PROVANA del SABBIONE
. Antica famiglia nobile piemontese. Molto probabilmente deriva dalla famiglia dei Manfredingi (v.) per mezzo di un Aimone conte di Vercelli nel sec. X; si divise in varî rami, come quelli di Leinì, di Carignano, di Bussolino, e quello del Sabbione, iniziatosi con Oberto, infeudato di questo luogo, situato sul Po presso La Loggia, dal vescovo di Torino nel 1245. Sono da ricordare: Giacomo, abate di S. Giusto di Susa al tempo di Martino V; Giorgio, presidente patrimoniale nel 1560; un Francesco Aleramo, senatore nel sec. XVI e un altro Francesco Aleramo, morto nel 1745, consigliere del supremo Consiglio di Sardegna, creato conte; Michele Saverio, sindaco di Torino durante la rivoluzione e l'occupazione francese, barone dell'Impero. Il più illustre fu Luigi, nato il 29 dicembre 1786, morto il 27 luglio 1856. Benché si fosse dato agli studî letterarî e storici, al ritorno di Vittorio Emanuele I, richiesto, entrò nell'esercito sardo, ma fu dispensato dal servizio dopo la rivoluzione del '21 a causa della sua amicizia con i più noti rivoluzionarî. Dopo il 1848 non volle essere eletto deputato e fu creato senatore. Fu membro dell'Accademia delle scienze e della R. Deputazione di storia patria. Sua opera principale: Studi critici sulla storia d'Italia ai tempi di re Arduino.
Da Martino V, passato per il Piemonte nel 1418, la famiglia ottenne di inquartare alla vite la colonna in campo rosso; da Sigismondo re di Polonia, nel 1557, ottenne che il proprio scudo fosse accollato in petto all'aquila bianca di quel reame, nel quale due fratelli, Traiano e Prospero, avevano coperto cariche pubbliche.
Bibl.: V. Angius, Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, I, Torino 1858; P. Litta, in Famiglie celebri italiane, Milano 1819 segg.; L. Ottolenghi, La vita e i tempi di Luigi P. d. S., Torino 1881.