ASIA, Provincia Romana (Asia)
Col nome di Asia i Romani designarono talvolta una entità amministrativa da loro costituita in Anatolia (v.), dopo che l'eredità di Attalo III, l'ultimo dei dinasti pergameni, li aveva messi in possesso di un notevole territorio. Talvolta, nello stesso significato, al nome A. si aggiunge l'appellativo minor, usato peraltro anche per una regione considerevolmente più vasta, e in altri casi vi si aggiunge l'appellativo proconsularis, a meglio significare la natura del governo della provincia, affidata in età imperiale a consolari di nomina senatoria.
La genesi della provincia è assai difficile a delinearsi in breve e con chiarezza: al primo ordinamento, avutosi con Manio Aquilio dopo la fine di Andronico, seguirono profondi rimaneggiamenti; dopo Mitridate, con Silla e con Pompeo; poi, con Cesare e con Antonio, e infine con Augusto, il cui ordinamento fu il più duraturo. Anche i confini variarono e si allargarono, con la fine dei regni autonomi del Ponto e della Cappadocia e con la diversa sorte subita dalla Licia, dalla Pisidia e dalla Pamphilia. Tuttavia con Augusto il processo di genesi della provincia poteva dirsi concluso, con la definitiva assegnazione ad essa delle due Frigie, della Misia, della Lidia, della Caria, e delle isole eoliche e doriche dell'Egeo, tra le quali Lesbo, Chio, Samo e le Sporadi meridionali, con Coo e Rodi, sino a Scarpanto, a Taso e a Stampalia.
La provincia dell'A. comprese quindi parte della Propontide, con la città di Cizico, e - come la provincia della Bitinia con Bisanzio - si estese sul continente europeo comprendendo il Chersoneso tracico. Verso E giungeva ai confini della Bitinia comprendendo il bacino del Medestus (Susuring) e l'alto bacino del Sangarius (Sagaria) e del suo principale affluente di sinistra, il Thymbris (Pursuq), e si addentrava nell'altipiano della Licaonia, oltre Pessinunte, che non vi era compresa, includeva invece Apamea e giungeva al mar di Levante alla foce dell'Indus (Dalaman). L'economia della provincia si articolava lungo le tre grandi valli latitudinali del Caico, dell'Ermo, del Meandro, e dei fiumi e rivi che dall'altipiano anatolico si gettano nell'Egeo; la provincia di A. è costituita in sostanza dalle città greche della Ionia e dal loro naturale entroterra; di tutte le altre provincie anatoliche era quella che presentava le più radicate tradizioni elleniche ed altresì le più cospicue manifestazioni della civiltà ellenistica. Le antichissime colonie greche, sulla costa, alle foci dei grandi fiumi, furono le naturali metropoli della provincia: Cizico, Smirne, Efeso, Mileto, Alicarnasso. A Efeso, risiedette per lo più il governatore romano. Rimontando le grandi valli, alcuni celeberrimi centri greci continuarono a fiorire in età romana quali Mylasa, Labranda, Amyzon, Magnesia al Meandro, Tralles, Colofone e Pergamo. Più all'interno erano Alabanda, Laodicea, Apamea, Sardi.
Del tutto sporadica fu l'opera di colonizzazione romana (Alessandria, Troade e Pario). Alle città fu lasciata la pristina costituzione e solo nel Il sec., attraverso un'opera graduale di trasformazione, i centri maggiori furono ridotti al rango delle civitates stipendiariae. I santuarî, le anfizionie, le federazioni sacre continuarono la loro vita individuale: vi si aggiunge solo il Koinòn per il culto di Roma e di Augusto.
Il sistema viario anatolico fu costituito in due grandi momenti dapprima dagli Achemènidi, rafforzato da Alessandro, e poi dai Romani dopo Nerone e soprattutto con Vespasiano e Traiano, quando le strade assunsero anche importanza militare per le operazioni contro i Parthi.
Le due arterie fondamentali risalivano le valli del Meandro e dell'Ermo, ma esistevano anche due vie longitudinali, una verso l'Egeo, che tagliava le basi delle infinite penisole che vi si protendevano e scendeva dalla Troade alla Licia, un'altra più interna collegava Parata, nella valle dello Xanto, a Laodicea, Sardi, Pergamo e Cizico.
La provincia d'A., con la Lycia et Pamphilia e la Pisidia, prima divisa tra quella provvisoria e la Galizia, e con quasi tutte le isole dell'Arcipelago, fu compresa dalla riforma tetrarchica nella diocesi asiana, suddivisa in sette province: Phrygia prima (Pacatiana), Phr. secunda (salutaris), Asia, Lydia, Caria, Hellespontus, Insulae. La novità più interessante di questo ordinamento, trasmesso con molte modifiche ai Bizantini, è nella attribuzione del mondo insulare alla diocesi asiana.
Bibl.: P. Monceaux, De communi Asiae provincia, Parigi 1885; W. Ramsay, Historical Geography of Asia Minor, Londra 1890; V. Chapot, La province romaine d'Asie, Parigi 1904; A. H. M. Jones, The Cities of the Eastern Roman Provinces, Oxford 1937, pp. 28-95; D. Levi, Le grandi strade romane in Asia, Spoleto 1938; D. Magie, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950.