PROVANA di LEINI, Andrea
Uomo di mare, nato nel castello di Leinì verso il 1520, morto a Nizza nel 1590. Suo padre Giacomo era gran maestro della casa di Emanuele Filiberto di Savoia, sua madre Filiberta apparteneva alla nobilissima famiglia di Ravoire. Il P. fu fedelissimo alla dinastia nei tempi procellosi dell'occupazione siraniera, combatté a fianco del duca Emanuele nella guerra contro Enrico II di Francia, e da lui fu inviato in Piemonte nel 1553 per confermare la popolazione nella fedeltà alla dinastia e specialmente per assicurarsi della Val d'Aosta, dove i Francesi tessevano intrighi al fine di occuparla.
Nominato governatore di Villafranca, fortificò quell'importante posizione marittima e la pose in grado di resistere nel 1557 ai tentativi dell'armata turca. Dopo la pace di Câteau-Cambrésis, accolse a Nizza Emanuele Filiberto, ritornato finalmente nei suoi stati aviti; e per suo ordine costituì una piccola marina da guerra, composta di tre galee, con cui cominciò a correre i mari alla caccia dei pirati, e ne divenne appaltatore (o assentista, come allora si diceva). Con queste navi partecipò a diverse imprese in aiuto degli Spagnoli nelle loro azioni contro i Turchi e i Barbareschi (Peñon de Velez, 1564; Malta, 1565), e partecipò poi alla battaglia di Lepanto (1571), di cui scrisse una relazione che è tra le più importanti che si conoscano. Guarito della ferita riportata in quella memoranda battaglia, fu efficace promotore della fusione dell'antico ordine cavalleresco di San Lazzaro, caduto in deplorevole stato, con l'Ordine Mauriziano di recente istituito (1572). Il nuovo ordine marinaro-cavalleresco ebbe per ammiraglio il P. (1573), che fu così a capo dei nobili savoiardi, piemontesi e nizzardi che, imbarcati sulle poche galee messe a loro disposizione, parteciparono alle numerose ma relativamente sterili imprese che, dopo lo scioglimento della Lega cristiana, Filippo II volle fossero compiute sulle coste africane contro i Barbareschi. Salito al trono Carlo Emanuele I, il P. continuò ad esercitare il comando delle galee, e lo troviamo nel 1583 alla testa di una squadretta, che sbaragliò nelle acque liguri una squadra di corsari barbareschi. Ma negl'intervalli tra l'una e l'altra impresa navale, il grande ammiraglio ebbe dalla fiducia del nuovo sovrano altri numerosi incarichi: guidò l'impresa di Saluzzo, accompagnò il duca nel suo viaggio in Spagna, ebbe una missione di fiducia ad Antibo.
Morì al ritorno di questa missione, e fu sepolto a Villafranca, presso le spoglie della moglie Caterina Spinola. Oggi la sua salma riposa a Frossasco, dove nel 1703 fu trasferita da un suo pronipote.
Bibl.: E. Ricotti, Storia della monarchia piemontese, II, Firenze 1861-69; Bar. Manno e luogot. Vecchi, Note istoriche sulla marineria savoina, in Rivista marittima, marzo-aprile 1879; G. Claretta, Dell'Ordine Mauriziano e del suo grand'ammiragio A. P. di L., Torino 1890; E. Prasca, La marina da guerra di Casa Savoia, in Rivista marittima, maggio-ottobre 1892; C. Manfroni, Storia della marina italiana dalla caduta di Costantinopoli alla battaglia di Lepanto, Roma 1896.