PROVINS
(Pruvinum nei docc. medievali)
Città della Francia, posta nella regione di Brie, nell'od. dip. Seine-et-Marne.P., le cui origini rimangono oscure, compare come capoluogo di pagus nell'802 (MGH. Capit., I, 1883, p. 100, nr. 34). Il castrum originario (le cui testimonianze numismatiche risalgono all'ultimo terzo del sec. 9°), da cui si sviluppò la zona della città denominata Châtel o 'città alta', occupava una collina a sperone, dominante un bacino bagnato da due fiumi, dove, a partire da un antico luogo di culto dedicato nel 996 al santo eremita Ayoul, si sviluppò il quartiere chiamato Val o 'città bassa'. Due strade di epoca gallo-romana, che da Soissons conducevano rispettivamente a Troyes e a Sens, passavano non lontano dal sito, senza tuttavia assicurarne le comunicazioni.Situata ai confini dei contadi di Meaux e di Troyes, P. rappresentava una sede preziosa per Erberto II conte di Vermandois - che tra il 907 e il 936 ne entrò in possesso - e per i conti della casata di Blois-Chartres, ai quali pervenne nella seconda metà del 10° secolo. Il lungo predominio esercitato da questa famiglia, gli orientamenti della sua politica territoriale (che sfociarono nella costituzione della potente contea di Champagne e di Brie), come pure l'appartenenza di P. alla diocesi di Sens, spiegano il motivo per cui, se si vogliono individuare per P. affinità o influenze artistiche, è più opportuno guardare a Troyes o a Sens, o anche a Chartres, piuttosto che all'Ile-de-France.Unici padroni del luogo (P. non era una città episcopale), i conti promossero la vita religiosa, incoraggiarono lo sviluppo demografico e diedero impulso ai commerci. Lo sviluppo urbano e monumentale di P., che raggiunse il massimo tra i secc. 12° e 13°, fu connesso alla loro volontà di farne una delle due capitali della contea di Champagne e uno dei centri più attivi del commercio internazionale dell'epoca; le grandi realizzazioni architettoniche furono coeve all'affermarsi delle due famose fiere annuali.Attorno alla città, i bastioni, conservati per una parte dei km 5 del perimetro originario, offrono un esempio di fortificazione urbana alquanto eccezionale per la Francia settentrionale. Verso la zona ovest della collina, la primitiva cinta del castrum, che seguiva il profilo dello sperone, venne ampliata per comprendere i nuovi quartieri che, oltre la motta castrale e la chiesa collegiale di Saint-Quiriace, vennero a crearsi intorno al Vieux Marché e poi al Marché Neuf. Durante i regni di Tebaldo II il Grande (1102-1152) e, soprattutto, di Enrico I il Liberale (1152-1181), l'urbanizzazione si estese lungo i fianchi della scarpata; all'estremità opposta, il borgo creatosi intorno alla chiesa di Saint-Ayoul conobbe un crescente sviluppo di attività commerciali e artigiane (lavorazione dei panni). Nella zona paludosa intermedia, varie sistemazioni idrauliche favorirono, nel corso del sec. 13°, l'insediamento di un nuovo quartiere, dalle strade disposte a scacchiera, dove si stabilirono le sedi degli Ordini mendicanti. Tebaldo IV (1201-1253) intraprese l'opera di recinzione di quest'ampia area con mura continue (1229-1236). La cinta muraria - rinforzata da torri nella zona dello Châtel per volere del re Filippo IV il Bello (1285-1314), parzialmente ricostruita durante la guerra dei Cento anni (1339-1453) e oggetto di svariati rimaneggiamenti posteriori - offre, in particolare attraverso le torri e le porte, un esauriente repertorio dell'evoluzione dell'architettura militare medievale.Per soddisfare le esigenze di una popolazione in aumento (tra i diecimila e i quindicimila abitanti), si moltiplicarono i luoghi di culto, come testimoniano le chiese di Saint-Ayoul, Saint-Quiriace e Sainte-Croix, nonché la cappella del palazzo comitale riservata ai membri di corte. Invece non sussistono praticamente resti delle cinque chiese o cappelle edificate, o ricostruite, nello Châtel dalla metà del sec. 12° alla metà del 13°, né della collegiata di Notre-Dame-du-Val (1196) costruita extra muros.Spetta a Enrico il Liberale l'iniziativa della costruzione del mastio, la Tour de César, nell'area dove sorgeva una turris attestata nel 1137, sulla sommità del castrum. Questa torre ottagonale, dalla bella struttura in pietra e dotata di un complesso sistema di percorsi di comunicazione, è fiancheggiata da quattro torrette semicircolari e circondata da una camicia; una torre quadrata e una cortina di fortificazioni (1358-1412), come anche in seguito una terrazza (1433), completarono questo complesso difensivo utilizzato soprattutto come prigione.I conti risiedevano nel palazzo attiguo, edificato poco prima del 1161 all'estremità dello sperone e ammodernato da Tebaldo IV; la trasformazione in collegio compiuta nel sec. 17° ne ha stravolto l'immagine, a eccezione della cappella palatina a due livelli.P. mostra un ricco patrimonio di architetture civili comprese tra il 12° e il 14° secolo. La vicinanza di cave, la ricchezza delle classi possidenti e il timore degli incendi portarono a privilegiare l'uso della pietra nelle costruzioni private. Al pari degli alloggi ecclesiastici, i palazzi, le dimore e i locali a uso lavorativo offrono un vasto campo per future ricerche. Sotto la città alta si conserva un'estesa rete di ambienti sotterranei adibiti all'immagazzinamento delle merci.La chiesa di Saint-Ayoul si presenta attualmente come un edificio composito. Della costruzione iniziata nel 1048 - epoca in cui Tebaldo I (m. nel 1089) fondò presso il santuario già esistente un priorato dipendente dall'abbazia benedettina di Montier-la-Celle - sussiste il transetto con crociera dotata di possenti pilastri (con colonne incassate e capitelli a decorazione geometrica) e sormontata da una torre-lanterna. In un'epoca imprecisata si rese necessario consolidare il monumento, eretto su una torbiera (scavi del 1956). Alla pesantezza della costruzione romanica fa da contrasto la raffinatezza della facciata a tre portali che concludeva la navata ricostruita nel 1157 a seguito di un incendio: malgrado il cattivo stato di conservazione, le statue-colonna e gli archivolti dal rilievo discretamente marcato rappresentano un bell'esempio di scultura monumentale, il cui programma rimanda al portale dei Re di Chartres. La navata, che presenta una disposizione su tre livelli di grandi arcate, arcatelle cieche e oculi, venne nuovamente ricostruita nel secondo quarto del sec. 13°; i capitelli sono simili a quelli della vicina chiesa di Sainte-Croix.Verso il 1135 Tebaldo II introdusse la riforma agostiniana nella chiesa di Saint-Quiriace. Nel 1157 Enrico il Liberale vi ripristinò la vita secolare e fece ricostruire la chiesa per accogliervi numerosi canonici (quarantaquattro nel 1176; Veissière, 1961, p. 270, nr. 33). La pianta, l'alzato e la decorazione scultorea dei capitelli si ispirano alla cattedrale di Sens. I lavori ebbero inizio, tra il 1157 e il 1166, con la costruzione della metà orientale del deambulatorio e delle parti basse del santuario. Addossato al palazzo comitale, il coro, di eccezionale ampiezza, venne terminato tra il 1176 e il 1185 ca.; in seguito fu edificato il transetto, non sporgente. Il corpo longitudinale restò incompiuto malgrado una nuova campagna di lavori avviata all'inizio del sec. 13°, nel corso della quale la grande campata del coro fu ricoperta (1238 ca.) con una volta ottopartita di grande interesse. La cappella a due piani del palazzo comitale (1176-1179) offre - attraverso i dettagli architettonici (struttura dei pilastri compositi e delle volte del livello superiore) e scultorei (decorazione a motivi vegetali dei capitelli) - preziosi punti di riferimento per la cronologia di Saint-Quiriace.Della cappella dedicata a s. Tebaldo, sulla sommità della città alta, restano alcuni frammenti del portale regio: un Cristo in Maestà (successivamente inserito nel timpano occidentale di Saint-Quiriace), una statua-colonna con la figura di una regina (Bryn Athin, Glencairn Mus.) e un trumeau rappresentante il santo patrono della chiesa in abiti sacerdotali (Provins, Mus. de la Grange-aux-Dîmes). La datazione di questi resti è stata variamente assegnata all'inizio degli anni sessanta del sec. 12°, al 1170 ca. e alla fine del secolo.La chiesa di Sainte-Croix è citata già nel 1193 con l'attuale denominazione, ma era già costruita nella prima metà del sec. 12°: è infatti menzionata nel 1154 come capella de ponte (Cartulaire de Montier-la-Celle, a cura di C. Lalore, Paris-Troyes 1882, p. 251, nr. 214). La campata quadrata dell'incrocio delle navate, eretta in quest'epoca, ha resistito alle trasformazioni posteriori: l'arcata della crociera posa ancora su supporti romanici, con capitelli e pulvini molto semplici a decorazione vegetale. Con lo sviluppo della città bassa, la promozione della chiesa a parrocchia nel 1234 portò di conseguenza a un rimaneggiamento dei piloni, delle parti alte e della navata.Nella zona esterna della città, Tebaldo IV, poco prima del 1248, intervenne nella fondazione del monastero dei Cordiglieri di Mont-Sainte-Catherine. Gli edifici ancora esistenti (galleria occidentale del chiostro, alloggi dei confessori e dei conti, sala capitolare) testimoniano, per l'alta qualità architettonica, la liberalità degli ultimi conti. All'interno della chiesa, ricostruita nel sec. 15°, è conservato il cuore di Tebaldo V (1253-1270) entro un ricettacolo di tipo architettonico esagonale, eseguito poco dopo il 1270.
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