, con cui si cerca di persuaderli dell'infondatezza delle idee che formerebbero il nucleo dei loro mali psichici. Non essendo però le malattie psichiche il prodotto di ragionamenti sbagliati, ma avendo invece cause più profonde, di cui i falsi ragionamenti sono soltanto il paravento, l'intervento della ragione non può rimuovere la causa effettiva del male. E se la "persuasione" del Dubois ha una certa transitoria influenza sugli ammalati, ciò si deve a un effetto di suggestione larvata, giacché la suggestione può esplicarsi con molti mezzi diretti e indiretti, anche a insaputa dello psicoterapeuta.
Più recentemente J. H. Schultz (1932) ha esposto i suoi tentativi d'influire sulle malattie provocando nei soggetti condizioni simili a quelle degli stati suggestivi, attraverso particolari esercizî fisiologici, con i quali, evitando ogni sforzo volitivo, si ottiene prima il più completo rilassamento muscolare, poi sensazioni di peso e di calore per tutto il corpo, ecc. Tali esercizî debbono protrarsi per parecchi mesi, e lo Schultz riferisce di buoni risultati ottenuti anche nella cura di malattie organiche. Nei casi di affezioni psichiche gravi lo Schultz ricorre tuttavia alla psicoanalisi. Il metodo dello Schultz, che da una parte si avvicina alle pratiche dello yoga, dall'altra a quelle dell'autosuggestione di Coué, viene chiamato dall'autore "allenamento autogeno" (autogenes training).
Un importante contributo agli studî psicologici e alla psicoterapia è stato apportato da Pierre Janet. Egli, fondandosi su osservazioni e studî numerosissimi, si è convinto che molti disturbi psichici si devono a insufficienza funzionale dell'apparato psichico, donde la sua concezione della "psicastenia". In psicoterapia egli è piuttosto eclettico, trova cioè che in molti casi sono convenienti le pratiche suggestive, in altri raccomanda il riposo, inteso come risparmio di energie psichiche, in altri ancora consiglia la rieducazione. Dà notevole importanza alla psicoanalisi, come pure agli esercizî fisici.
Profondamente differenziandosi dai metodi psicoterapici fin qui esposti, è sorta la psicoanalisi (v.) fondata da Sigmund Freud (v.); essa vuole indagare le cause vere e lontane dei mali psichici e cerca di rimuoverle con metodi appropriati. Tale ricerca presuppone però una conoscenza molto precisa dell'apparato psichico e del suo funzionamento, e la psicoanalisi, perciò, volendo comprendere tutti i sintomi e i quadri nosologici delle malattie psichiche, si è trovata di fronte al compito di dover rinnovare la psicologia, avendo trovato insufficienti le nozioni psicologiche precedentemente conquistate. Il fatto centrale delle nuove scoperte del Freud è stato l'accertamento di fenomeni che non solo sono inconsci, ma che possono esulare completamente dall'Io. I disturbi psichici si rivelano allora come effetti di irregolarità, per così dire, nello svolgimento di processi psichici inconsci. Il compito centrale della psicoanalisi consiste nel trasformare tali processi inconsci patogeni in processi coscienti. Allora quei processi, venendo a trovarsi in una zona topicamente più elevata, cioè sottoposta al controllo del potere giudicativo e critico dell'Io, perdono il loro potere patogeno. Questo compito, tutt'altro che facile, e che richiede studî specializzati da chi lo pratica, ha per scopo di sanare le basi della personalità. Per raggiungere tale scopo si adotta un atteggiamento del tutto particolare verso il paziente, si procede con la massima delicatezza e sincerità, si evita di proposito d'influire su di lui con la suggestione, si utilizza non solo quanto egli, seguendo la regola fondamentale di non sottacere nulla, racconta i suoi sogni, le sue libere associazioni, ecc., ma anche il suo comportamento nella vita, e il contegno affettivo ch'egli manifesta nei riguardi della cura stessa. La psicoanalisi poi si sforza di indurre il paziente a superare attivamente le difficoltà scaturite dalla malattia, dato che soltanto così si creano in lui condizioni dinamiche favorevoli alla soluzione del compito analitico.
Nel compito terapeutico sono naturalmente compresi molti altri obiettivi, tra cui anzitutto quello di adattare il più possibile il paziente alla realtà e alla vita sociale, ciò che comporta anche la sua emancipazione da ogni dipendenza eccessiva da altre persone, e anche dal medico stesso che lo ha curato.
La psicoanalisi, indagando su tutti i processi psichici, ha anche delucidato il meccanismo di azione dell'ipnosi e della suggestione, rendendosi conto dell'azione degli altri metodi psicoterapici. Così pure, essa ha compreso che l'azione benefica, antidepressiva, degli esercizî fisici, ginnastica, sport, ecc., oggi raccomandati da molti medici, si deve al fatto dell'estroversione dell'energia distruttiva (v. psicoanalisi), particolarmente nociva se resta rivolta contro la propria persona. Così pure la terapia fondata sul lavoro ("ergoterapia"), da molti raccomandata, agisce, secondo quanto la psicoanalisi poté assodare, principalmente alleviando i sentimenti di colpa inconsci, fonti di continuo tormento interno.
La scuola psicoanalitica ha aperto la via anche ad altri indirizzi psicoterapici, i cui fondatori provengono dalla psicoanalisi. Per lo più si tratta di generalizzazioni di questo o di quel principio enunciato cautamente dal Freud, con esclusione degli altri della dottrina psicoanalitica. Una delle ragioni per cui questi nuovi indirizzi hanno potuto sorgere e svilupparsi è certo da ravvisare nel fatto che le concezioni psicoanalitiche sono spesso difficili ad assimilarsi e possono suscitare particolari resistenze.
Fra questi indirizzi si deve ricordare, per la sua diffusione, anzitutto la scuola di A. Adler, fondatore della cosiddetta "psicologia individuale". L'Adler, trascurando gli altri aspetti della personalità, e specialmente lo studio dei processi psichici inconsci, dà soprattutto importanza, nella psicologia della condotta umana e nell'eziologia delle nevrosi, all'istinto di dominazione. Su questa base ha enunciato una teoria, e ha creato una tecnica psicoterapica.
A un'altra generalizzazione si debbono le teorie e i metodi psicoterapici di C. G. Jung. Questi, più per speculazione filosofica che in seguito ad esperienze scientifiche, ha esteso oltremodo il concetto di libido del Freud. Egli considera questa come un'unica protoenergia con due direzioni opposte: una centripeta, rivolta verso l'Io (introversione), e una centrifuga, rivolta verso il mondo esterno (estroversione). Inoltre egli dà enorme importanza alla funzione trascendentale dell'inconscio collettivo.
Fra le scuole sorte dalla psicoanalisi ha infine un certo successo quella di W. Stekel, il quale crede che nell'eziologia delle nevrosi abbiano importanza decisiva soltanto i conflitti attuali, quelli in cui il paziente è stato posto da fatti contemporanei della propria vita: egli propugna una "terapia d'assalto" (Überrumpelungsmethode), cioè un intervento rapido, basato sull'intuito del medico, rivolto a individuare questi conflitti per poi debellarli.