Provedi, saggio, ad esta visione
Sonetto di proposta di Dante da Maiano (abab abab; cde edc), cui risposero, oltre a D. (Savete giudicar vostra ragione), Chiaro Davanzati, Guido Orlandi, Salvino Doni, Ricco da Varlungo, ser Cione Ballione.
Secondo l'ordinamento del Barbi, è questa la prima tenzone fra i due Dante; per il Santangelo la seconda, dopo quella del ‛ duol d'amore '; anteriore, però, come ha visto anche il Debenedetti contro l'opinione del Carducci e dello Zingarelli, al primo sonetto della Vita Nuova.
L'autenticità di questo sonetto e di tutte le rime volgari che vanno sotto il nome del Maianese, si fonda soltanto sull'attribuzione dell'edizione Giuntina del 1527. Il Borgognoni tentò di provare che si trattasse di una mistificazione, dovuta ai letterati compilatori della raccolta; ma fu subito rintuzzato dal Novati, poi dal Bertacchi, quindi dal Debenedetti e dal Barbi, che provarono l'attendibilità di essa. Che il Maianese, come vuole il Bertacchi (seguito dal Santangelo), sia da identificare con un Magalante di ser Ugo da Maiano, che figura come mundualdo in un atto del 1301, è possibile, ma non certo.
Il sonetto racconta una visione e ne chiede de il significato. Una bella donna, amata dal poeta, gli dona una ghirlanda; poi egli si trova indosso la camicia di lei. Seguono approcci amorosi, allegramente corrisposti, e, alla fine, appare un'immagine enigmatica: con la donna era la madre del poeta, morta. Gli oggetti della visione sono luoghi comuni, desunti dai partimens o giochi partiti provenzali e francesi; tutto il sonetto, nel quale abbondano i provenzalismi, è percorso da una vena realistica e maliziosa, connessa ai trattati d'amore medievali di ascendenza ovidiana, appena ingentilita dall'eloquio raffinato e dal gusto enigmistico allusivo. L'ambiguità della chiusa, variamente interpretata dai corrispondenti di allora e dai commentatori moderni, serviva a sollecitare risposte ingegnose.
Bibl. -Per il testo si veda: Sonetti e canzoni di diversi antichi autori toscani, Firenze 1527; S. Debenedetti, Nuovi studi sulla Giuntina di rime antiche, Città di Castello 1912; Barbi, Studi 86 ss. Sul Maianese: A. Borgognoni, D. da Maiano, Ravenna 1882; F. Novati, D. da Maiano e A. Borgognoni, Ancona 1883; A. Borgognoni, La questione maianesca, Città di Castello 1885; L. Biadene, Morfologia del sonetto, in " Studi Filol. Romanza " IV (1889) 209; G. Bertacchi, Rime di D. da Maiano, Bergamo 1896; Dante's Lyric Poetry, a c. di K. Foster e P. Boyde, Oxford 1967, II 1-4, 6-10; D. Da Maiano, Rime, a c. di R. Bettarini, Firenze 1969. Per l'interpretazione: S. Santangelo, D.A. e D. da Maiano, in " Bull. " XXVII (1920) 61-75 (ora in Saggi danteschi, Padova 1959); Contini, Rime 4; Barbi-Maggini, Rime 155-157.