PROVVEDITORATO generale dello stato
Fu istituito dal governo fascista con r. decr. legge 18 gennaio 1923, n. 94, su proposta del ministro Alberto de' Stefani, al precipuo scopo di riordinare interamente i servizî regolatori delle provviste per lo stato, i quali in passato riuscivano eccessivamente dispendiosi e non corrispondenti al loro compito. Il Provveditorato generale, che è stato organizzato da D. Bartolini, riassume in sé, con piena indipendenza, dovendo rispondere solamente al governo e ai controlli generali, le funzioni di acquirente, conservatore e distributore di tutto quanto possa occorrere in ogni ramo della pubblica amministrazione. Con provvedimenti successivi sono stati affidati a esso anche i servizî inerenti ai beni immobili patrimoniali dello stato (decreto ministeriale 26 aprile 1926, n. 32.857), l'Officina carte-valori di Torino (r. decr. legge 12 dicembre 1924, n. 1575), i beni di demanio pubblico, acque, pertinenze idrauliche e di bonifica, laghi di pesca, miniere, spiagge marittime, l'asse ecclesiastico, i beni della Corona, le eredità devolute (decreto ministeriale 12 dicembre 1932) e i rimborsi ai comuni delle spese per gli uffici giudiziarî e per le carceri mandamentali.
Nell'esercizio delle sue funzioni il Provveditorato generale ha proceduto al censimento dei beni immobili patrimoniali dello stato costituenti un complesso di 11.417 fabbricati e 32.211 fondi rustici, al riordinamento di tutte le pubblicazioni edite dallo stato, all'istituzione della Libreria dello stato, alla pubblicazione dei cataloghi generali e sistematici di quanto lo stato italiano ha pubblicato dal 1861, alla costituzione dell'archivio delle pubblicazioni dello stato e al riordinamento dello stabilimento poligrafico della guerra, che con r. decr. legge 24 settembre 1923 fu posto alle sue dipendenze ed ebbe il nome di Stabilimento poligrafico per l'amministrazione dello stato.
Il Provveditorato generale attraverso l'ordinamento dei servizi che gli sono stati affidati ha realizzato notevoli economie. Basti considerare che le sole spese di stampa per le varie amministrazioni, che nel 1922 assommavano a oltre 90 milioni, nel 1935, pur essendo aumentato notevolmente l'ammontare delle forniture cui esso deve provvedere, anche per la costituzione di nuovi ministeri e nuovi servizî, sono ridotte a circa 40 milioni.
Per eliminare ogni duplicazione di funzioni, con legge 6 dicembre 1928, n. 2744 la Libreria dello stato, l'Officina carte-valori e lo Stabilimento poligrafico, cioè i tre organismi affini a carattere commerciale o industriale, dipendenti dal Provveditorato generale, vennero riuniti nell'Istituto poligrafico dello stato, con sede in Roma, che, alla dipendenza del Provveditorato medesimo, ha il compito di fornire ai servizî dello stato la carta, le buste, gli stampati, le pubblicazioni, le carte-valori e quanto altro di tal genere possa occorrere alle pubbliche amministrazioni, e di gestire la Libreria dello stato.
Il personale dell'Istituto poligrafico è composto di 3800 operai e 200 impiegati. Il giro amministrativo medio di affari ammonta annualmente a circa 110 milioni di lire.
Oltre alle pubblicazioni di carattere normale (leggi, relazioni, monografie, annuari, moduli, ecc.), l'Istituto ha intrapreso la pubblicazione di grandi opere di cultura, d'arte e d'archeologia. Tra queste meritano particolare rilievo le riproduzioni di preziosi codici membranacei, l'edizione nazionale dei Classici Latini e Greci, i fascicoli dei Monumenti e delle Opere d'arte, il Corpus vasorum antiquorum, le Inscriptiones Italiae, i Monumenti italiani, l'Opera del genio italiano all'estero, i Manoscritti e disegni di Leonardo da Vinci, il Corpus della pittura parietale antica, e grandi monografie riccamente illustrate su monumenti o su opere d'arte.
L'Istituto poligrafico dello stato ha personalità giuridica e gestione autonoma ed è sottoposto a tutti gli oneri che gravano l'industria privata. Gli utili netti risultanti da ciascun bilancio vengono versati per intero allo stato, dedotte le riserve e le altre assegnazioni statutarie. Negli esercizî dal 1929-30 al 1934-35 l'Istituto poligrafico ha versato in contanti allo stato L. 13.960.098 per utili netti di bilancio, L. 13.122.443,67 per interessi sul capitale conferito, L. 15.000.000 per restituzione di capitale, dopo aver effettuato ammortamenti per L. 28.279.007,05 e accantonato riserve per oltre 13 milioni.