PSEUDO-
È un ➔prefissoide che proviene dal greco pseudo- (dal tema di psèudomai ‘mentire’) ed è usato in parole derivate direttamente dal greco o formate modernamente.
A seconda dei casi può assumere diversi significati:
– indicare che la qualità espressa dal termine a cui è preposto è soltanto fittizia (o da ritenere tale)
pseudofilosofo (‘falso filosofo’)
pseudogiornalista (‘falso giornalista’)
pseudomessaggio evangelico (‘falso messaggio evangelico’)
– indicare falsa apparenza, oppure significare che l’oggetto ha soltanto somiglianza con ciò che è designato dal secondo elemento
è un lavoro pseudoscientifico (‘che non ha fondamenti scientifici seri’)
vive in una pseudocasa di sette metri quadrati
– indicare l’apparente presenza di una proprietà, in parole come
pseudosfaldatura
pseudorombico
– designare autori di opere tramandate sotto falso nome; in questo caso si trova davanti a nomi propri
pseudo-Aristotele
pseudo-Dionigi
– in chimica, indicare una somiglianza apparente
pseudosale (‘composto che, pur avendone alcune caratteristiche, non è un sale’)
pseudosoluzione (‘soluzione che non segue le leggi caratteristiche delle soluzioni’)
– in medicina, indicare malattie o formazioni anatomiche che hanno affinità solo esteriori con quanto è indicato dal secondo termine
pseudobulbare (‘quadro clinico che rivela una lesione del bulbo spinale’)
pseudocisti (‘cavità scavata nell’interno di un tessuto o di un organo che differisce da una vera cisti per la mancanza di una parete propria’).
Il suffisso è frequente nei linguaggi settoriali ed è molto usato nella formazione di ➔neologismi
Pubblico decide chi può abortire, fa discutere pseudoreality Usa sull’aborto (www.adnkronos.com)
Nell’italiano degli ultimi anni, soprattutto in quello giornalistico e pubblicitario, si usa per creare parole di uso per lo più scherzoso
Lo pseudoprete mi guarda infuriato e urla: «Dio? Dioooo? Dio non esiste!!! È una truffa!!! Una truffaaaaa! Charlatan! Charlatan!» (E. Rigatti, La strada per Istanbul).