PROTOME (προτομή)
È vocabolo che significa "la parte anteriore - collo + testa - di un animale", eccezionalmente anche dell'uomo. Costituisce una entità artistica a sé, in quanto spesso l'artefice, per ragioni principalmente religiose e specialmente nella rappresentazione degli animali, disegna o scolpisce soltanto la p. senza il resto del corpo, volendo con ciò significare che il valore semantico espresso dal documento artistico si conclude, sufficientemente circostanziato, nella sola parte anteriore del corpo.
Le ragioni che stanno alla base della origine della p. possono raggrupparsi sotto tre aspetti principali: I) ragioni tettoniche, come, ad esempio, la coatta inscrivibilità dell'animale in una metopa, in un disco e simili; II) ragioni storico-artistiche, dovute allo stadio psicologico dell'arte, o arte-memoria, quando l'artefice primitivo rappresenta soltanto la testa perché solo essa considera essenziale, o perché "ricorda" soltanto essa come elemento specifico; III) ragioni religiose, che sono le più determinanti, in quanto connesse colle concezioni animistiche della religione, che creano, con ovvie e facili procedure addizionali, i "mostri" o meglio le "nature miste" della Mesopotamia, della Siria, di Grecia (tori e cavalli alati, centauri; uomini-uccello, uomini-cavallo e così via), che rappresentano sporgenti dalla porta dell'inferno avancorpi di toro, cavallo, cinghiale, che impongono la sola testa della dea-madre sul tumulo che costituisce il petto e il seno e l'utero rigeneratore di essa.
Ne viene di conseguenza, che la p., comunque isolata dal corpo, è largamente applicata come elemento documentario ed esornativo in tutte le forme e tutte le epoche dell'arte antica.
Bibl.: S. Ferri, Archeologia della protome, in Annali Scuola Normale, Pisa 1933, pp. 147 ss.